POV'S Jaden
Jaden: cazzo devo andare, vieni alla partita con Javon mi farebbe felice. Dissi frettolosamente guardando l'orologio ed uscendo da casa di Siria, andando in macchina di Jack che mi aspettava per andare alla partita.
Jack: perché eri lì?. Mi chiese iniziando a guidare. Non ti è bastato il bacio, vuoi altro?
Jaden: smettila Jack. Sbuffai.Arrivammo al campo ero particolarmente felice e mi sentivo leggero come se mi fossi tolto un masso dalle spalle che trasportavo da giorni senza sosta. Mi preparai ed entrai in campo.
Vidi subito la mia famiglia e poi notai lei che arrivò con mio fratello. Una luce particolare rifletteva su di lei era così bella. Il fischio della fine della partita mi portò finalmente a concentrarmi su lei, la guardavo, le sorridevo ma il mio sorriso svanì poco dopo lasciando i miei occhi in preda alla pressione con l'arrivo di Sasha vicino a me.
Mi abbracciò ed io stupidamente ricambiai, sotto gli occhi tristi di Siria.
La vidi far finta di niente. Prese la sua borsa e si allontanò salutando la mia famiglia.
Corsi fuori dal campo arrivando al parcheggio fissando la macchina andare via. Sasha arrivò dietro di me.
Jaden: perché l'hai fatto?
Sasha: dovresti ringraziarmi. Disse con la sua voce stridula.
Jaden: e perché?. Mi alterai
Sasha: ho visto il modo in cui la guardi, e non l'ho fatto solo io, e sai benissimo questo cosa significa.^le scommesse erano solo scommesse^
Preso dalla rabbia tornai meglio spogliatoio presi il mio borsone e salì in macchina dei miei per tornare a casa. Corsi di sopra feci una doccia e dopo essermi vestito incartai con cura il regalo che avevo preso a Siria.
Javon: l'hai fatto di nuovo. Urlò entrando in camera mia.
Jaden: non volevo.
Javon: era felice, stagli lontano cazzo sei un veleno per lei.
Jaden: non posso, non voglio, non ci riesco.
Javon: allora fallo per lei non per te stesso, fai qualcosa per qualcuno che non sia tu per una volta.
Jaden: puoi dargli questo per favore?. Gli allungai il pacchetto.
Javon lo prese e si allontanò da casa.Quella sera non scesi a cena mi infilai nel letto e mi addormentai coperto dalle mie colpe. Ero deluso da me stesso.
Mi svegliai e dopo essermi preparato andai di sotto.
Jaden: dov'è Javon?.
Jessica: ha dormito da Siria. Rispose mia madre passandomi la colazione.
Jaden: non ho fame, vado a scuola. Dissi prendendo lo zaino ed uscendo di casa.
Sentivo il sangue che scorreva nelle mie vene sempre più caldo, i miei denti si strinsero non lasciando neanche un piccolo spazio, le mie mani si chiusero in pugni e senza neanche accorgermene ero davanti scuola dove i miei amici e Sasha mi stavano aspettando. I miei nervi si calmarono quando la vidi arrivare. Feci la prima lezione di matematica molto agitato sapendo che l'ora dopo sarei stato con lei al laboratorio di chimica.Jaden: Bella collana. Sorrisi.
Siria: grazie. Rispose fredda guardando il mio collo con la collana con lo stesso numero.
Stavamo facendo dei piccoli e semplici esperimenti di chimica, mi allontanai per prendere altro materiale, quando all'improvviso una voce stridula davanti a Siria iniziò ad urlare.
Non riuscivo a capire cosa le stesse dicendo e poi la vidi rovesciare una provetta all'interno del miscuglio sopra il banco che esplose di un liquido violaceo su Siria. Si tolse gli occhiali ed il camice e con determinazione uscì dalla classe andando negli spogliatoi. Si chiuse dentro ancora una volta ero io il motivo delle sue lacrime.
Jaden: aprì la porta. Iniziai a bussare
Siria: no. Disse tra un singhiozzo ed un altro.
Jaden: ti prego Siria apri. Sentendola così il mio cuore si spezzò.
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