Ci sono storie che non iniziano né finiscono mai. La mia era lui.~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Quella mattina il cielo era coperto da un grigio soffice come un carezza fredda e rancorosa nel lasciare la mia vecchia vita. Presi gli ultimi bagagli e li caricai sul taxi pronti ad affrontare questo viaggio, in cui sicuramente mia madre si sarebbe messa a parlare della nuova città, della nuova scuola, e dei nuovi amici che avrei potuto farmi. Non ero mai stata brava con le amicizie, nella mia vecchia scuola non avevo legato con nessuno. Avete presente quella ragazza sempre scelta per ultima nei gruppi e lasciata nei suoi spazi? Bhe quella sono io.
Appena salimmo sull'aereo prima che mia madre iniziasse a parlare misi le cuffie escludendo tutto ciò che mi era attorno, con lo sguardo perso fuori dal finestrino vedevo cambiare il cielo città dopo città. L'ora e mezza di viaggio passò lentamente come quando guardi l'orologio all'ultima ora di lezione che sembra non finire mai.
Ma finalmente eccoci qua fuori dall'aeroporto nel taxi in viaggio verso casa.
Arrivammo davanti a questa grande casa bianca, sembrava la classica casa dei film in cui lo sguardo si perde nei dettagli, il cielo era rosa e caldo come per darmi il benvenuto. Ero pronta ad entrare in quella porta rosso ciliegia. Appena entrammo la mia curiosità era solo per la mia camera così corsi di sopra cercando dietro molte porte, e poi la trovai.
Mi guardai attorno i miei mobili erano già li, così mi sdraiai sul letto ma neanche il tempo di chiudere per un instante gli occhi che sentì il suono della voce di mia madre chiamarmi, e con un profondo sospiro mi alzai. Mentre scendevo l'enorme scalinata vidi mia madre indicarmi il retro della casa, così mi affacciai. La prima cosa che notai fu l'imponente piscina al centro del giardino, ma i miei occhi si persero nei colori dei fiori lungo la recinzione. Era perfetto, in quel momento il tramonto rifletteva sull'acqua della piscina creando un gioco di luci.
Anna: ordiniamo una pizza ti va ? Chiese mia madre appena rientrati dal retro.
Siria: certo. Risposi sedendomi sugli sgabelli della penisola in cucina.Poco dopo suonò il campanello della porta, mia madre andò ad aprire e prese la pizza, pagò il ragazzo e si sedette con me iniziando a mangiare.
Appena finito sentii la stanchezza travolgermi come un enorme masso, era proprio l'ora di una buona dormita. Ma l'ansia e i pensieri per il primo giorno di scuola mi tennero sveglia tutta la notte. Non era facile, sopratutto per come ero io entrare a metà anno in una nuova scuola. Ora iniziavo a sentire i miei occhi davvero pesanti si stavano chiudendo.
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