Il pensiero fisso di quei giorni era nonna e Marco, al loro matrimonio, al loro amore realizzato.
Lo ripeteva nonna, c'è sempre tempo per tutto, dalle piccole cose alle più grandi; non importa se siano dei desideri nascosti o dei sogni, hai la capacità di riuscire in tutto quello che fai. Basta che tu lo voglia. E lei ha sempre creduto in Marco, anche accanto ad un altro uomo, di nascosto, ma lo ha fatto.
E finalmente, i suoi sforzi sono stati ripagati.Aggiusto il mio bel abito, costato un occhio della testa, e sinceramente, lo sistemo perché spese aggiuntive per eventuali, anzi eventualissimi visto che lo sto indossando io, infortuni non sono nei miei programmi.
Mi guardo allo specchio: hair on fleek, il dress is apposto, scarpe too much alte ma chissen so' wonderful.. sembro una Barbie, senza Ken.
Ahimè, Ansel aveva impegni questa sera.Varco la soglia della chiesa, allestita sobriamente, con fiori sparsi qua e là e qualche decorazione. Lo zampino di mia nonna si vede, eccome.
Guardandomi intorno mi rendo conto che di parenti ce ne sono pochi, anzi, la maggior parte degli invitati sono a me sconosciuti. Saranno parenti di Marco, senza dubbio,solo mi secca il fatto che di Darwin ce ne siano poco più di un paio.Comunico questo mio dispiacere a mia zia e vi aggiungo uno sbuffo.
Ma, una mano mi tocca la spalla, delicatamente.- Posso ritenermi un Darwin anch'io, se mi dai il permesso. -
Delle spalle larghe, cornici di un corpo rigorosamente pallido, spuntano alle mie spalle.
Ma io lo riconobbi dai suoi capelli, tinti, di biondo.
- Testabionda! - lo saluto, saltandogli addosso e stringendomelo in un abbraccio. Lasciai alle spalle i ricordi di lui, semplicemente perché non volevo guastare il mio animo gioioso.Ma ammetto che è durato solo un secondo.
- Elisabeth, voglio troppo presentarti Camille, la mia fidanzata. -
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Non dico che provavo dei sentimenti per lui, ma vi ero ancora legata. Abbastanza.
Okay, mi rodeva.
E parecchio.
Dopo le presentazioni siamo rimasti a parlare tutti e tre. Il loro matrimonio si sarebbe tenuto nelle prossime settimane, e si vedeva lontano un miglio che erano una coppia felice.
Lei era francese, alta e di classe. Lui sembrava un accessorio accanto a lei, perché credetemi, era talmente bella da abbagliare chiunque.
Niall era un uomo molto fortunato.Ed era bello come il sole.La cerimonia fu fantastica e commovente. Durante il pranzo, sedevo al tavolo principale, accanto a mia nonna, che commossa mi stringeva forte la mano. Avrei voluto chiederle il motivo della presenza di Niall al suo matrimonio, ma sapevo che era solo una scusa per riuscire a parlare ancora di lui.
Ma, le portate sono quello che voglio dimenticare più di ogni altra cosa. Io, da brava mangiona, ho mangiato di tutto, ma ho spudoratamente esagerato. Mi sentivo un provolone. Così, mi sono spostata verso i giardini, per.. beh, perdere la mia eleganza.
- Porca miseria, Elisabeth, e vorresti insegnare questo ai tuoi alunni? -
Smetto di fare ci, visto l' IMMENSO imbarazzo.
- Per un momento ho pensato che fossi un uomo. - continua la voce.- Spiegami, tu hai il talento di apparire sempre nel momento sbagliato nel posto sbagliato? - Mi giro, ridendo, riconoscendo il viso conosciuto. Era Niall, solo.
- Stai alludendo a qualcosa, Darwin? - ride anche lui, sembra tutto come sette anni fa.
Continuo a sorridere. Ho superato la sua perdita, dopotutto è stata una cosa passeggera, ma profonda. Mi ha investito completamente e la notte, alcune volte, mi sembra di sentire il suo profumo. Quello che dopo tanto annuso veramente, nella vita reale.
- Beh, tu sei sempre arrivato così, all'improvviso. Basta pensare a come ci siamo conosciuti, non eri nei programmi. -
- Dicono che le cose belle arrivino in questo modo. - sorride, in un ghigno.
- Viva la modestia, testabionda. -
Alzo lo sguardo e noto che lui mi stava guardando. - Che c'è? - gli chiedo.Lui sospira. - Quanti anni abbiamo buttato al vento, Elisabeth. -
Lo guardo confusa.
- Il viaggio di sette anni fa doveva finire in un altro modo. Pensaci. -
- Che importanza ha ora? Stai anche per
sposarti. -Il suo viso si incupisce, e non ne capisco il motivo. - Che cosa eravamo noi, per te? -
Era chiaro che anche lui, sette anni fa, era nella mia stessa situazione. Siamo andati avanti entrambi, ma i sentimenti di quei giorni hanno completamente travolto entrambi.
- Non lo saprei dire, Niall. - sospiro, - tu credi nel destino? -
Niall inizia a ridere. - Dai, sono seria. -
- Okay, beh.. - si ferma di colpo, facendosi scappare qualche risolino, - Mh.. forse. -
- Bene. Forse noi siamo solo una di quelle coppie destinate ad un'altra vita. -
A quel punto lui scoppia a ridere a crepapelle. Sorrisi anche io, e lo guardai intensamente.
Eravamo cambiati, ma le emozioni erano sempre lì,nascoste nel profondo del mio cuore.- Io non so cosa eravamo Niall, ma so solo una cosa per certo: io ti amavo. Credo che quei momenti passati con te, anche se pochi, sono bastati per farmi cadere ai tuoi piedi. - sospirò - Ma quando l'ho capito era troppo tardi. -
Lui mi guarda soddisfatto, con aria piena di sé. - Ecco cosa volevo sentirti dire. Era troppo tempo che lo aspettavo.-
Gli sorrido e abbasso la testa, forse un po' delusa. Anche io volevo sentirgli dire qualcosa di diverso, ma che cosa potevo aspettarmi, stava per sposarsi.
- Andiamo? La festa chiama il tuo nome, Elisabeth. - dice lui, porgendomi la mano. L'afferro, fiera.
Poi solo gioia. Niente ripensamenti o tristezza, solo pura gioia.
Ma lui era andato via per sempre.
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12 || Niall Horan
FanfictionSi dice che l'amore vero sia eterno,che leghi due persone da sempre, e che ciascun amante abbia quella forza per lottare per l'altro, per averlo suo a vita. Ma ci sono anche diversi ostacoli, e uno di questi è il tempo. Marie Bernard questo lo sape...