Capitolo 40

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POV'S Jaden

Non tornai a casa per il resto della notte, andai solo a  cambiarmi alle prime luci dell'alba e andai a fare colazione ad un bar prima di andare a scuola.
Mentre posavo le mie cose nell'armadietto mi si avvicinò Cloe iniziando a parlare di quanto fosse stata bene con me, ma io ero concentrato su Siria che passava davanti a me con mio fratello.
Le prime ore passarono turbolente.
Jack: amico ti vedo distratto, concentrati su Cloe guarda come ti mangia con gli occhi.
Pensai che facendola ingelosire avrebbe ripensato a noi.
Jaden: hai ragione vado a cambiarmi e vi raggiungo fuori per ginnastica.
Corsi a cambiarmi per uscire e raggiungere il mio gruppo dove c'era anche Cloe. Cercai di non guardare Siria, facevo l'indifferente come se non fosse successo niente il giorno prima, ma la gelosia nel vederla ridere con Evan si faceva sempre più spazio dentro di me.
Finita la lezione misi un braccio intorno a Cloe ed uscimmo da scuola, mi affiancai alla macchina di Siria e picchiettai sul finestrino.
Jaden: Bella macchina. Sorrisi passandogli accanto con la ragazza bionda sotto il mio braccio.
Stavo giocando ad un gioco in cui ci saremo trascinati nell'oscurità della terra entrambi.

Non ero pronto a questo non potevo rinunciare a lei. Quindi lasciai Cloe spiazzata al porcheggiò e corsi verso casa. Sapevo che era sbagliato entrare con le sue chiavi senza permesso, ma con lei non ragionavo. La trovai a prendere del cibo dal frigo avvolta in un morbido accappatoio bianco, e quando si voltò si mise paura lasciando cadere a terra ciò che aveva tra le mani.
Siria: Jaden devi smetterla di entrare in casa mia.
Jaden: non volevo metterti paura.
Siria: ridammi le chiavi ora. Si innervosì
Jaden: non voglio
Siria: Jaden ora. Urlò e gliele porsi.
Jaden: sei una stronza.
Siria: non mi importa non ti voglio qui.
Jaden: tranquilla non tornerò.
Siria: bravo vai dalla bionda. La sua gelosia ora si faceva capire a parole.
Jaden: tranquilla ci sono già stato stanotte. Non so perché lo dissi, non ero stato da nessuna parte.
Siria: vaffanculo. Iniziò a piangere spingendomi fuori dalla porta. Sapevo quanto gli avevo fatto male.
Jaden: ridammi la collana.
Siria: perfetto tieni. La strappò dal suo collo e la lanciò sbattendomi la porta.

Questa litigata aveva fatto male, un vuoto nello stomaco si era creato in me, un dolore inspiegabile, sentivo i miei battiti accelerare e diminuire, le mie mani e le gambe tremavano all'unisono, che sensazione strana.
Sarei voluto tornare dove eravamo stati bene, dove avevamo riso, dove eravamo felici, dove eravamo noi.

Vidi mio fratello correre dal giardino fino ad arrivare davanti a me.
Javon: sei un coglione. Disse dandomi una spinta.
Iniziai a correre verso il parco vicino a casa, non riuscivo a smettere a ciò che avevo detto e fatto, le mie gambe andavano da sole comandate dall'adrenalina che scorreva in me. Questa volta non potevo tornare indietro, ho sentito il suo cuore spezzarsi mentre lo stringevo nel mio pugno. Mi accorsi della fine del parco così appoggiai le mani alle gambe cercando di riprendere fiato.

Dovevo farla uscire da questo tunnel buio e senza fine che sono. Doveva tornare a splendere perché solo così mi sentivo completo.

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