Capitolo 21

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È passata una settimana dall'ultima volta che ho visto Javon e Jaden.
Ho evitato la scuola, ho evitato le chiamate, e anche tutte volte che sono venuti a bussare alla porta.
Credo che il fatto che mio padre mi abbia abbandonata da piccola ha influito molto sull'accaduto con Jaden.
Era la prima volta che mi fidavo di un ragazzo, sono sempre stata molto attenta non volevo soffrire come mia madre, lei lo faceva in silenzio ma in tutti questi anni l'ho sempre notato. Forse anche per questo si stava trattenendo dalla nonna dopo il funerale, per non farmi vedere la sofferenza nei suoi occhi.

Domani è il giorno del mio compleanno ed ho deciso di tornare a scuola.

Dormii poco come ormai ogni notte, alle 05:30 mi alzai guardando il sole sorgere lento dietro le case, mi andai a fare una doccia e poi mi vestì con un semplice jeans ed una maglietta rosa.

Preparai lo zaino e scesi di sotto a preparami un caffè

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Preparai lo zaino e scesi di sotto a preparami un caffè. In quella settimana solo una frase mi era rimasta in testa *lo volevo* , non riuscivo a farla uscire, non riuscivo a dimenticare ci stavo convivendo.
Preso lo zaino uscì di casa molto presto non ero ancora pronta a vedere i gemelli, o meglio a vedere Jaden.
Arrivata davanti scuola entrai ancor prima del suono della campanella e andai nell'aula ad aspettare l'inizio delle lezioni, misi le cuffie e lasciai il mondo fuori.

Javon: finalmente!. Esclamò all'improvviso togliendomi la cuffia.
Siria: ehi. Lo salutai come se nulla fosse successo.
Javon: ho dovuto imparare tutto il tuo orario di scuola per venirti a cercare ogni giorno.
Siria: perché l'hai fatto?. Sorrisi
Javon: perché non avrei dovuto? Sei sparita ho provato di tutto, questa era l'ultima opzione, ci tengo a te. Disse tutto d'un fiato.
La nostra conversazione venne interrotta dal professore che entrò in classe.
Javon: buon compleanno. Sorrise lasciandomi un bacio in fronte ed uscendo dalla classe.
L'aveva ricordato.
Finalmente le prime ore finirono, avevo perso il ritmo in questa settimana quindi mi sembrarono eterne.
Davanti l'entrata della mensa mi bloccai qualche minuto prima di entrare.
Javon: dai andiamo. Mi incoraggiò dietro di me, mi preso sotto braccio e mi trascinò dentro.

Tra tutte le persone io cercavo il suo sorriso ed i suoi occhi, e poi eccoli lì, così in lontananza ma così vicini sembravano volermi dire qualcosa, lo guardai qualche minuto per poi essere trascinata via dalle mani di Javon verso il tavolo.

Javon: allora come stai?. Disse iniziando a mangiare.
Siria: bene credo.
Javon: e tu cosa vuoi?. Guardò dietro di me.
Mi girai e vidi un ragazzo dai capelli color fieno e gli occhi color oceano fissarmi.
Siria: ti serve qualcosa?. Chiesi confusa.
X: io..io...
Javon: Lucas cosa vuoi?. Chiese Javon alzandosi in piedi.
Lucas: mi dispiace per quello che ti ha fatto Jaden, e buon compleanno. Disse per poi andarsene velocemente.
Siria: lo conosci?
Javon: è uno del gruppo di mio fratello.
Siria: se anche questa è opera sua non è divertente.
Javon: non credo lo sia, anzi credo dovresti parlare con lui, fidati di me.
La campanella suonò e per oggi non avevo altre lezioni così salutai Javon che si dirigeva verso la sua classe promettendogli che ci saremo visti dopo.

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