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Kenshin guardò Tenryu negli occhi con un bel sorriso. A Tenryu sembrò davvero di essere stato il beneficiario di un miracolo.

"Altezza, tutto bene?"

"Sì. Grazie per essere intervenuto, signor... Kareki, vero?"

"Sì. Guardia imperiale Kenshin Kareki, al vostro servizio, signore."

"Cosa ci facevate qui?"

Il sorriso di Kenshin si allargò. "Diciamo che facevo un giro di pattuglia."

"Sono stato fortunato, allora."

"Siete stato coraggioso, ma vedete, il coraggio non basta. Serve la forza e serve avere coscienza dei limiti della propria forza. È per questo che avete una guardia personale."

"No, è per non farmi scappare dal palazzo."

Kenshin rise, e non succedeva spesso. "Ah! Bello quel passaggio segreto nelle mura!"

Tenryu diventò rosso. "Come lo sapete?"

Kenshin gli fece l'occhiolino. "Sono una guardia, sapere le cose è il mio mestiere. La vera domanda è come faccia a non essersene accorto quel bestione di Zentaro."

Tenryu era deluso. "Adesso dovrò trovare un altro modo per uscire!"

"Ma no, ma no. Non lo dirò a nessuno, promesso."

"Eh?"

"Vedete, se poi trovaste un altro modo di uscire, forse non lo scoprirei immediatamente e non riuscirei a venirvi dietro di nascosto per proteggervi."

Tenryu rimase perplesso per quella affermazione, poi capì. "Mi avete seguito senza farvi vedere sin da quando sono uscito dal palazzo?"

"Certo! Se no che guardia sarei?"

"Ma non siete la mia guardia! Perché l'avete fatto?"

"Perché se no come facevo a salvarvi da questi bulli?"

Tenryu pensò di aver davvero trovato un angelo custode, ma continuava a non capire perché una guardia avesse speso il proprio pomeriggio libero in quel modo, invece di andare a divertirsi per i fatti propri. Alla fine, glielo chiese: "Non avete niente di meglio da fare che stare dietro a me?"

"No", rispose Kenshin. "In fondo è piacevole. Ammiro molto la vostra intraprendenza! E con la spada siete davvero bravo per la vostra età."

In un'altra situazione, Tenryu avrebbe pensato che lo stessero adulando. Gli succedeva spesso di essere blandito in modo strumentale, per esempio con i suoi compagni di scuola, ed era abbastanza intelligente da averlo capito da un pezzo. Tuttavia, lo sguardo di quel ragazzo forte e gentile era sincero: qualcosa dentro il principe si scaldò e lo fece sentire bene.

Si lasciò riportare a palazzo senza fare storie.


Erano quasi le otto di sera; il palazzo imperiale era coperto dalla fioca luce del crepuscolo. Tenryu e Kenshin erano in piedi fianco a fianco nell'ufficio di Nagai. C'era anche il maestro Mutsu ed era scandalizzato.

"Ma signorino, non si può avere per guardia un ragazzo appena maggiorenne! La guardia personale di un principe deve essere scelta tra i più forti soldati del palazzo!"

Tenryu e Kenshin lo guardarono male all'unisono.

"Mi stai dicendo che non sono in grado di giudicare quanto sia forte lui?", disse Tenryu.

"Mi state dicendo che non sono abbastanza forte per proteggere il principe?", disse Kenshin.

Kenshin mise una mano sulla spada. Era tranquillo e disponibile, ma voleva anche essere trattato come tutte le altre guardie; era forte almeno quanto loro.

Aiuto! C'è un drago nel congelatore!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora