Capitolo 38

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Premessa. Volevo fare un capitolo unico ma veniva fuori troppo lungo e pesante. 

Così l'ho diviso in due parti. 

Spero che resistiate fino a domani😂😂

 <<Emily?>> aprendo la porta Luca. Era sconvolto e non ci credeva che io fossi qui, davanti a lui, in carne ed ossa dopo quasi dieci anni. Era cresciuto senza dubbio, capelli biondi corti, muscoli fasciato da una camicia aperta, occhi identici a Claudio. È cresciuto bene. Sposta lo sguardo sugli altri ed impallidisce facendo un passo indietro. A quanto pare ha visto che non ero sola e che è gente qualunque.

<<Vedo che sei il solito Luca>> superando tutti ed entrando decisa mia sorella. È più incazzata di me, non va affatto bene. La seguo dentro e vado dritta in sala, sono sicura che loro sono là, se non hanno cambiato la loro routine.

Come pensavo solo là. Tutti, Claudio sempre ben vestito e serio, Miriam che scena la parte della moglie perfetta e felice, sono invecchiati parecchio, lei persino di è rifatta per non far vedere le rughe, pazzesco. Evito il bamboccio che è in tavola e mi concentro su di loro.

<<Devo dire che questa sceneggiata non mi è mancata per niente>> facendo il mio ingresso. Alzano la testa, vedono chi è e impallidiscono tutti, Miriam secondo prende un infarto, il che non sarebbe male.

<<E... Emily? ... S...Silvia? ... Che...che ci fate voi qui?>> dio che patetico. Non riusciva a formulare una frase, sapevo che era un complotto.

<<Dio che patetico. Almeno fingi meglio. Il ruolo di padre inesistente lo sai fare alla perfezione almeno>> non sono stata io a parlare. Lo giro, ma la ragazza dietro di me, mia sorella.

<<S...Silvia. Non pensavo di rivederti qui, ti trovo bene. Vedo la riabilitazione ha funzionato>> che gran bastardo. Lei scatta e io mi piazzo davanti a lei per bloccarla, è il suo gioco.

<< Juega su juego así. Tómalo con calma>> (Fai il suo gioco così. Calmati) fissandola negli occhi. Lei fa un passo indietro capendo, lasciando la scena a me.

<<Vedo che siete diventate amiche se parlate in spagnolo>> non è stato mio padre a parlare, nemmeno Miriam, ma quel coglione di Luca. Sorrido e mi avvicino.

<<Sai. Per essere suo gemello lei ha più palle di te, si è fatta avanti raccontandomi tutta la storia fin dall'inizio sudandosi la mia fiducia. Tu invece hai preferito leccare il culo a Claudio piuttosto che avere una sorella. Ma tranquillo. È solo l'inizio della storia>> dissi fin troppa calma. Sparisce il sorrisetto che aveva prima e va a sedersi vicino a Claudio.

<<Chi sono loro?>> indicando i ragazzi. Io non rispondo e mi siedo dall'altro lato della tavola sentendo mia sorella sedersi vicino a me e i ragazzi in piedi dietro di noi.

<<Non che siano affari tuoi ovvio. Ma quello dietro di me si chiama Logan ed è il mio ragazzo, è grazie a lui se sono qui, mentre l'altro è Angelo, il mio allenatore. Credo che tu ti ricorda di lui vero fratellone?>> mi faceva schifo. Lui non si meritava questa etichetta per me, non era nessuno e mai lo sarà.

<<Perché siete qui?>> sembrava strano. Mi rivolgo a Miriam, più strega di prima, che mi sta uccidendo con lo sguardo.

<<Non lo sai? Il tuo amato figliastro mi ha chiamato dicendo che voi dovevate parlarmi. Quindi mi chiedo se è una presa per il culo o ci avete incastrato>> appoggiandomi e fissando tutti e tre.

<<Credo che il bambino deve sparire. Non posso promettervi che le ragazze e specialmente Emily non agiscano>> disse Angelo. Non so se era una minaccia ma era meglio evitare, quel bambino non avrebbe mai capito, dopo tutto è un maschio.

IL MIO MIGLIOR NEMICO IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora