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- buongiorno bellissimə, volevo ringraziarvi per tutto l'affetto che state dando a questa storia, non me lo sarei mai aspettata ma, ad essere sincera, sono molto orgogliosa di tutto ciò! in una settimana poco più siamo già a 5k, siete tuttə pazzə!
Fino a venerdì, purtroppo, non riuscirò a d aggiornare perché avrò l'esame *emoji che piange* quindi necessito di dedicarci tutte le mie energie però, vi assicuro, che poi sfornerò un capitolo o più al giorno per farmi perdonare!!
Bene, il pippone iniziale termina qua, buona lettura stelline ps il capitolo è più lungo così da soccombere l'assenza della prossima settima -


Quei pantaloni neri, abbinati alla camicia verde bottiglia a pois bianchi, erano la cosa più oscena che Simone avesse mai visto.

«Guarda che secondo me, co 'a giacca sopra saresti perfetto, -lo incita Chicca- io sembro Alice ma tu no 'l Cappellaio matto.»

Il corvino sbuffa e si porta davanti allo specchio assumendo un'aria disgustata.

«Nemmeno volevo venirci a questa stupida festa quindi non puoi lamentarti.» volta poi il capo, notando che la ragazze regge in mano un cappello da mago. «Assolutamente no. Non se ne parla proprio.»

Allora Chicca prende il telefono e inizia a registrarlo mentre si avvicina con l'oggetto.

«Sarà l'instagram a decretare il si o no, -ride- mo finisci di preparatte.»

Simone sgrana gli occhi e, se non fosse la sua migliore amica, avrebbe tanto voglia di prenderla a parole ma si trattiene.

Sbuffa sonoramente e torna nel bagnetto che ha attaccato alla camera. È stato obbligato, anche in questo caso, a mettere della matita nella parte bassa dell'occhio così da essere più credibile.

«Come sto?» Chicca, con le mani sui fianchi, fa un giro su sé stessa e poi torna in posa.

«Ti manca la parrucca e poi sei identica.»

«Te 'o scordi, la frangetta mia non se copre pe' niente al mondo.» incrocia le braccia e poi osserva l'amico. «Sei bello, si.»

Lui farfuglia qualcosa e si tinge di rosso le guance. «Non-non mi importa di essere bello, -scuote le spalle- me l'hai detto tu di mettere questa.» poggia poi l'oggetto sul ripiano del lavello.

«'O so.» gli poggia una mano sulla guancia delicatamente. «Ce sta anche Manuel, ve?»

«Non lo so.» mente, gliel'ha confermato giusto giusto il giorno prima della sua presenza alla festa.

«Simò, guarda che nun ce credo manco se me 'o ridici con una faccia più credibile.»

Allora ride e «si, si c'è, va bene?» borbotta.

«Ma quindi .. ti piace davvero?»

«Non lo so Chì.» fa spallucce e porta le mani sui fianchi. «È che mi sembra un altro Manuel quello che è con me da quello che conosciamo a scuola. Non so come spiegarlo. Sto semplicemente bene quando parliamo ... tutto qua.»

Sul volto della ragazza appare un sorriso e si butta alle braccia dell'amico.

«Mo te avviso, -alza un dito- io te auguro che vada tutto bene ma, se disgraziatamente, questo te fa sta male io je spezzo 'e gambe. Intesi?»

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