Capitolo 25

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Non dissi niente per tutto il viaggio Javon continuava a parlare ma era un semplice suono di sottofondo per me.
Siria: chi era quella ragazza?. Dissi all'improvviso.
Javon: una delle tante, impossibile dirlo. Sembrò deluso. Mi dispiace Siria ma non pensarci ora pensiamo a te.
Arrivammo davanti casa mia ed aprimmo la porta
Javon: aspetta vado a prendere il tuo regalo tu entra.
Entrai in casa cercando di lasciare quel pensiero fuori la porta, guardai dalla finestra Javon che correva verso casa mia con in una mano una busta color turchese e dall'altra mano dei palloncini che svolazzavano di qua e di là.
Javon: buon compleanno amica mia.
Delle lacrime iniziarono ad uscire ma stavolta erano di gioia, erano così strane non le avevo mai provate non erano fredde ed insicure, erano calde e piacevoli.
Javon: dai forza apri. Mi incitò dandomi la busta.
La aprì delicatamente cercando di non rovinarla, all'interno trovai un libro ed un segnalibro con le nostre foto scattate qualche settimana prima.
Siria: è bellissimo. Esclamai correndogli in contro per abbracciarlo, lo sentì abbracciarmi delicatamente come se avesse paura di rompermi conoscendo la mia fragilità.
Javon: ed ora vieni andiamo. Sorrise trascinandomi fuori da casa. Sali in macchina. Mi obbligò
Siria: dove andiamo?.
Javon: adesso vedi.
Siria: in un parcheggio?. Ero confusa sul perché fossimo li.
Javon: si ora hai l'età giusta ti insegno a guidare.
La mia felicità fu incontrollabile e scesi dalla macchina salendo nel lato opposto. Mi divertì molto sotto gli insegnamenti e le urla di Javon, e finalmente riuscì a fare un tratto di strada senza frenate brusche o singhiozzanti rumori della macchina. Dopodiché Javon riprese la macchina ed andammo a prendere una pizza per poi tornare a casa mia.
Siria: quando torna tua sorella?. Chiesi mentre iniziai a mangiare.
Javon: la prossima settimana. Vidi la mozzarella colargli dalla bocca che mi provocò una grande risata.
Siria: tieni pulisciti. Gli passai dei tovaglioli.
Javon: domani vieni a scuola? Hai sentito tua madre? Sta bene?. Chiese senza prender fiato.
Siria: si vengo a scuola. E no non l'ho sentita. Dormi da me?. Cercai di cambiare discorso
Javon: certo va bene, ti aiuto a togliere il cartone della pizza e vado a prendere le mie cose, tu prepara un film.

Javon ci mise una decina di minuti da quando uscì da casa mia per poi sentirlo rientrare.
Siria: un altro regalo?. Mi voltai dal divano vedendo che aveva un altro pacchetto in mano.
Javon: no era davanti la porta e c'era questo biglietto. Mi passò le cose.

mi dispiace mia piccola vaniglia•
Leggendo quelle parole rabbrividì.
Siria: non voglio aprirlo. Lo appoggia sul tavolo.
Javon: va bene non preoccuparti. Riconobbe la scrittura del fratello.

Vedemmo un film e poi andammo al piano di sopra a dormire. Non riuscivo a prendere sonno pensavo a quella scatolina posata sul tavolo ero curiosa, così mi alzai piano per non svegliare Javon ed andai di sotto.
Ed aprì il pacchetto

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