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Ancora seduti a bordo campo, Kenshin e Bicchan videro Fushimitsu recuperare la spada da terra, impugnarla e cominciare a inseguire Tenryu di corsa alle spalle. Toshiro aveva allargato la spada in orizzontale, al massimo dell'estensione del braccio. Le sue intenzioni erano chiare: voleva colpire Tenryu in testa con tutta la sua forza, da dietro, senza preavviso.

Un colpo così, con una pesante spada di legno, senza essere preparati a riceverlo, senza l'elmo a proteggere la testa, può persino uccidere.

Bicchan gridò, Kenshin si alzò di scatto e fece due passi in avanti, ma non ce ne fu bisogno. Tenryu era ancora in quello stato incredibile; era ancora un principe drago in modalità di combattimento.

In qualche modo, Tenryu percepì con il pensiero o con un sesto senso il colpo che stava per arrivare. Si abbassò in un attimo, mandando a vuoto l'attacco, poi reagì d'istinto con la spada che aveva in mano. Rifilò a Fushimitsu due colpi tremendi: uno su una gamba, che lo fece inclinare, e uno dritto in faccia, proprio sulla bocca.

Tenryu spiegò poi che avrebbe voluto colpirlo sul petto, ma l'altro si era piegato troppo in fretta. Sta di fatto che Fushimitsu cominciò a sanguinare dalle labbra e sputò a pezzi due incisivi superiori. La gamba gli cedette, e si distese per terra.

A quel punto, Tenryu si risvegliò dal suo stato di guerriero. Era diventata una faccenda troppo seria; lui certo non aveva voluto fare davvero del male a Toshiro Fushimitsu, anche se si stava semplicemente difendendo da un infame attacco alle spalle che avrebbe potuto ferirlo gravemente. Un vigliacco arrogante come quello si era meritato una bella lezione, ma quella era eccessiva.

Bicchan smise di riprendere e accorse spaventatissimo. Prima di lui, però, arrivò Kenshin, fuori di sé dalla rabbia. Si chinò sopra Fushimitsu e si mise a urlare a un centimetro dalla sua faccia. "Cosa volevi fare, volevi ammazzarlo?"

Fushimitsu faticava a respirare. Gli faceva molto male la gamba; forse era rotta anche quella.

Tenryu aveva mutato completamente emozioni; si sentiva responsabile dell'infortunio ed era preoccupato che fosse grave. Fermò Kenshin e cominciò a scusarsi con Toshiro in ogni modo; non sapeva più che fare. Nel frattempo, arrivò anche Hiroshi e cominciò a prendersela con lui: "Bastardo, guarda cosa hai fatto a mio fratello!"

Kenshin si girò e si prese cura di quella nobile piattola. "Senti, stronzetto, abbiamo visto tutti cosa è successo. Tenryu ha esagerato, ma non sarebbe successo nulla se voi non ci aveste insultato e provocato per mezz'ora e se poi tuo fratello non avesse cercato di spaccargli la testa colpendolo alle spalle. Se facciamo vedere il video, quello che ne esce male non è certo lui."

Da terra, sputando sangue, Toshiro Fushimitsu riprese fiato e disse: "Lascia stare, Hiroshi." Era spaventato come chi ha appena visto in faccia il diavolo in persona. Provò ad alzarsi con l'aiuto del fratello, ma non ci riuscì. La gamba doveva davvero essere rotta o almeno incrinata.

A quella vista, Tenryu fu colto dal rimorso. Era sull'orlo delle lacrime; Bicchan lo portò via. Lui ripeté: "Scusa, non volevo..."

Così, Kenshin e Toshiro si parlarono tra adulti, o almeno tra i meno ragazzi dei presenti. Concordarono che fosse meglio per tutti chiudere lì la questione; nessuno avrebbe fatto circolare i video e Fushimitsu avrebbe detto di essere caduto malamente dai gradini delle tribune. Inoltre, la faida tra Tenryu e Hiroshi sarebbe finita quel giorno; Hiroshi non avrebbe mai più maltrattato Bicchan.

Kenshin rimase lì con Hiroshi ad aspettare un'ambulanza, mentre Tenryu e Bicchan andarono via per prudenza.

Quel giorno, oltre a vincere il torneo, Tenryu capì per la prima volta che combattere non è mai un gioco, nemmeno se si fa per sport; e che con una grande forza viene anche una grande responsabilità.

Aiuto! C'è un drago nel congelatore!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora