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pov


Non so spiegare come, ma il rapporto tra me e jungkook, dopo i
meraviglioso momento intimo che avevamo condiviso, sembrava
essersi rafforzato.
Avevamo creato una sorta di intesa vincente durante i due giorni
seguenti a quell'episodio, sebbene non si fosse più ripetuto, ed ero
piacevolmente sorpreso di non aver ancora incasinato niente.
Mi sentivo addirittura in pace con me stesso, la spensieratezza era
diventata parte di me, e nonostante hoseok mi facesse notare con
disappunto che spesso parevo assente, a me andava più che bene.

Seppellii il naso nella sciarpa di lana e raggiunsi il cancello imponente
che ormai mi era familiare. La mano destra teneva stretta una busta
contenente cibo cinese appena comprato e tremava a contatto con
l'aria invernale. Mi rimproverai mentalmente di non essermi ricordato
dei guanti.
Mi apri un jungkook munito di cappello con visiera al contrario.
Ouella visione fu come fare una doccia fredda, ma al contrario di come
potrebbe sembrare, piacevole, rivitalizzante. jungkook aveva rinnovato la
mia vita, mi accendeva con solo l'uso di uno sguardo. Il suo
sguardo.

Tentennai prima di alzarmi sulle punte e scaldargli le labbra con un
bacio, la busta piena di cibo era scomoda mentre tentavo di avvolgere il
suo collo per un saluto migliore.

-Buongiorno raggio di sole.- Canticchiò.
Ero felice di vederlo così allegro, ormai era raro scontrarsi con il broncio.
-Fuori c'è tutto tranne che il sole. Si congela.- Slegai la sciarpa e cercai
di liberarmi del cappotto, con solo l'impedimento delle braccia di jungkook
ancora avvolte introno a me.
-Sei tu il mio sole.-
disse prima di stampare un bacio fugace nella mia fronte.

Si abbandonò sul divano ed io lo seguii decidendo di
mantenermi ad una certa distanza, con le cosce serrate e le mani
congiunte sul grembo. Il suo sguardo perso mi metteva agitazione,
sembrava consumarmi secondo dopo secondo.

Accarezzai la sua nuca sfiorando con le dita i capelli districati dai nodi e
mi avvicinai lentamente, mi circondò le spalle spingendomi con impeto verso il suo corpo,
dove mi rannicchiai contro il suo petto, le mie labbra cercarono
immediatamente la linea sul suo collo per lasciarvi un piccolo bacio.
Si preoccupò di scostare alcune ciocche che si erano depositate senza
vita ai lati della mia fronte. Rimase nella stessa posizione per svariati
secondi, con le dita a fermare i miei capelli dietro l'orecchio e gli occhi
fissi su di me. Mi studiò con attenzione: sembrava volesse assimilare
ogni dettaglio di me, rapire la mia essenza e tenersela per sempre.

Corrugai le sopracciglia quando si avvicinò con lentezza estenuante,
un'agonia infinita in cui il suo viso si inclinava e i suoi occhi spezzavano
il contatto con i miei per alternarsi ad osservare le mie labbra, bramose
delle sue, per poi ritornare agli occhi.
Le pressò insieme, con un'esitazione che di lui non avevo mai
conosciuto. Solleticò gli angoli delle mie labbra schiuse per la sorpresa e
incapaci di prendere il controllo. Le mie palpebre continuavano a
battere imperterrite ancora non consce di quello che stava accadendo.

-Noodles?- Chiese curioso, dopo essersi staccato, alla vista della busta che avevo
precedentemente lasciato sul piccolo tavolo che affiancava il divano.
-Si, ho preso quelli al riso. Mangiamo?-
E così ci riunimmo intorno al tavolo, con le bocche piene di cibo e
qualche parola per smorzare l'atmosfera improvvisamente tesa.

non feci altro che notare che mangiava come un bambino affamato, era cosi carino, piegava le labbra quando costatava che lo stessi fissando,come se fosse timido, inarcava il collo di lato trasformando quelle guance di un colorito roseo.

-mi raccomando piccolo j mangia tutto- fini di masticare i suoi noodles,finendo per sorridere.

era un cosi bravo ragazzo, come ho fatto a rincorrere il cugino?

ʀɪᴅɪɴDove le storie prendono vita. Scoprilo ora