Capitolo 39

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POV'S Jaden

Mi sembrava di essere in lei e che in lei ci fossi io.
Questo è quello che provai quando mi passò vicino.

Eravamo a cena Ero difronte a lei più che mangiare stavo giocando con la forchetta nel cibo, non alzò mai lo sguardo a eccezione di quando parlava con mia madre.
Jessica: andate alla festa del paese?. Sentii mia madre parlare con mio fratello
Javon: si viene anche Evan con noi. Si girò verso di me e strinsi il pugno.
Decisi così di uscire anche io dopo di loro andando alla festa. La cercavo con lo sguardo tra le mille luci delle bancarelle e poi eccola là lei la luce più luminosa. La vidi entrare nel labirinto insieme ad Evan e Javon così la seguì.

Jaden: ti sei persa?
Siria: no tranquillo. Si guardò intorno
Jaden: dai vieni ti mostro l'uscita. Allungai la mano.
Siria: Jaden ti prego devi starmi lontano così è difficile. Mi guardò prima di prendere la mia mano.
Jaden: per me è difficile starti lontano, non ci riesco, ci sto provando, ma sei sempre nei miei pensieri, cerco il tuo profumo tra le persone. Iniziai a fissarla negli occhi.
Siria: mi dispiace. Abbassò il volto prima di correre via.
Uscì da lì triste seguendo quella scia di vaniglia che si era lasciato dietro.
Cloe mi trascinò sulla ruota panoramica e dietro di me si sedette proprio Siria.
Quando tornai a casa c'erano mille cose che avrei voluto scrivergli invece preso dalla rabbia ne scrissi solo una.

Jaden: vuoi giocare a questo gioco?
Bene facciamolo.

Il giorno dopo rimasi a letto fino a pomeriggio non riuscivo a far calmare i pensieri, così uscì di casa passando al supermercato a comprare degli alcolici per poi andare agli allenamenti. Arrivai barcollando e blaterando cose su Siria non ricordo bene cosa dissi ma sono certo che chiedi ad Henry di chiamarla e farmi venire a prendere.
Mi sentii trascinare all'interno di una macchina e poi mi addormentai fin quando non sentì in sottofondo la voce di Siria.
Siria: Jaden dai un piccolo sforzo ci siamo quasi. Disse a fatica facendo le scale. Siamo arrivati. Esclamò accendendo la luce del bagno.
Accese il getto d'acqua fredda della doccia e mi mise sotto entrò con me.
Mi mise seduto e lei vicino a me mi sostenevo, tra le braccia.
Siria: per favore riprenditi. Mi accarezzava il viso bagnato.
Jaden: dove sono?. Aprii lentamente gli occhi
Siria: brutto cretino mi hai spaventato. Iniziò a piangere. Siamo a casa mia. Appoggiò la sua fronte sulla mia.
Jaden: sono qui con te. Sorrisi.

Si alzò e mi aiutò ad uscire dalla doccia ed andò verso la camera tornando con dei pantaloncini per farmeli indossare. Finito di vestirmi mi accompagnò sul letto dove mi sdraiai.
Siria:perché l'hai fatto?
Jaden: mi dispiace, mi vergogno di questo. Il mio sguardo era deluso.
Siria: non devi mai vergognarti con me, ma non vorrei che tu facessi queste cose ti rovini la vita.
Come sempre si preoccupava di me e di aggiustare quei vetri rotti che mi componevano.
Jaden: la mia vita è già rovinata dal momento in cui ti ho persa.
Non rispose si sdraiò vicino a me e mi addormentai cullato dal battito del suo cuore e accarezzato dal profumo di vaniglia.

Lei era la mia persona.

Mi svegliai in piena notte e me ne andai, era meglio così.

VanigliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora