Capitolo 29

1.6K 55 19
                                    

Lasciai correre quello sguardo su di me mentre mi dirigevo con Javon verso il tavolo degli alcolici.
X: ehi ciao io sono Evan
Siria: piacere io sono Siria. Gli diedi la mano.
Evan: ti va di bere qualcosa insieme?
Siria: certo.
Bevemmo un paio di tequila, sentivo la gola bruciare ad ogni sorso ma era un dolore piacevole.
Evan: ti va di ballare?
Mi girai verso Javon che mi fece l'occhiolino.
Siria: si. Risposi seguendolo per mano nella folla di persone che ballava al centro della pista.
Mi lasciai andare e mi divertì, ballai con Evan tutta la sera, ero leggera senza pensieri, come fossi una piuma che vola lentamente nel cielo.
Siria: vado a prendere un po' d'aria e torno. Andai fuori dalla porta finestra alle mie spalle. Vidi in lontananza Jaden e Sasha mano nella mano. Mi allontanai da lì, il retro della casa dava sulla spiaggia così feci le scalette ed andai seduta lungo mare.

Jaden: che ci facevi con Evan?. Chiese alle mie spalle.
Siria: non credo sia un tuo problema.
Jaden: dimmi cosa ci facevi con lui. Insistette
Siria: mi divertivo.
Jaden: non puoi farmi questo. Il suo aspetto ed i suoi atteggiamenti mostravano che aveva esagerato con l'alcol.
Siria: non ti sto facendo nulla, io e te non siamo nulla. Dissi calma mentre dentro di me dopo quella frase sentii un ago pungermi il cuore.
Jaden: e tutto quello che ti ho detto non conta?
Siria: no da quando ti ho visto con lei. Indicai la ragazza che ci osservava dal portico.
Jaden: non puoi stare con Evan smettila. Urlò stringendo i pugni.
Siria: cazzo Jaden esci dalla mia vita. Iniziai a correre verso la casa sulla sabbia fredda.

Entrai velocemente cercando Javon e Evan che li trovai a parlare al bancone. Jaden mi seguì e capì subito cosa aveva intenzione di fare e mentre alzava il pugno per colpire Evan mi misi davanti facendomi colpire, in quel momento Javon colpì il fratello senza esitare, poi mi raccolse da terra e mi portò in macchina portando con noi anche Evan.

Javon: Evan tieni premuto il fazzoletto siamo quasi arrivati. Ero stordita sentivo solo la macchina accelerare sempre di più e poi due braccia prendermi e posarmi sul divano di casa mia.
Javon: prendi del ghiaccio nell'ultimo cassetto del frigo.
Evan: eccolo.
Percepii un blocco freddo sotto il mio occhio sinistro.
Evan: perché l'ha fatto?. Si rivolse a Javon
Javon: perché è pura di cuore. Accarezzò i miei capelli.

Quando mi svegliai con la luce che entrava dalla finestre trovai Javon dormire sul divano affianco a me e Evan dormire sdraiato a terra
Siria: buongiorno ragazzi. Urlai per farmi sentire.
Javon: Siria. Mi abbracciò delicatamente.
Siria: Evan tutto bene?. Chiesi notando il modo triste in cui mi guardava.
Evan: mi dispiace non avrei voluto
Siria: non è colpa tua sto bene, ed ora vorrei farmi una doccia. Lo interruppi alzandomi dal divano.

Appena entrai in bagno mi guardai allo specchio il contorno del mio occhio sinistro era violaceo con un taglio sullo zigomo, la cosa mi distruggeva ma avrei dovuto farlo in silenzio per il bene dei miei amici.

Ora capivo mia madre.

VanigliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora