Capitolo 22

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ATTENZIONE SCENE ESPLICITE

Come promesso, deciso, confermato, stabilito... insomma decidete voi. Le ragazze mi hanno aiutato, sono state al mio fianco durante le crisi, mi hanno appoggiato in tutto. Anche venire con me alla stupida festa della mia promozione. Hanno detto che mi sarebbero restate vicino, ma non pensavo anche in questo caso e stasera. A due giorni dalla vigilia di natale.

<<Eris, una mano altrimenti brucio tutto>> entrando in camera mia senza bussare e fare pretese. Ebbene sì, anche Logan viene con me, se vi state chiedendo di Zoe tranquilli, starà con i ragazzi e Jase, visto che non ha mai smesso di parlare di lui da quando lo ha conosciuto.

In ogni modo io sono in camera che mi sto preparando e sono ancora in tuta, mentre lui è già pronto, a parte la cravatta che a quanto pare non sa fare.

<<Come fai a non saper fare un nodo alla cravatta>> avvicinandomi a lui. Avevo ancora tempo.

<<Non che nel mio lavoro mi serva, ma odio vestirmi in questo modo e indossare questa mi sembra di...>> lo precedo prima che finisca la frase. L'ho notato e me lo ha detto più volte, ascolto e ricordo, solo che non mi piace farlo notare.

<<Soffocare. Lo so. Non per questo giri in casa senza maglia e indossi maglie e felpe che non ti soffochino. Ma devi saper fare un nodo dio, non è difficile. Ecco vedi?>> facendogli vedere il nodo che gli ho fatto. Devo ringraziare mio padre per questo. Credo.

<<Allora ascolti quando parlo. Incredibile>> sorridendo furbo e fissandomi ancora in tuta. Che voleva? Non sono mai arrivata in ritardo da nessuna parte e lui lo sa.

<<Non iniziare. Ed ora esci>> indicando la porta e tornando a leggere una mail che mi è arrivata. Quindi a dargli le spalle.

<<E se restassi qui? Se riprendessimo la conversazione che abbiamo iniziato in bagno mesi fa?>> ingabbiandomi con le sue braccia alla scrivania e annusandomi il collo per poi baciarlo. Davvero? Voleva scopare? Adesso? Ma che problemi ha? Dico sul serio. Trattengo il respiro quando mi morde il collo sempre più su fin dietro l'orecchio. Merda.

<<Non ci pensare nemmeno. Non hai nessuno diritto di prenderti tutta questa libertà, sarà anche casa tua, ma di certo non mi lascerò toccare e scopare adesso. Quando sono sul punto di impazzire. In ogni caso quella sera ero parecchio fatta e vederti e ricordare quello che mi hai fatto e provocato non ha aiutato. Non succerà più tranquillo>> dissi decisa. Non avrei cambiato idea. Anche se non c'era Zoe in casa, non avrei ceduto di nuovo a lui. Ogni volta mi convincevo che era l'ultima, ma ne volevo sempre di più, lo volevo sempre.

<<Come sempre neghi l'evidenza. Il tuo corpo trema al mio tocco, il tuo respiro ti inganna quando ti sono vicino o quando ti tocco. Sei legata a me ma sei ancora testarda per ammetterlo. Ti sei concessa a me un'infinità di volte e ogni volta era la conferma, un altro sigillo su quello che siamo. Puoi fuggire, ma non puoi scappare a me. Perché come ho detto nove anni fa, tu sei mia e lo sarai per sempre, ti troverò sempre, non ti lascerò nuovamente>> la sua voce era roca e profonda. Facendomi rabbrividire e riaccendere quel pulsare che non sentivo da mesi, quel desiderio che non sentivo da quella sera, in quella maledetta festa. Porta una mano sul mio fianco facendomi indietreggiare fino ad aderire perfettamente a lui e inizia a baciarmi il collo come solo lui sa fare.

<<Sei mia perché nonostante quello che ho detto o fatto mi vuoi. Sei mia perché non sono mai uscito dalla tua testa, come tu nella mia. Sei mia perché anche se scopavi con altri immaginavi me, immaginavi le mie mani, la mia lingua, le mie pretese, le mie richieste. Sei mia perché io sono tuo, sei mia cazzo, perché solo con te sto bene, posso essere me stesso. Sei mia perché mi fai provare cose che non dovrei provare- spostando una mano sempre più vicina ai pantaloni e infilarci il mignolo- sei mia perché nonostante lo neghi tu hai bisogno di me, come io ne ho di te. Sei mia perché mi chiedi aiuto senza parlare, sei mia perché solo tu riesci a guardarmi negli occhi e capirmi. Sei mia perché non hai paura se scatto e la rabbia prende il sopravvento, sei mia perché con te riesco a trovare quella calma che non ho mai sentito con nessuno. Sei mia per sempre>> infilando una mano nei pantaloni e l'altra spostarsi sopra il seno. Merda. Ero andata. Come sempre lui è riuscito a plasmarmi, a decidere a lui come una volta, perché sa cosa dire e come fare. Il respiro diventa sempre più corto quando fa passare il dito in mezzo alle pieghe sopra il tessuto bagnato e caldo. Cazzo aveva ragione. Io negavo ma il corpo non poteva assecondarmi, potevo negare con le parole, ma non i sentimenti e l'attrazione che avevo per lui. Urlo quando mi infila un dito con il tessuto dentro di me, obbligandomi ad aggrapparmi al suo braccio che mi stava stringendo un seno. Lo estrae per rifare lo stesso movimento un paio di volte, portandomi alla disperazione più totale e anche di dolore.

IL MIO MIGLIOR NEMICO IIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora