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Entró in casa senza aspettarsi di trovare nessuno in soggiorno visto che
suo padre sarebbe stato via sino al week end successivo per un viaggio
di lavoro e la madre era sicuramente fuori , certamente non si era
aspettato di trovarsi davanti jeon Yoon jae.
"Buonanotte" gli disse cercando di abbozzare un sorriso visto che non
aveva davvero nessuna voglia di discutere.
Si mosse verso le scale, ma non le aveva ancora raggiunte quando lui
parlo: "Non credevo sarebbe durata così a lungo"
Sembrava quasi un commento casuale, quasi.
Immediatamente la mascella di jungkook si serró, cosí come i suoi pugni
Il suo intero corpo teso come la corda di un arco.
"Neanche io pensavo che saresti rimasto qui" ribatte senza
voltarsi.
"Stavo parlando di te e quel ragazzo" mise appunto ,jae si avvicinó, il rumore delle sue scarpe sul pavimento gli rimbombó nelle orecchie.
"Non ho chiesto la tua opinione" Ringhió voltandosi, se dovevano avere
una discussione almeno l'avrebbe affrontata faccia a faccia
suo fratello lo guardó dall'alto in basso, facendolo sentire sbagliato
e inadeguato, ci riusciva sempre.
"Cosí acido" commentó.

"lo acido? Non sono io quello che si intromette negli affari altrui"
Improvvisamente aveva di nuovo dodici anni ed era arrabbiato con il
mondo intero, ma soprattutto non si era ancora rassegnato alla
presenza di un tale idiota nella sua vita "Come ti permetti di trattarmi cosí? Dovresti portarmi rispetto." Scattó subito lui alzando la voce

jungkook non ci vedeva più, era stufo di tutto questo.
"Non ti meriti il mio rispetto, non l'hai mai fatto e mai lo farai!"
"Sei soltanto un bambino viziato, sei tu quello che non merita rispetto"
sibiló Yoon jae , consapevole del veleno nelle sue parole e dell'effetto
che avrebbero avuto. "Ti atteggi da uomo vissuto, ma sei soltanto un
ragazzino che non sa fare altro che piangersi addosso. Non sei come tuo
padre o come me e non lo sarai mai, non ne vali la metà "
I denti di jungkook avrebbero potuto saltare per la forza con cui li stava
stringendo.

"Il fatto che papà sia un'idiota è più che evidente dal fatto che ti faccia rimanere qui a casa" ribatté.
yoon jae scosse la testa, aveva un sorriso crudele dipinto sulle sue labbra secche.
"Quindi cos'è jimin per stare con uno come te?" Chiese gelido.

jungkook si sentí sprofondare, quello era un colpo basso.
Soprattutto perché sapeva perfettamente quanto lui fosse insicuro e
non si sentisse all'altezza del suo ragazzo.
"Perché devi sempre intrometterti?" cercó di continuare a respirare in
modo regolare, ignorando il suo cuore che sembrava voler esplodere da
un momento all'altro.
"Lo faccio per il suo bene, jimin è un ragazzo molto bello, penso sia anche promettente, non merita di essere ostacolato" questo faceva ancora più male, soltanto l'ennesimo tentativo di sbattergli in faccia quanto fosse inadeguato.

"'Ma se nemmeno lo conosci!" a quel punto jungkook stava urlando, ma non
gli importava
Era cosí arrabbiato.

"non illuderti... il fatto che ora lui stia con te non significa niente: si stuferà e ti lascerà, come ha non sempre fatto tutti i tuoi grandi amori. Apri gli occhi: non ti ricordi già più
com'è iniziata tra voi? L'avrebbe fatto con chiunque."

"Quindi ora ti preoccupi per me?" jungkook era incredulo, cosí pieno d'ira da
poter scoppiare da un momento all'altro. "Non ti è mai fregato niente di
me!" gridó
"Non mi hai mai permesso di avvicinarmi! È normale che qualcuno ci
rinunci ad un certo punto" anche Yoon jae stava urlando.
"Io? Tu non mi volevi! Non osare dire il contrario! Non volevi me tra i
piedi come non volevi mamma e papà !" le sue mani stavano tremando.
"Perché pensi che fosse facile convivere con un bambino apatico che
non faceva altro che piangere e due genitori che mi davano sempre
contro? Ho sempre sostenuto che avevate bisogno di un sostegno
psicologico, ma nessuno mi ha mai ascoltato!

yoon jae continuó a gridargli contro, ma lui lo ignoró, chiudendosi in
camera e tappandosi le orecchie mentre fingeva che non esistesse.
Andava tutto bene, le sue parole non avevano alcun peso su di lui... cosí
come non l'aveva il comportamento di quella ragazza al cinema, degli
sconosciuti per strada, della scuola, di suo cugino, di tutta quella storia , dei ragazzi che lo
prendevano in giro , o tutti i rifiuti che aveva ricevuto nella sua
vita. Ma se davvero tutto cio non significava niente perché le sue mani
stavano tremando e le sue guance erano rigate di lacrime?

ʀɪᴅɪɴDove le storie prendono vita. Scoprilo ora