Capitolo 33

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CAPITOLO LUNGO

ATTENZIONE SCENE ESPLICITE

Erano passate solo tre settimane da quella telefonata e le voci non smettevano di farsi la guerra nella mia testa. La voce mi diceva di scoprire e di chiudere e di far sapere cosa mi avevano fatto, le voci mi tenevano imprigionata a quella paura di non riuscire a reagire come dovrei, come una persona adulta e responsabile.

Tre settimane che Logan non si era mosso da casa mia, in poche parole si è trasferito da me. Da una parte mi consola sapere che lui mi è davvero affianco e vuole assicurarsi che io stia bene. Ma dall'altra ho bisogno dei miei spazzi, di vivere la mia casa con Zoe, solo noi due, come avevo programmato.

Tre settimane che non sapevo se affrontare la cosa e chiuderla una volta per tutte, oppure fregarmene e non scoprire mai cosa mi doveva dire, cosa voleva parlarmi.

-Secondo me dovresti andare e io dopo ti raggiungo- ero in chiamata con mia sorella. Dovevo sapere che ne pensava lei, cosa avrebbe fatto al mio posto. E l'unico modo per farlo era parlare al lavoro mentre disegno, così ho una scusa per non impazzire e scattare.

<<Scherzi? Io quello lo ammazzo S, davvero. Ho troppo da dirlgi, per non parlare che mi userà come ha sempre fatto, mi ingannerà come ha sempre escogitato>>

-Ma hai il diritto di parlare, di fargli sapere che persona orribile è. Di dirgli cosa ti ha fatto, cosa ti ha lasciato, di chiudere una volta per tutte con loro, con il tuo passato-

<<Ma io ho chiuso con loro>> mentendo.

-Ma per favore. Sei così cattiva con te stessa che pensi che restare aggrappata a lui ti sproni a migliorare. Devi toglierti di un peso, di quel peso e continuare con la tua vita senza catene del passato-

<<Ci saranno sempre catene legate a me S>> facendole notare.

-Vero. Ma tu sei diversa da noi. Tu sei speciale. Tu amplifichi tutto all'ennesima potenza, tu senti il dolore dieci volte di più di noi, senti le catene pesare di più di chiunque altro. Cerchi di nasconderlo ma lo vedo, lo vediamo tutti. Liberati, sfogati, cadi, fatti aiutare, chiudi con loro, fatti una famiglia, l'hai già in realtà- ridendo al pensiero. Aveva ragione, potevo chiudere, dire tutto e lasciarmela alle spalle, ma avevo paura di chiudere anche con lei e al solo pensiero mi uccideva.

<<Ma così perderò anche te. Anche tu fai parte di quella famiglia, sei la gemella di Luca>> sperando che mi desse qualche certezza.

-No. Io non ho mai fatto parte di quella famiglia come te. Non sono legata a Luca come dovrebbe essere tra due gemelli. Mi ha rivolto le spalle, non si è mai preoccupato quando mi drogavo, non si è mai disturbato a chiamarmi. Noi due siamo la famiglia, noi due e non abbiamo bisogno di nessuno, nessuno che ci deve aiutare. Abbiamo affrontato di peggio, ho passato di tutto per riavere la tua fiducia e pensi che mi perderai? Secondo te perché ho cambiato cognome? Per non avere nessuno legame con loro. Mi ha fatto male non essere legata a te nel foglio, ma sono legata a te sentimentalmente, abbiamo lo stesso sangue. Ti voglio bene più di chiunque altro e voglio solo la tua felicità. Per questo voglio che tu vai, starò sempre con te, ti appoggerò in tutto, ti difenderò, ti proteggerò. Sempre e per sempre sorellina- nonostante lei non aveva più il mio cognome. Quello di mia nonna lei non mi ha mai abbandonato, ho sempre sentito quel legame che solo tra sorelle senti, anzi si legava sempre di più con gli anni. Le sarò sempre grata per quello che ha fatto, per aver sfidato il suo capo per me, per aver rischiato il lavoro più volte quando non c'erano risultati. Mi ha resa una persona libera, mi ha resa coraggiosa, un'eroina per quei bambini e quelle famiglie spezzate, mi ha sostenuto su tutto.

IL MIO MIGLIOR NEMICO IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora