POV'S Jaden
È passata una settimana dall'ultima volta che ho visto Siria,oggi è il suo compleanno.
Mi alzai, mi vestì e andai a fare colazione con la mia famiglia.
Jessica: Jaden oggi ti portiamo noi al campo per la partita o vai da solo e noi ti raggiungiamo li?.
Jaden: vado da solo. Risposi in fretta, prima di andare volevo provare di nuovo a parlare con Siria.
Jessica: va bene allora ci vediamo la, a dopo. Disse mia madre mentre io e mio fratello uscivamo di casa.
Javon: vuoi provarci di nuovo?
Jaden: si. Risposi andando a citofonare alla porta accanto senza nessuna risposta.
Javon: niente è. Disse mio fratello appena entrai in macchina.
Jaden: no.
Arrivammo a scuola e mi separai da Javon che lo vidi correre per il corridoio.Le prime ore passarono lentamente non facevo altro che pensare a lei, al suo profumo, al suo timido sorriso, alla delusione ed il dolore nei suoi occhi a causa mia. Mi sentivo male per questo.
Scosso dal mio compagno di banco mi resi conto che era arrivata l'ora di andare a mensa così presi le mie cose ed andai dai miei amici che già erano al tavolo a ridere e mangiare.Vidi mio fratello entrare e dietro la sua spalla vidi lei.
Era tornata, ma c'era qualcosa di diverso, notai subito la sua perdita di peso ed in quel momento sentendomi io la causa percepii come un pugno nello stomaco. La vidi guardarmi, cazzo amavo quello sguardo.
Jack: ehi è tornata la conquista di Jaden. Disse indicandola mentre si andava a sedere con mio fratello.
Jaden: già oggi è il suo compleanno. Mi uscì involontariamente.
Jack: Lucas sai cosa fare vero? È un rito ormai.
Lucas annuì e quando ormai era troppo tardi realizzai cosa stesse succedendo vedendolo al tavolo di Siria.
Mentre tornavamo in classe preso dalla rabbia presi Lucas da una parte.
Lucas: Jaden che ti prende?
Jaden: perché l'hai fatto? Perché sei andato da lei?
Lucas: lo facciamo ogni volta, con tutte le ragazze. Era confuso dalle mie domande.
Jaden: sta lontano da lei. Dissi per poi andarmene via, non volevo tornare a lezione ma dovevo andare da lei.
Camminai fino a casa sua e suonai il campanello sperando questa volta in una risposta.Siria: ti aspettavo.
Non potevo crederci a ciò che aveva detto, i miei occhi si fecero subito lucidi, il cuore batteva velocemente, sembrava fosse tornato il sole dopo una forte tempesta, così la presi e l'abbracciai. Volevo sentirla tra le mie braccia, volevo sentire quel profumo di vaniglia.
Siria: ehi piano così mi fai male. Rise lei
Jaden: si scusa hai ragione.
Siria: vieni entra. Disse lasciandomi passare e chiudendo la porta.
Jaden/Siria: mi dispiace. Esclamammo insieme. Poi mi fece segno di parlare.
Jaden: So che non mi perdonerai e probabilmente non mi credi ma non è facile. Giuro è come se io stessi in lutto, è come se una parte di me se ne stia andando e non posso perdonarmi spero che tu mi capisca. Quindi dimmi che non sono abbastanza. Di che non troverò nessuna come te. Ma ti prego credimi.
Siria: io ti credo e ti perdono Jaden. Disse iniziando a piangere.