Avete presente quando non vi sentite abbastanza, quando tutto ciò che desiderate sembra così lontano da voi, e vi sentite sbagliate per questo?!
È proprio così che mi svegliai quella mattina tra un raggio di sole pronto a scaldarmi il viso ed un mal di testa a stravolgermi il tempo. Il mio dolore era dato dal pianto.Siria: Javon dove sei?. Urlai cercando di far risuonare la mia voce in tutta la casa.
Javon: arrivo.
Entrò in camera con un vassoio e lo appoggiò sul letto.
Javon: qui ce la spremuta, della frutta, un pezzo di dolce ed un bicchiere d'acqua eeee... disse cercando sul vassoio. Un aspirina. Aggiunse in fine.
Siria: perché tutto questo?
Javon: lo meriti. Disse accarezzandomi il viso.
Feci colazione se così poteva chiamarsi visto che ormai era passata anche l'ora di pranzo, e mentre Javon mi aspettava di sotto decisi di chiamare mia madre, ma me ne pentii subito. Mi disse che doveva fermarsi ancora qualche settimana dopo il funerale per sbrigare delle cose, e che non ci sarebbe stata per il mio compleanno. Gli attaccai senza farla finire di parlare e mi vestì.Javon: cosa vuoi fare oggi?. Disse mentre scendevo le scale.
Siria: in realtà non ho voglia di far nulla.
Javon: dai piccola Siria non fare così facciamo qualcosa visto che domani dobbiamo andare a scuola. Iniziò a farmi il solletico facendomi cadere sul divano.
Siria: e va bene ma ora basta ti prego. Iniziai a ridere.
Javon: eccolo lì il sorriso che volevo vedere.Decidemmo così di andare a fare una passeggiata al mare e prendere un gelato.
Avevo bisogno di quella leggere brezza sul mio corpo, sembrava volesse portare via ogni pensiero ma più il vento soffiava più i pensieri si tenevano forti. Javon cercò di non lasciarmi un attimo libero per far sì che non pensassi.
Javon: allora tua madre che dice? Quando torna?.
Siria: ha detto che starà via ancora qualche settimana e non ci sarà per il mio compleanno. Disse velocemente andando verso la macchina per tornare a casa.
Javon: aspetta cosa?? Il tuo compleanno?? Siria perché non me lo hai detto?. Mi bloccò lui.
Siria: non c'era bisogno di dirlo, non mi piacciono i compleanni.
Javon: perché no?
Siria: le mie feste anche da bambina sono sempre state vuote nessuni voleva venire alla festa della stramba ragazzina. Virgolettai con le dita.
Javon: quest'anno non sei sola, ci sono io, c'è Jayla, e saremo con te, niente festa solo noi promesso. Disse entrando in macchina.
Siria: grazie per ciò che stai facendo per me.
Javon: non ringraziarmi lo faccio perché ti voglio bene.
Pensai a quelle parole tutto il viaggio nessuno a parte mia madre, Celeste o Patrick mi avevano detto di volermi bene. Crearono in me un emozione strana come una lieve carezza calda sulla pelle fredda.
Javon: siamo arrivati. Sorrise parcheggiando nel vialetto. Ci vediamo domani mattina passo a prenderti e qualsiasi cosa chiamami sono qui a fianco. Mi salutò con un bacio sulla guancia e lo vidi entrare in casa.