Episodio 5: Tonkatsu!

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A metà agosto, l'afa sulla capitale di Orientalia si era fatta insopportabile. Le persone vivevano sdraiate davanti ai condizionatori d'aria e uscivano il meno possibile; gli animali pregavano le divinità naturali di mandare il vento e la pioggia. Persino le carpe koi boccheggiavano nei laghetti con molto più boccheggiamento del normale.

Subito dopo il salvataggio del bosco e del mulino, la scuola era finita e Bicchan era volato via per visitare i parenti in Eridania. A differenza dell'anno precedente, però, quell'anno era rimasto nel suo Paese d'origine solo un paio di settimane; tutto sommato, anche se quando era arrivato due anni prima non l'avrebbe mai ritenuto possibile, aveva scoperto che Orientalia gli mancava più di Eridania. Era dunque ritornato presto; per fortuna, i suoi genitori avevano immediatamente ripreso il lavoro e lui aveva quasi sempre la casa libera per tutto il giorno.

Le fughe di Tenryu verso casa di Bicchan erano riprese immediatamente, ma il principe era irrequieto. Di fatto, con Kenshin e con Mutsu esisteva un patto non scritto: lui poteva uscire, non ufficialmente e sotto la discreta sorveglianza della sua guardia, per andare dal suo amico e per girare ogni tanto i quartieri centrali della capitale, ma non sarebbe mai dovuto andare più in là di così. Tenryu, invece, avrebbe voluto scoprire il mondo.

Così, quando improvvisamente Tenkun sparì, Bicchan si preoccupò. Lo aveva già dissuaso una volta dallo scappare definitivamente dal palazzo; forse stavolta era fuggito anche da lui? Non rispondeva ai messaggi, né alle telefonate; non dava alcun segno di vita.

Infine, dopo tre giorni, Tenryu riapparve.

Bicchan gli aveva scritto questo: Tenkun, dove sei? Oggi è l'anniversario del mio arrivo in Orientalia due anni fa. Stasera la casa è libera, mi piacerebbe festeggiare con te. Vieni, dai!

Tenryu, riemergendo dal nulla, gli rispose con una sola domanda: Davvero sei arrivato esattamente in questo giorno?

Bicchan confermò e insistette nell'invito. Non ebbe risposta e riprovò ancora, ma non ricevette più niente.

Sbuffò e rimase deluso, ma alle otto di sera un principe drago completamente avvolto in una felpa grigia spuntò senza preavviso sotto casa sua.

Bicchan lo fece salire; quando lo vide, si preoccupò ancora di più. Tenkun si tolse la felpa e mostrò il proprio sguardo. Era rosso, ma non rosso come quello imperioso di un drago; rosso come quello di chi ha pianto a lungo.

"Cosa è successo?", gli chiese subito Bicchan.

"Niente. Giochiamo."

"Ma..."

"Giochiamo, ho detto. Voglio festeggiarti come si deve."

Giocarono, ma Tenkun era muto, e a Bicchan faceva male il cuore; continuava a chiedersi cosa fosse successo. Era raro che Tenkun diventasse taciturno, ma non era la prima volta. In quelle situazioni, quasi mai il suo amico gli aveva confidato il problema; Bicchan pensava che lo facesse per non deprimere anche lui, ma avrebbe preferito condividere con Tenkun anche i momenti più tristi.

Alla fine, improvvisamente, Tenryu gli fece un'altra domanda. "Hai mai provato il desiderio di volare via per non dover affrontare la realtà?"

"C'è qualcosa che non vuoi affrontare?"

"No, non ora. È successo in passato, due anni fa, proprio il giorno in cui sei arrivato in Orientalia."

Bicchan intuì immediatamente quale fosse l'evento che lo tormentava ancora, ma non glielo disse. Il suo amico aveva bisogno di essere aiutato a mettere da parte quel ricordo terribile; già una volta in passato Bicchan aveva sbagliato, ricordandoglielo inutilmente, e aveva imparato la lezione.

Comunque, anche per lui quel giorno di due anni prima era stato molto duro; all'arrivo in Orientalia si sentiva un mostro cacciato via da casa sua per punizione, anche se ora era contento di essere lì. In fondo, la sua situazione era stata anche buffa.

"Anch'io quel giorno non volevo affrontare la realtà, però mi trovavo su un aereo. Come si fa a sognare di volare via da un aereo?"

Tenkun pensò un attimo al caso in cui si era trovato il suo amico; ne colse l'amara ironia. Incredibilmente, sorrise; anzi, in maniera persino eccessiva, quel pensiero del suo amico che in un aereo sognava di volar via su un altro aereo lo fece ridere. Rise forte per un pezzo, perché in realtà doveva buttar fuori tre giorni di solitudine e di tristezza; e anche Bicchan rise con lui.

"Vedi", disse infine Tenryu sorridendo, "per fortuna che ci sei tu. Non pensavo che ci saresti riuscito, ma mi hai fatto stare meglio persino stasera."

Poi si incupì di nuovo. "Non so come sarà stanotte, però."

Bicchan riprovò a farlo aprire. "Non me ne vuoi parlare?"

"No."

"Va bene, ma almeno posso darti una cosa?"

Bicchan voleva fargli un regalo. Non era riuscito a fargli un regalo neanche per il suo compleanno: del resto, cosa si può regalare a un principe che ha già tutto, tranne la libertà?

Quindi, Bicchan si alzò e prese da uno scaffale un modellino di aereo.

"Tieni, ti regalo questo modellino. Ti sembrerà stupido, ma per me significa molto: è il simbolo del fatto che si può davvero volare via, e che anche se trovarsi di fronte a un futuro ignoto può fare molta paura, alla fine le cose andranno meglio. Tienilo con te! Se stanotte ti sentirai triste, ricordati del tuo amico e vola via con me."

Tenryu lo ringraziò. Prese il piccolo aereo, si rimise la felpa e sparì nella notte.

つづく (continua)

Aiuto! C'è un drago nel congelatore!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora