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Alcune settimane dopo, la scuola era ricominciata e si stava di nuovo avvicinando il compleanno di Bicchan: il compleanno dei sedici anni, il primo del liceo.

Memore del disastro dell'anno precedente, Tenryu decise di prevenire ogni rischio. Il giorno prima del compleanno disse a Bicchan di non aspettarlo al ponte, ma di andare a scuola da solo; conoscendolo, sapeva che sarebbe sicuramente arrivato in ritardo, ultimo di tutta la classe.

Lui, invece, si presentò a scuola molto in anticipo, portando una voluminosa custodia cilindrica in spalla. Aspettò che fossero arrivati tutti a parte Bicchan, si mise in piedi davanti alla cattedra e arringò la classe.

"Cari compagni, domani sarà di nuovo il compleanno del nostro stimato collega Bicchan."

Gli studenti cominciarono a ridacchiare, tranne Hiroshi Fushimitsu, per cui quella era la ricorrenza di una figuraccia epica.

Tenryu continuò.

"L'anno scorso vi ho chiesto un favore informalmente e sappiamo tutti come è andata a finire, quindi quest'anno mi sono organizzato diversamente."

Prese la custodia e ne estrasse il contenuto: era una grossa katana leggermente ricurva, chiusa nel proprio fodero. La classe ammutolì di botto e Tenryu, con tutta calma, continuò il suo discorso.

"Ora, questa è Koyoken, la mia spada ufficiale. È antica, è d'acciaio ed è molto affilata. Naturalmente non la userei mai contro una persona, ma con questa spada posso emettere ordini a nome della casa imperiale."

Improvvisamente, Tenryu bloccò il fodero con la mano sinistra e col pollice liberò la lama; con la mano destra, in un solo movimento fulmineo, sguainò la spada, la portò davanti a sé, ruotò il polso e la fermò con la lama orizzontale e rivolta in basso. Era una procedura formale; in quella posizione la lama non minacciava nessuno, ma il principe stava per emettere un ordine a nome dell'imperatore.

"In nome della casa imperiale io vi ordino: domani nessuno scherzo a Bicchan, nessuna presa in giro, nessuna battuta sul fatto che è straniero. Potete anche non festeggiarlo, ma lasciatelo in pace. Ci siamo capiti?"

Sulla classe era sceso il silenzio: in un modo o nell'altro, l'apparizione di un principe imperiale con una spada sguainata aveva inviato un messaggio sufficientemente chiaro. Senza fare il minimo rumore, la classe annuì tutta insieme con la testa.

"Bene", aggiunse Tenryu, "perché comunque mi porterò la spada anche domani. Non fatemi arrabbiare!"

La classe annuì ancora.

Tenryu rinfoderò la spada, la rimise nella custodia e come se nulla fosse attraversò l'aula fischiettando; posò la custodia contro il muro e si sedette al proprio banco.

In quel momento entrò Bicchan. Trovò strano tutto quel silenzio, ma raggiunse il suo amico. Notò quello strano oggetto nero e cilindrico mai visto prima.

"Cos'è quello?"

Tenryu sorrise. "Ah, non ne ho idea, me l'ha lasciato Kenshin da tenere per la mattinata. Secondo me è di qualche ragazza."


Il giorno seguente, quello del compleanno, l'appuntamento al ponte riprese come al solito.

Bicchan era talmente preoccupato che arrivò in orario. "Ho ancora paura dall'anno scorso. Chissà cosa mi aspetta oggi...", disse subito a Tenkun.

Il principe aveva nuovamente la custodia nera sulla spalla: fece uno sguardo rosso e diabolico da drago. "Non preoccuparti, vedrai che quest'anno andrà tutto bene. Ci saresti domenica per festeggiare?"

Concordarono così che domenica Tenryu avrebbe organizzato una celebrazione; andò bene così, perché il principe era stato talmente preso dal suo piano contro il bullismo che si era dimenticato di pensare a un regalo per il suo amico.

Entrarono insieme in classe; per primo Tenryu, che stranamente agitò davanti a sé quel grosso oggetto cilindrico in modo che tutta la classe lo vedesse bene, e poi Bicchan. A questo punto scoppiò un applauso assolutamente spontaneo: "Evviva Bicchan! Tanti auguri!"

Bicchan pensò che fosse l'inizio di uno scherzo, ma non successe niente; anzi, a pranzo diversi compagni gli fecero addirittura un regalino.

Dopo aver ringraziato, tornò al proprio banco e si sedette vicino a Tenkun per pranzare; era di ottimo umore.

"Incredibile, quest'anno è andata benissimo! Sono proprio contento!"

Poi si girò verso Tenkun, dietro cui troneggiava quella grossa custodia appoggiata al muro.

"Sono contento anche per te! Altrimenti avresti di nuovo dovuto prendere qualcuno a spad..."

Bicchan ebbe un'improvvisa illuminazione. Guardò per bene la forma di quell'oggetto nero alle spalle del suo amico. Rimase senza parole, poi riuscì a malapena a chiedere: "Ma quella è...?"

Tenryu fece uno sguardo trionfante. "Sì. È Koyoken, la mia spada ufficiale. Quest'anno ho pensato di prevenire."

Bicchan era insieme arrabbiato, spaventato e commosso. Forse gli auguri dei compagni non erano stati così sinceri, ma almeno Tenkun gli aveva evitato il rischio di un'altra umiliazione.

Si incuriosì. "Ma davvero puoi portarla a scuola?"

"No. Spero che nessuno vada a dire niente a palazzo, se no finisco in punizione."

Bicchan apprezzò il gesto. "Grazie, Tenkun."

Poi ebbe un altro dubbio. "Ma non la useresti veramente, vero?"

"Certo che no." Tenryu sorrise; aveva soltanto applicato la lezione che gli aveva insegnato Kenshin. "Quasi sempre, più sono bulli e più sono codardi. Basta dimostrarsi forti e scappano subito."

"Me la faresti vedere?"

"Scusa, qui è meglio di no. Te la mostrerò alla prima occasione, magari a palazzo."

In effetti, Bicchan non aveva mai visto il palazzo imperiale dall'interno; Tenryu non poteva fare entrare nessuno. Al massimo, ogni tanto si svolgevano visite guidate aperte alla popolazione, ma solo per la parte pubblica; ed era difficile anche solo trovare posto.

Bicchan espresse dunque il suo desiderio. "Mi farebbe piacere visitare il palazzo e vedere dove vivi!"

"Io non posso fare entrare nessuno, ma domenica ci sono le visite guidate e probabilmente posso farti avere un posto. Non potrò farti arrivare nelle mie stanze, ma posso venire a fare il giro con te."

Bicchan ne fu entusiasta. "Bello! Sarebbe un bel regalo!"

"Volentieri, oggi ci provo e ti dico!"

Tenkun era contento di avere trovato un dono gradito al suo amico, così si misero a mangiare i loro bento.

Bicchan si lamentò. "Uffa, sempre bento, sempre riso. Sai cosa vorrei? Un bel tonkatsu appena fatto."

Il tonkatsu è l'equivalente orientale delle cotolette di maiale impanate; data la perfezione dell'arte culinaria locale, ne esistono molte qualità e alcune sono veramente straordinarie.

Tenkun promise allora un altro regalo. "Prima o poi ti farò mangiare il miglior tonkatsu della tua vita!"

つづく (continua)

Aiuto! C'è un drago nel congelatore!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora