0.22

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Oh, cazzo. No.


Non è possibile... alzo lo sguardo verso yoongi, pregandolo con gli occhi
di fare qualcosa, cambiare qualche regola. 
Scuoto la testa impercettibilmente, voltandomi poi a guardare jungkook.
Lui mi fissa di rimando, con aria di sfida.
Non posso sottrarmi. Non posso farlo vincere. Mi alzo di scatto,
cercando di non guardare taehyung.


-Andiamo.- dico con fermezza, poggiandomi le mani sui fianchi.
jungkook mi squadra dall'alto in basso e si alza, guardandomi serio. I suoi
occhi scuri si perdono nei miei tanto il suo sguardo è concentrato su di me. Quasi mi tremano le gambe.
-Andiamo.- Soggiunge lui senza staccare il contatto visivo, e ancora una
volta mi chiedo cosa mi passi per la testa in certi momenti. Dovevo
andarmene prima di partecipare a questo stupido gioco.
Ci viene indicata una stanza che sembra essere un piccolo studio, poco
distante dal salone.
jungkook mi lascia entrare e, poco prima che chiuda la porta, noto
qualcuno attivare il cronometro del telefono, mentre altri cercano di
vedere oltre lo spiraglio che jungkook si affretta a chiudere, separandoci dal
mondo esterno.
Ora siamo io e lui. Lui ed io. Soli.


Si volta verso di me, ed ha un'espressione indecifrabile, probabilmente
una sorta di rabbia e desiderio messi insieme, lo so perché è la stessa
che devo avere anche io.
Continua a guardarmi e io lascio un pesante sospiro, incrociando le
braccia al petto.
Perché mai ho acconsentito a fare questa cosa.
-Sai.. baciare mio cugino in quel modo deve essere stato bello, il tuo sogno insomma-

 Sputa fuori lui, senza più guardarmi.
Esito un momento, vuole davvero mettersi qui a discutere del mio
comportamento?

-n-non è stato niente- Ribatto, cercando di concentrarmi sui particolari della stanza per non guardarlo. 
-Oh, non è stato niente?- Dice con aria innocente, avvicinandosi di
qualche passo.
-S-si.- Tolgo un capello invisibile dalla mia camicia, cercando di non
prestare attenzione alla sua vicinanza a me, alla mia vulnerabilità ogni
volta che mi parla.
-come noi insomma?- Si avvicina ancora, e mi sento
avvampare. Come diavolo fa a guardare la gente negli occhi senza
distogliere mai lo sguardo? Non batte neanche le palpebre.


lo invece, mi guardo la punta dei mocassini. Non ho il coraggio di
guardarlo in faccia, ho paura di quello che potrebbe accadere se lo
fissassi come lui fa con me; l'intensità con cui lo fa basta e avanza per
tutti e due.
Mi sfiora il braccio con la mano, senza toccarlo veramente, solo
evidenziando un contatto che potrebbe avvenire, che vorrei.
Dio.


Avvicina il viso al mio, scostando poi leggermente i miei capelli e Avvicina il viso al mio.
-cosa siamo Davvero, piccolo j?- Soffia, provocandomi un
brivido lungo la schiena che stento a controllare.
-Non mi chiamare così.- Cerco di ribattere, ma non sono convinto
nemmeno io di quello che sto dicendo. Sta capitando di nuovo quello
che non volevo accadesse.
-Mmm.. perché? Non ti piace?- Sussurra, sfiorando con il naso il mio
collo.-A me sembra che ti piaccia.-
-j-jungkook... basta.- Dico, scostandomi leggermente da lui, che mi passa
una mano sulla schiena, scaldando quel brivido che però non accenna
ad andarsene.


-Non vuoi che ti tocchi in questo modo?- Mi domanda, questa volta
guardandomi più seriamente.
Finalmente trovo il coraggio di guardarlo, sollevando timidamente lo
sguardo verso di lui. I suoi lineamenti, gli occhi scuri, la fronte
aggrottata e il naso leggermente all'insù, che probabilmente starebbe
male sul viso di qualsiasi altra persona ma che sul suo è perfetto, i
capelli un po' scompigliati e il suo tocco caldo ancora presente sulla mia
schiena, come una pressione che mi ricorda cosa il mio corpo realmente
desidera.
È dannatamente bello.
E tutto questo è così dannatamente sbagliato, che finisce per sembrarmi
eccitante. E mi sento profondamente in colpa, per questo.
Lui sembra notare questa mia incertezza, così mi si avvicina ancora di

più, fino a far sfiorare i nostri profili, fino a farmi sentire il suo respiro
rilassato. Perché lui ha sempre tutto sotto controllo, mentre io sono
quello incasinato come non mai, che va fuori di testa a causa dei suoi
comportamenti.
Mentre con una mano continua a tenermi stretto a lui, con l'altra mi
sfiora la guancia, prendendo una ciocca dei miei capelli e passandola
tra il pollice e l'indice, per poi lasciarla andare e accarezzarmi il collo
con movimenti leggeri, come a provocarmi.


-Non vuoi- Ripete, portando lo sguardo in basso, facendo andare a fuoco la mia pelle. 

-Non vuoi, che io ti tocchi cosi?-
Ricongiunge i nostri occhi, e il contatto visivo per poco non mi uccide.
Sento il mio respiro mozzarsi a causa sua.
Voglio che mi tocchi, voglio che mi stringa, voglio che mi tenga vicino a
sé.
Annuisco impercettibilmente, tanto che temo che non abbia capito il
mio assenso a tutto quello che vorrebbe farmi.
E invece noto un cambiamento nei suoi occhi, è come un guizzo, una
scintilla, che mi fa comprendere che ha capito quello che desidero. Però
aspetta che sia io a dirlo, o a fare qualcosa, qualsiasi cosa che dimostri
pienamente il mio interesse per lui.

E proprio quando decido che dovrei azzerare le nostre distanze e
dimostrargli che non sono solo un ragazzino, la porta si apre.
È yoongi, assieme a tae e a tutti gli altri.
Il tempo è scaduto anche oggi.

jungkook si scosta da me, ma prima che riesca a leggere una qualsiasi
espressione sul suo viso, si volta.
Prima di andarsene, senza più guardarmi negli occhi, si avvicina e mi
sussurra qualcosa.
-Quando avrai una risposta alla mia domanda, fammelo sapere.-


E poi rimango solo in mezzo a tutti quegli estranei.

ʀɪᴅɪɴDove le storie prendono vita. Scoprilo ora