Ich liebe dich

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Capitolo ventisei.

NIALL'S POV.

Mi aveva baciato, aveva liberato quell'odio che ormai non esisteva più da tempo, poi si è rinchiusa nuovamente. Quell'ascensore ci aveva uniti poi ci aveva divisi di nuovo. Mi aveva diviso dal suo profumo, dalla sua bellezza e dalla sua spontaneità. Mi aveva diviso dal suo odio, ma mi aveva anche liberato dal mio, di odio.

Ma che diamine stavo facendo? Ero nell'ascensore, fermo e immune. Dovevo lasciar perdere tutto e riprendere le mie "abitudini".

Ma chi vogliamo prendere in giro.

Aprii le porte dell'ascensore e lei era di nuovo davanti a quella parete; notai che non si accorse di me, era presa dai suoi pensieri.
Provai a convincermi che mi stavo sbagliando, che stavo esagerando, ma più la guardavo e più mi resi conto che entrambi ci eravamo presi in giro da sempre.

- Beth, non prendiamoci più in giro. - le dissi.

Lei alle mie parole sussultó, ma non proferì parola; non parló neanche quando si raddrizzò e si avviò verso la sua camera, ignorandomi.

- Elisabeth mi hai sentito, non fare finta di niente. - dissi, cercando di mantenere la calma.

Ma lei non disse nulla; intanto era arrivata alla sua camera e stava cercando le chiavi nella borsa.
- Elisabeth, rispondi. - continuai a chiamarla mentre la mia calma stava mano mano sparendo.

Ma lei niente.
Provai a resistere, provai a convincermi che avevo confuso tutto; provai anche a pensare a lei come una persona qualunque, ma non ci riuscii. Beth non era chiunque.

Andai da lei con un passo veloce, poi la presi per un braccio e la feci girare verso di me.
- Ora dovrai ascoltarmi, abbiamo capito? - dissi rigido, avevo perso il nume della ragione.

Lei mi scrutó profondamente fissandomi negli occhi, e io fissai i suoi. Erano lucidi, avevano perso quella luce che ogni giorno li rendeva così accesi e belli; poi capii. Lei era nella mia stessa situazione.

- Niall, per favore. - sussurró lei piano, rimanendo aggrappata alla mia camicia.

- No. - capii cosa stesse intedendendo, ma io non avrei lasciato perdere tutto. Non più.

- Ho sbagliato, mi sono sbagliata prima in ascensore, sono stanca e non ragiono in modo chiaro. - disse ridendo, facendo finta di scherzare.

Le sue parole furono brutali, ma io non volli crederle, ma la ferita era li, la rabbia era ancora parte di me e persi la ragione definitivamente.

- Vedi come sei? Prima io provo ad avvicinarmi a te, all'appuntamento eri restia, stasera quando hai visto Charlotte con me non hai fatto niente, poi mi baci in ascensore e cinque minuti dopo fai finta di niente. Porca miseria Elisabeth, ma come ti comporti? -

Lei alzó lo sguardo staccandosi dal mio petto, spingendomi leggermente. - Vuoi davvero farmi passare per quella cattiva? - gridó iniziando puntandosi un dito al petto - Sei tu il primo ad avermi usato per dimenticare qualcuno, ammettilo Niall, che "troiaterapia" e viaggi, tu avevi bisogno di qualcuno con cui sfogarti, qualcuno con cui litigare dalla mattina alla sera, qualcuno da odiare. Hai trovato me ed ero l' elemento perfetto; una settimana e saresti rinato. E adesso? Questo elemento è rimasto.. - s'intetruppe lasciando sospesa la frase. La vidi con gli occhi lucidi e la faccia leggermente arrossata; tratteneva una crisi di pianto con tutta la rabbia che aveva dentro.
Ma lei si stava sbagliando su tutto.

Aspettai che continuasse il periodo, poi finalmente quelle parole.
- È rimasto fregato. Perché questo elemento si è innamorato di te, Niall. -

12 || Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora