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La strada è scura e buia, fa molto freddo, ma non c'è niente che possa
distogliermi dalla mia decisione.
Mi avvicino al grande portone del palazzo in cui fino a qualche giorno fa
pensavo di andare a finire le lezioni con jungkook.

Mi sto addentrando nella tana del lupo.
Come se un bimbo decidesse di guardare sotto al letto dopo che gli
hanno raccontato una storia di paura.
Un rumore sordo proveniente dalla porta d'ingresso mi fa capire che mi sta
osservando.
-Sei in ritardo, piccolo j.-Dice e mi sembra quasi di vederlo sorridere
con quel suo fare malizioso.
-Sai, è un po' lunga da fare a piedi.- ribatto infreddolito

La porta dell'ultimo piano è socchiusa e non me la sento di suonare, mi
ha sorpreso così tante volte che se per una volta sarò io a farlo con lui
non penso se la prenderà.
Ma prima che possa afferrare la maniglia, ecco che spunta il suo sorriso
beffardo.
Ha lo sguardo divertito.
-Ci hai messo tanto, ti eri perso?- Domanda fissandomi mentre io sento
il freddo abbandonarmi sotto il suo sguardo bollente.
Annuisco sommessamente abbassando lo sguardo, per poi tornare a
fissarlo. Non posso lasciare che ancora una volta l'insicurezza si prenda
tutto quello che ho e lo sopprima.


Sento un'innata forza d'animo, sconosciuta ma piacevole, farsi strada
dentro di me e cerco di farla trasparire. Lo squadro dall'alto in basso
senza battere le palpebre.
Indossa dei jeans e una maglietta bianca e come sempre ha l'aria di uno
che sa quello che fa e sa quello che vuole.
E anche io, finalmente, inaspettatamente, mi sento così.


Nei suoi occhi trovo una nota di incredulità davanti al mio cambio
d'atteggiamento repentino, e anche una certa eccitazione che, non
posso nasconderlo, sto provando anche io. La maglia bianca lascia
intravedere il suo fisico, le maniche fasciano appena le braccia
leggermente tese, così come il resto dei muscoli e il viso trasmette una sensazione di desiderio che mi accingo ad accontentare.
-Hai presente tutte quelle cose che volevi farmi, tutte quelle lezioni perse..- Gli chiedo impassibile.
-Si- Dice come in bilico, quasi come se non sapesse dove voglio andare a
parare.
-Bene. Penso che sia arrivato il momento di passare ai fatti. Non credi?-
Domando, fissandolo e inclinando appena la testa da un lato in attesa di
una risposta.


Mi guarda negli occhi e nel momento stesso in cui lo fa la sua
espressione di un istante prima cambia, come se il funambolo avesse
finalmente capito da che parte del filo andare.
Ancora però non mi è chiaro quale sia la decisione.
Mi occorre un segnale.
Un secondo.
Inspiro trattenendo il fiato senza farlo notare, non voglio, dopo tutto
quello che ho detto, risultare incoerente.
Due secondi.
Comincio ad avere un brutto presentimento, e per un momento vorrei,
seppure la mia sicurezza non accenni a diminuire, non essere stata così
esplicita.
Tre secondi.

Sembra che il tempo si sia fermato, possibile che sia così dannatamente
enigmatico ogni volta?
Finalmente sembra volermi dare una risposta, perché solleva
leggermente le spalle come per riprendere a respirare. Probabilmente
era teso quanto me.
-Si.- Annuisce con fermezza, avanzando verso di me e costringendomi
ad arretrare sul pianerottolo fino al muro dove si trova l'ascensore.
Appena sente la mia schiena poggiarsi alla parete, appoggia le braccia al
muro circondandomi e avvicinando il suo viso al mio.
Con una mano comincia a sfiorarmi le braccia e sento la tensione
scivolare via del tutto, ed è una sensazione bellissima.


Lascia un bacio veloce sul collo e sposta le mani sulle mie gambe, che
stringo attorno a lui permettendogli di prendermi in braccio e portarmi
dentro casa. Con un calcio chiude la porta, facendo scattare la serratura
con una mano senza mollarmi un attimo.
Mi stringe fino a quando non raggiungiamo il bancone della cucina,
mi appoggia e un brivido di eccitazione mi percorre la schiena, scatenato dal contrasto tra
la fredda superficie marmorea e il suo tocco bollente.
Soffia sul mio collo e poi preme le labbra sullo stesso punto, succhiando
e mordendo leggermente la mia pelle diventata ormai ipersensibile.

Lascio che un gemito incontrollato mi sfugga dalla bocca, e sento il suo
sorriso spuntare prima di cominciare a baciarmi sui succhiotti che mi ha
provocato, sfiorandomi intanto le braccia.

Quando tutto diventa così piacevolmente insopportabile, afferro il suo
viso fra le mani, costringendolo a far unire le nostre labbra dopo un
distacco durato fin troppo a lungo. Le sue bollenti si scontrano contro le
mie, tiepide, riportando in vita l'effetto ormai a me fin troppo noto:
brividi freddi lungo la schiena causati dal suo calore impossibile. Freddo
e caldo, freddo e caldo, tutto così contraddittorio eppure così
spontaneo.


-Ti piace?-domanda, inspirando l'aria che stiamo dividendo,
lasciandomi ulteriormente senza fiato; annuisco con forza incapace di
formulare una qualsiasi frase di senso compiuto, il che sembra
divertirlo.
Sogghigna soddisfatto e il nervosismo degli incontri precedenti nei quali
questo gesto non faceva che seccarmi si trasforma in una fitta allo
stomaco, che mi si attorciglia facendomi venire la pelle d'oca.
Lo supplico con lo sguardo di non parlare, bensì di continuare a fare
quello che sta facendo, qualsiasi cosa sia.
Mi abbandono alle sue tentazioni per qualche minuto ancora, fino al
momento in cui diventa impossibile resistere più a lungo.


Mi basta dare una veloce occhiata al rigonfiamento nei suoi pantaloni
per capire che anche lui desidera qualcosa in più.
I nostri corpi rendono ormai così palese il loro desiderio reciproco che
ignorare le loro richiesta sarebbe un insulto alle relazioni umane
Allaccio le gambe dietro alla sua schiena, lasciando che lui si avvicini a
me, fino ad annullare del tutto le distanze
-Portami in camera da letto.- Sussurro al suo orecchio, cercando di far
sembrare il mio tono controllato. Alzo gli occhi facendo incastrare i
nostri sguardi. I suoi sono resi scuri dalla poca luce, ma vedo uno
scintillio non appena termino di formulare la mia richiesta.


Prima che possa aggiungere qualcosa, mi solleva nuovamente,
avanzando con sicurezza nel salone e conducendomi verso la sua
stanza.
Il corridoio sembra infinito, ma quando arriviamo so che l'attesa
probabilmente sarà ripagata ragionevolmente.

ʀɪᴅɪɴDove le storie prendono vita. Scoprilo ora