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Simone cammina su e giù per quella piccola porzione di marciapiede antistante all'ingresso, aspettando che quel Manuel si faccia vivo prima che suoni la campanella.

Mancano tre minuti spaccati e lui non ha certo intenzione di fare tardi a causa sua.

«Ho trovato traffico. -si giustifica- Buongiorno.»
«Buongiorno. Tanto ancora non sono iniziate le lezioni.» borbotta.

«Te accompagno 'n classe mentre te spiego allora, così non te faccio fa tardi.»

Simone lo guarda e accenna un col capo - sembra quasi gentile adesso.

«Pensavo che potevamo fissa pe' oggi pomeriggio, se non c'hai altro da fa.»

«Ehm nel primo pomeriggio è un problema perché ho gli allenamenti ... se a te va bene dopo le sedici, però la biblioteca della scuola è chiusa. Quella comun-»

«Vieni a casa mia.» propone Manuel senza perdere altro tempo.

«A casa tua?»
«Seh, a casa mia. -ripete- C'è qualche problema?»

Al che Simone scuote la testa e poi la inclina un po'. «Però non so dove vivi.»

«Hai presente la casa de Chiara?»
«Altieri?»
«Si lei, l'amica mia.»

«Più o meno.»
«Sto di fronte io. È 'na casa bianca col tetto scuro, ce sta 'l Range Rover de mi madre parcheggiato fori, la riconosci.»

Il corvino immagazzina tutte quelle nozioni nella sua testa e, in una frazione di secondo, nota che i suoi amici li stanno guardando.

Solo Chicca sapeva quindi sia Monica che Giulio hanno dei volti increduli.

Simone è sempre stato una sorta di emarginato tra quelle mura, il secchione, il ragazzo che non si tende mai ad invitare ad uscire perché 'non puoi parlare di niente che non sia scuola', un fantasma.

E continuava ad esserlo, senza ombra di dubbio, però, ora, lasciava fuoriuscire da sé un'opaca luce che qualcuno vedeva.

«E de che ce l'hai l'allenamento?» domanda curioso poggiando una mano allo stipite della porta.

«Tennis.», non capisce perché gli stia rivolgendo tutte queste attenzioni quando avrebbe soltanto dovuto informarlo sul piano di studi da seguire. Tuttavia non gli dispiace troppo sentirsi apprezzato.

«Figo. -lo guarda dritto negli occhi- Te aspetto dopo allora, se nun trovi 'a casa fammi uno squillo.»

Manuel lo saluta e, senza altri giri di parole, sale la rampa di scale dietro di loro per raggiungere uno dei piani superiori dell'edificio.

«Stava flirtando. -Monica raggiunge Simone poggiando entrambe le mani sulle sue spalle- Da quand'è che si interessa anche ai ragazzi?»

«Io sapevo che prima de partire stava con uno però è finita un po' male.»

Il corvino immagazzina anche questa di nozione e «non era flirtare quello. Stavamo decidendo dove fare ripetizioni dopo.»

La ragazza mora spalanca la bocca, incredula. «È lui il caso umano?»

«Seh.» si stringe nelle spalle.
«E sei sicuro che non ti crea problemi? -chiede Giulio- Non ti farà solo perdere tempo?»

«Così ha voluto la coordinatrice. Non posso fare altrimenti.»

Chicca rimane in silenzio, non dice nulla, si limita a spostare lo sguardo sul soggetto che sta parlando ma non emette un suono.

«Sei incantata?» le domanda Simone con un sorriso sornione.

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