Dimenticanze

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Capitolo ventisette.

BETH' S POV.

La luce del mattino fu la causa del mio risveglio, dato che la notte prima avevo dimenticato di chiudere le tende.
Come biasimarmi alla fine?

Avevo solo una coperta sopra di me, come anche lui.
Diamine, la sua figura dormiente abbracciata al mio corpo sarà stata sicuramente la miglior cosa della mia vita; era come se la stessa sensazione di calore che avevo provato quella notte non si fosse mai staccata da me.
Ed era lui la causa. Era così incredibile il fatto che qualche ora prima avevo un' idea completamente diversa su di lui, ed era forse questo il motivo per cui io ritenessi i miei sentimenti cosí speciali.

Girai la testa per vedere che ora fosse ma ero così assopita che non riuscivo a mettere a fuoco l'immagine, ma non ci feci caso e pensai che sarebbe stato perfetto rinfrescarsi un po'.
Beh insomma, dopotutto mi pare giusto.

Mossi lentamente le gambe cercando di non svegliarlo, ma mi fu impossibile farlo visto che il suo braccio avvolgeva la mia pancia.
Allora tentai di spostargli il braccio, ma mentre lo stavo alzando, lui mugugnò qualcosa di indecifrabile.
Fortunatamente stava dormendo ancora.

Finalmente riuscii ad alzarmi e ad avviarmi verso il bagno portando con me una parte delle coperte per coprire il mio corpo.

Cercai per tutta la stanza il mio cellulare, tra i vestiti sparsi per la camera alla parte più nascosta dei comodini.
Imprecai quando lo trovai sotto l'amardio e dovetti abbassarmi, con tutte le coperte intorno, e prendere quel coso maledetto. Ancora mi chiedo come abbia fatto a volarci fino la sotto.
Mi girai per accertarmi che Niall stesse dormendo ancora e tirai un sospiro di sollievo quando lo vidi abbracciato al cuscino.

Digitai il numero di Jennifer, sperando in una sua risposta.
Mi avviai verso il bagno con l'intenzione di fare una doccia, ma neanche a pensarlo che andai ad urtarmi contro l'anta dell'armadio lasciata ancora aperta.

- Merda! - imprecai, toccando quella parte di testa dolorante.
Quando gli psicologi parlano di buongiorno perfetto intendevano i miei.

- Buongiorno anche a te, Beth. - la voce assopita della mia amica rispose dall'altra parte del telefono. - Vedo che sei mattiniera oggi. -

- Mattiniera? - domandai confusa, ma mi risposi sola guardando l'orologio accanto al letto, la botta alla testa mi aveva svegliato del tutto. - Cavolo, sono davvero le sette e mezzo del mattino? -

- Benvenuta nel paese delle meraviglie Beth! Che hai combinato questa volta? -

- Niente di particolare, sto solo cercando di uscire da una camera. - dissi, cercando i miei vestiti per la stanza.

- Non siamo mica a Super Mario Bros , tesoro. -

- Ah, spiritosa! - sospirai per riprendere fiato, visto che dovetti contocermi per prendere i pantaloni sotto il letto. - Non sono nella mia camera, cretina. -

- Ah si? Fammi indovinare, hai passato una notte selvaggia con quel tipo dell'aeroporto e ora sei nella sia stanza a cercare i tuoi vestiti sparsi.

Alle sue parole mi fermai in mezzo alla stanza, ancor prima di entrare nel bagno, non rispondedole.

- Elisabeth, non dirmi che sei stata con quel, -

- Posso spiegare,- finalmente ero arrivata alla mia meta.

- Elisabeth Darwin, cosa cavolo hai fatto questa notte?! - m'interruppe lei, spazienrendosi un po'.

- Devo proprio rispondere? -

- Elisabeth! -

- Jen, sono stata bene e starò bene. Non so come si svilupperà questa storia, ma ho capito che non lo odio, gli ho addirittura detto che sono innam, -

12 || Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora