Trasparente

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Capitolo trentuno.

[ Dato che voglio rendere questo capitolo più mare dentro,vi svelo la canzone con cui ho scritto questo capitolo: si chiama Stay High di Tove Lo, sicuramente la conoscete, ma io adoro l'artista e il testo è azzecatissimo al capitolo muaha, buona lettura gn ]

Le uniche emozioni che potevo trasparire in quel momento erano come l'acqua. Trasparenti. Non avevo bisogno di parole che potevano esprimere cosa stavo provando, mi si leggeva in faccia. Provavo così tanto dispiacere e tristezza che tutto il disgusto non era niente in confronto.
Ed era sempre così, provavo a fidarmi un po' di più, e venivo ripagata così.

Ne ero esausta. Non volevo piangere e in un primo momento ci riuscii, ma non ce la feci quando lui venne verso di me aprendo le braccia abbracciandomi ripetendo parole come "Non è come pensi" oppure "Beth, guardami, non è vero".
In un primo momento gli credetti, pensai che tutto quello era solo un sogno. Ma sapevo che dietro quella porta chiusa, giaceva la verità, li pronta, sorridente, felice di avermi distrutto di nuovo.

Poi quel dolore si tramuntò in una forza disumana,capace di allontanare il biondo lontano da me e iniziai a tiragli forti pugni sul petto. Quella ormai rabbia.

- Ho sbagliato tutto, sei solo un aprofittatore, sei, sei un traditore. - urlai, continuando a sfogarmi sul suo petto.

D' un tratto lui si staccò da me, mi prese le mani e le allontanò bruscamente.

- Mi puoi chiamare aprofittatore ma non traditore, - sputò - Noi non siamo mai stati insieme. -

A quella parole mi pietrificai. Mi ero davvero illusa così tanto? Sembravo ritornata al liceo.
Ma ero ancora rabbiosa.

- Quindi ieri notte è solo stato uno spasso? - chiesi, ormai piangente.

Lui mi guardò attentamente, ma non ebbe le parole per rispondere. Non aveva il coraggio ad ammettere la sua vera natura. Tutta quella passione, quella dichiarazione, era solo finzione.
Ma la cretina di quella situazione, era sempre e solamente Elisabeth Darwin.

Non riuscii a spiegarmi la mia improvvisa risata. Era una risata sarcastica, come malefica. Ma era tutt' altra che sincera; dentro di me ero in subuglio.

- Due giorni fa mi hai chiesto quale fosse la cosa migliore e quella peggiore del viaggio in generale. - presi un attimo di pausa, sospirando per tranquillizzarmi leggermente - Quella peggiore sarai sempre tu. Tu con le tue note sarcastiche e i tuoi modi egocentrici, tu che devi sempre avere l'ultima parola. Ma io sono superiore di te. Ammetterò con sincerità, che per me ieri sera era tutto reale, forse la cosa più reale della mia vita. Quindi, sarai anche la cosa peggiore di tutto questo viaggio, ma sappi che sei stato anche la migliore e, e che ti odio da morire per questo. -

- Dici queste cose eppure sei andata da lui Beth. - la sua figura cambiò improvvisamente; da potente divenne tutto il contrario. Debole e fragile, ecco com'era. Il suono triste della sua voce eccheggiò nella mia testa. Notai la faccia arrossata e gli occhi lucidi.
Mi si strinse il cuore vedendolo così.

Ma la verità non era quella.
- Io non sono mai andata da lui, Niall - balbettai, a causa dei miei singhiozzi - lo hai detto anche tu, non siamo mai stati insieme. Come potevo andarmene da te se non ci siamo mai appartenuti? -

Quelle mie lacrime potevano significare tante cose e vederlo così rendevano ancora più difficili le mie azioni.
Feci per andarmene, ma fui bloccata dalla sua voce.

- Ti odierò per sempre per questo. - ripeté le mie parole, con tono ancora più triste.
Focalizzai la sua figura piangente ma resistetti dal girarmi e gli risposi:

12 || Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora