Simone aveva lasciato casa di Manuel da non molto, una mezz'ora forse, e, tra le mura di casa Ferro, tutto era tornato silenzioso.
Emma e Giada erano crollate sul divano mentre vedevano un film della Disney, Ratatouille, decretando che il protagonista assomigliasse a Simone poiché era stato lui a preparare la cena - ed «ha pure i ricciolini come lui» aveva aggiunto Emma.
Manuel quindi era in veranda con il cellulare aperto su Spotify mentre tra le mani si rigirava una cartina colma di tabacco.
«Non stai a letto?» Anita arriva alle sue spalle poggiando una sopra la sua chioma scura.
«No. -scuote il capo- Tanto domani ce sta assemblea quindi se ma che piscio.»
Allora si becca un'occhiata di dissenso da parte della donna. «Lo so, lo so.» replica lui. «Me devo impegna.»
«Sei intelligente Manuel.» ora si siede di fronte a lui e gli posa l'accendino accanto alla sigaretta. «Fallo solo pe te stesso, pure se questa non è la scuola che volevi fa e ti c'hanno segnato a forza. Finisci e te ne vai così puoi fa la vita che ti meriti.»
Un piccolo sorriso compiaciuto appare sulle labbra del ragazzo e «grazie dei consigli zia, mo basta perché diventi troppo sentimentale e se piagne.» afferma sarcasticamente, facendo ridere la donna davanti a lui.
Accenna un sì col capo e gli sfila la sigaretta dalle mani, se la porta tra le labbra e l'accende. Poi fa un tiro e guarda il nipote. «È carino Simone.»
Quelle parole fanno male per la veridicità con la quale sono permeate. Manuel lo sa che Simone è gentile, buono, onesto e, ovviamente, un bel ragazzo; dall'altra parte però si ricorda quella scommessa fatta, la stessa per cui pensava di ottenere una vittoria immediata, e non sa più se si sente di portarla a termine.
Ora che sta iniziando a conoscere l'altro si sente quasi un vermicello a vederlo soltanto come un corpo senz'anima, forse non riesce più a non pensare a lui senza provare a capire cosa gli passi per la testa.
È bastato poco ma, forse, già ha capito tutto.
Simone deve essere un'anima pura, un ragazzo semplice. Uno diverso dagli sfarzi e le ostentazioni nella quali i loro coetanei vivevano.
Gli aveva detto di essere andato a ballare poche volte, di non apprezzare troppo la confusione e, soprattutto, le persone maleducate.
Invece amava leggere, disegnare, vedere dei documentari sulla storia del loro Pianeta, e anche suonare il pianoforte e giocare a tennis.
Riguardo alle amicizie non aveva detto molto però si era soffermato particolarmente nel fare apprezzamenti sulla propria famiglia e il bel legame che la teneva aggregata. Beato te - aveva pensato più di una volta mentre raccontava.
Si vedeva che era spensierato e appagato dalla vita; un'esistenza semplice, fatta di amore, che portava gioia nelle sue giornate e di coloro che lo circondavano.
Questo era il bello di Simone e Manuel aveva iniziato a scorgerlo, con non troppo facilità e una paura immane che potesse accadere l'inevitabile.
Sarebbe stato il punto di rottura: quel binario che non ha la possibilità di far tornare indietro i treni perché può soltanto farli partire dalla stazione. Una partenza dalla meta incerta ma dal ritorno proibito, ecco cosa temeva con tutto sé stesso.
Soprattutto dato le vere motivazioni per le quali si era avvicinato all'altro.
«Però è più piccolo di te, no?» prosegue Anita. «Mi sembra un ragazzo apposto, meglio di quella Alice con cui ti vedevi prima, se posso dittello.»
«Quella era 'na cretina zi, lo sai.»
«Infatti te lo dissi io, eh.» lo guarda. «Parla 'n po' pure te però, mi pare che ti debba leva le parole de bocca.»«Che ti devo dì?» aspira un po' di tabacco per poi passare l'oggetto tra le mani della donna davanti a lui.
«Ti piace?»
«Ma chi? Simone?»
«Certo Simone, stamo a parla de lui.»Abbassa gli occhi e ferma la musica mettendola in pausa. «No.» afferma sicuro, se ne deve convincere perché quelle palpitazioni che gli fanno fremere il cuore non vanno bene, non con lui. «Mi deve solo aiuta co le ripetizioni de matematica e chimica.»
«Ma oggi non stavate studiando.» fa notare.
«Seh. Solo perché ieri l'avevo fatto incazza.»«Durante le ripetizioni?» continua ad indagare.
«No, al campetto da tennis dove se stava allenando.»Allora sul volto di Anita di forma un sorrisetto compiaciuto. «Sotto sotto te interessa, vedi?»
«Da cosa lo deduci, scusa?» la voce di Manuel suona tesa come una corda di violino dopo essere stata accordata. Se la incrinasse un altro po', probabilmente, non uscirebbero che suoni spezzati dalla sua bocca.
Gli fa male pancia.
«M'hai detto che avete discusso pe' un argomento che, probabilmente, non c'entra niente co matematica e quant'altro.» inizia. «Poi, fattelo dì, se sei andato appositamente al campo pe lui Man-» viene interrotta.
«Non so andato de proposito. Stavamo passando de là insieme, quando hai portato le gemelle al parco.» si giustifica quasi avesse bisogno di scongiurare la possibilità di essersi innamorato di uno come lui.
«Mh. Poi, guarda caso, te sei fatto 'n giro e l'hai beccato.» lo squadra e ride. «Sei 'n ragazzo fortunato Manuè.»
«So serio zia.» controbatte. «Nun me piace Simone, in primis perché ce conosciamo troppo poco e poi perché non me la sento proprio de inizia un'altra relazione dopo lo scatafascio che è stata l'altra.»
Ha i crampi, adesso, si aggiunge anche una nausea generale sparsa per il corpo. Porta una mano al capo e si massaggia le tempie - fa sempre male ricordare ciò che è stato ed ora non è più.
«Fa quello che ti senti allora.» si alza e rimette la sedia sotto al tavolo. «Se c'hai bisogno della consigliera sai dove trovarmi, ok?» continua lei andando ad abbracciarlo, gli lascia pure un bacio sulla guancia.
«Grazie zi.» sorride. «È sempre bello parla co te.»
«Vorrei anche vede, sono o non sono la migliore amica tua?» domanda retoricamente, ancora abbracciata a lui da dietro.
Manuel annuisce e «mo vai però, c'hai una vita e nun poi sprecalla pe noi.» afferma con un tono malinconico.
«Non le di manco pe scherzo ste cose. Voi tre siete la vita mia e non sai cosa avrei dato pe esse la mamma vostra.» gli da un altro bacio sulla guancia. «Mo vai a letto pure tu che domani vai a scuola, pure se ce sta assemblea.»
Manuel sbuffa sonoramente. «Non te poi limitare a fa là zia simpatica?»
«Non se po scegliere.» ride. «Zia simpatica e anche rompiballe: due al prezzo de una.»
Questo scaturisce una risata al ragazzo che, conseguentemente, alza la mano per salutare la donna.
Anita esce dell'abitacolo e, con la propria auto, si mette sulla rotta di casa - che dista soltanto dieci minuti da lì.
Manuel vorrebbe aprire una diatriba con se stesso ma, probabilmente, non è il momento giusto adesso.
Schiaccia la sigaretta finita nel posacenere e rientra in casa, dopo aver chiuso tutte le porte. Spegne la luce del piano inferiore e sale su, nella propria stanza.
Butta un'occhiata sui lettini di Emma e Giada notando che, entrambe, stanno dormendo un sonno tranquillo abbracciate ai loro pupazzetti a forma di dinosauro.
Si lascia cadere sul letto e vede una notifica da whatsapp: è Simone. «Domani a ripetizioni facciamo fisica. Ho controllato e la biblioteca sta chiusa ... se vuoi puoi venire da me.»
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Fanfiction- Y𝗈𝗎 𝗀𝗈𝗍 𝗍𝗁𝖺𝗍 𝖩𝖺𝗆𝖾𝗌 𝖣𝖾𝖺𝗇 𝖽𝖺𝗒𝖽𝗋𝖾𝖺𝗆 𝗅𝗈𝗈𝗄 𝗂𝗇 𝗒𝗈𝗎𝗋 𝖾𝗒𝖾 𝖠𝗇𝖽 𝖨 𝗀𝗈𝗍 𝗍𝗁𝖺𝗍 𝗋𝖾𝖽 𝗅𝗂𝗉 𝖼𝗅𝖺𝗌𝗌𝗂𝖼 𝗍𝗁𝗂𝗇𝗀 𝗍𝗁𝖺𝗍 𝗒𝗈𝗎 𝗅𝗂𝗄𝖾 𝖠𝗇𝖽 𝗐𝗁𝖾𝗇 𝗐𝖾 𝗀𝗈 𝖼𝗋𝖺𝗌𝗁𝗂𝗇𝗀 𝖽𝗈𝗐𝗇, 𝗐𝖾 𝖼𝗈𝗆𝖾...