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Così, Bicchan poté arrivare per la prima volta nella camera del suo amico. In verità, non era una sola stanza; era un intero appartamento dentro un edificio indipendente a un piano solo, in un cortile secondario del palazzo. Era una costruzione realizzata secondo le antiche usanze di Orientalia, in legno di cedro e di cipresso, con i pavimenti di paglia intrecciata.

Dal cortile, attraverso una porta scorrevole, i ragazzi entrarono in una piccola anticamera in cui si tolsero le scarpe; da lì, attraverso un'altra porta, sfociarono in una grande sala con un basso tavolo al centro. Sui due lati si trovavano delle nicchie; ospitavano bellissimi rotoli dipinti che sembravano antichi, talvolta accoppiati a un vaso decorato di fiori o di animali. In una nicchia più larga, su un supporto di legno, era appoggiata orizzontalmente una spada. Tenryu gliela indicò: "Quella è Koyoken."

Salendo un gradino, Bicchan raggiunse l'ampia soglia della camera da letto; quello era il posto dove dormiva Kenshin. Oltre la porta di legno e di carta, la stanza di Tenkun era in pieno disordine; vestiti, libri, fumetti, scarpe, bottigliette, resti di cibo, materiale di ogni genere. Bicchan notò con sorpresa che non c'era un letto e nemmeno un futon, ma solo un grande spazio vuoto sul pavimento.

"Vengono a mettere il futon ogni sera", gli spiegò Tenryu, "e a toglierlo ogni mattina dopo che sono uscito."

In compenso, davanti a quello spazio c'era una finestra di vetro; dava su un meraviglioso giardinetto. Doveva essere bello guardare fuori da lì.

L'appartamento conteneva ancora diversi altri locali. C'era un grande bagno tradizionale; era dotato sia di una postazione seduta per la doccia, sia di una grande vasca da bagno in legno di pino koyamaki. C'era una stanza piena di armadi e Bicchan non osò chiedere cosa ci fosse dentro. C'era una saletta con un televisore, una scrivania e uno scaffale di libri e fumetti, anche se lo scaffale era mezzo vuoto perché i manga erano tutti in terra nella camera da letto. C'era una piccola palestra che pareva dedicata solo agli allenamenti di combattimento; i tatami di paglia del pavimento erano stati ricoperti con tatami di gomma, e su un muro erano appesi elmi e spade di legno. Non c'era una cucina, ma c'era comunque una stanzetta con un lavandino, un frigorifero e un bollitore per il tè.

Bicchan non fu così colpito dal fatto che il suo migliore amico, a nemmeno sedici anni, abitasse da solo in un appartamento grande il triplo di quello in cui vivevano normalmente le famiglie di Orientalia; in fondo, era pur sempre un principe imperiale. Fu colpito invece dal fascino di quella commistione di antichità e modernità, di materiali semplici e oggetti di lusso, di natura e tecnologia. Era un tipo di ambiente a cui Bicchan non era assolutamente abituato, ma era forse l'esempio migliore del perché quel Paese straniero e lontano, in cui era andato tanto di malavoglia, stesse sempre di più stregandolo e legandolo a sé. In quell'angolo di mondo sembrava sempre tutto semplice, razionale e ben organizzato, eppure piano piano Bicchan aveva intuito che sotto c'era qualcos'altro; non capiva ancora cosa, ma gli venne voglia di scoprirlo insieme al suo amico... se solo il suo amico fosse riuscito prima o poi ad avere la possibilità di allontanarsi per davvero da quel palazzo.

A un certo punto, Tenryu lo spinse quasi a forza nella camera da letto. "Arriva Mutsu! Stai chiuso qui per un attimo." Gli chiuse la porta scorrevole in faccia; Bicchan non ebbe altro da fare che guardarsi attorno. Passò diversi minuti a bocca aperta davanti a un meraviglioso rotolo antico su cui era dipinto un drago grigio e nero, raffigurato fin nei minimi dettagli.

Mutsu entrò dal cortile nella sala principale e fu seguito da due camerieri con due grossi vassoi pieni di cibo; uno era occupato per intero da una montagna di tonkatsu.

"Ma a cosa vi serve tutto questo cibo, signorino?", chiese Mutsu.

"Non posso offrire un lauto pranzo alla mia guardia personale? Non vi preoccupate, io e Kenshin abbiamo fame. Lo finiremo tutto!"

Gli inservienti posarono i vassoi sul basso tavolo in mezzo alla stanza e se ne andarono, seguiti da Mutsu.

Tenryu fece uscire il suo amico. "Buon compleanno, Bicchan!"

Bicchan, bardato nel suo bel kimono blu, cercò di sedersi inginocchiato per terra come gli aveva insegnato Tenkun, ma fallì miseramente.

"Non ti preoccupare, siediti come riesci! Basta che non lo strappi."

Mangiarono di gusto; quel tonkatsu era veramente buonissimo, quasi celestiale. La panatura era spessa e croccante, la carne era ancora succosa, e ognuna delle strisce in cui la cotoletta era già stata tagliata inaugurava una festa dei sensi; fu un'esperienza straordinaria. Bicchan non aveva mai avuto una festa di compleanno in un palazzo imperiale; e anche se erano solo in tre, e in Orientalia non aveva altri amici, era veramente felice.

Alla fine, Tenryu si alzò e andò a prendere la spada; si mise a distanza di sicurezza e gli fece vedere alcune mosse. A Bicchan sembrò che il suo amico fosse migliorato parecchio rispetto al combattimento del compleanno precedente; era velocissimo, elegante e preciso. La spada iniziava a muoversi senza preavviso, accelerava in un attimo e disegnava traiettorie alla velocità della luce, fermandosi poi improvvisamente nel punto e nella posizione di destinazione.

"Quest'anno finalmente potrò partecipare al torneo degli eredi feudali", gli spiegò Tenkun. "Non intendo fare brutta figura, specialmente con Fushimitsu!"

Rimise via la spada e si sedettero di nuovo attorno al tavolino. A quel punto, Bicchan era quasi commosso; sentì di dover fare qualcosa. Si alzò e si inchinò in segno di ringraziamento, prima a Kenshin e poi, profondamente, al suo amico Tenkun.

"Vi ringrazio. È una magnifica festa di compleanno... e il tonkatsu era pazzesco, il migliore che abbia mai mangiato in tutta la mia vita."

A quel punto, Kenshin gli fece una domanda. "Ma c'è un motivo per cui il tonkatsu ti piace così tanto?"

Bicchan fu colto di sorpresa, ma era felice; decise che quella festa valesse un racconto dal profondo del cuore, e narrò un episodio che nessuno degli altri due aveva mai conosciuto.

つづく (continua)

Aiuto! C'è un drago nel congelatore!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora