Jaden: cazzo devo andare, vieni alla partita con Javon mi farebbe felice. Disse frettolosamente guardando l'orologio ed uscendo di casa.
Non potevo crederci a ciò che era appena successo, mi sentivo bene, mi sentivo completa. È vero quello che tutti dicono •l'amore scalda il cuore•.
La porta si spalancò all'improvviso e vidi la faccia divertita di Javon dopo aver incontrato il fratello.
Javon: l'hai perdonato vero?
Siria: si. Risposi timidamente
Javon: sapevo l'avresti fatto, sei troppo buona. Scosse la testa. Vieni alla partita con me?
Siria: va bene aspetta cinque minuti che mi cambio.
Andai di sopra ed indossai una semplice tuta ed una maglietta e poi corsi di sotto.Siria: pronta. Dissi prendendo la borsa.
Javon uscì davanti a me è salimmo in macchina.
Javon: ora stai insieme a mio fratello?. Chiese preoccupato
Siria: no non stiamo insieme non preoccuparti.
Javon: non farti trascinare a fondo. Disse chiudendo il discorso. Stasera facciamo qualcosa è il tuo compleanno?
Siria: possiamo stare da me ma solo noi, non voglio feste.
Javon: va bene, devo ancora darti il regalo. Disse parcheggiando la macchina.
Siria: non c'era bisogno di farmi un regalo. Lo rimproverai scendendo dalla macchina.
Javon: smettila certo che c'era il bisogno. Rise.Mentre camminavano per cercare posto a sederci vidi Jessica farci segno con la mano così andammo verso di lei.
Jessica: giusto in tempo stanno entrando, Jaden è quello li. Indicò con la mano.Non conosco niente di baseball, quindi mi concentrai su quella particolare luce ed ombra che rifletteva dal cielo su di lui, sembrava volesse mostrare le sue due personalità, il dolce, premuroso, e amorevole Jaden, ed il freddo, apatico e egoista.
Il problema era che mi interessavano entrambe le sue personalità. Quell'adrenalina che scorreva lungo la mia pelle ogni volta che si avvicinava non sapevo spiegarla, quella paura di soffrire, quel desiderio incontrollabile di innamorarmi, quella delusione di essere illusa di nuovo, erano tutte sensazioni che volevo provare nessuna esclusa.
Il fischio della fine della partita mi portò di nuovo con i piedi a terra ed in quel momento vidi Jaden guardarmi, sorrideva, un sorriso sincero che svanì poco dopo lasciando degli occhi in preda alla pressione con l'arrivo di una ragazza vicino a lui.
Lo abbracciò e lui ricambiò, quegli occhi e quel sorriso ora non erano più per me.
Feci finta di niente mi girai verso Javon che mi guardò con comprensione non chiese niente. Presi la mia borsa e mi allontanai verso la macchina salutando Jessica e la sua famiglia.
Javon: andiamo?. Chiese aprendo lo sportello.
Siria: si. Abbassai il viso.
Mentre ci allontanavamo nel parcheggio vidi dallo specchietto Jaden correre per poi fermarsi guardando la macchina andare via.