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Sono passati quattro giorni spaccati da quando Simone si è recato a casa di Manuel per dargli ripetizioni e, da quel momento, quest'ultimo non si è più fatto sentire.

Ok, pensa il corvino, peggio per lui se arriva all'esame di stato con enormi lacune.

Però un po' ci ripensa a quel pomeriggio Simone e non capisce come mai Manuel risulti così differente in base all'ambiente dove si trova. Non che lo conoscesse bene prima però, da come diceva Chicca, non doveva essere un tocco di santo.

Eppure gli era sembrato uno normale, privo di voglia di studiare, ma un bravo ragazzo.

Forse si sbagliava - Simone era sempre troppo accondiscendente con tutto e tutti, non vedeva mai del marcio negli altri, ovunque coglieva bontà d'animo e persone gentili.

Non era proprio stato permeato per far dannare o spezzare cuori. Era ancora un bambino, un po' cresciuto, ma ancora abbastanza ingenuo da non vedere la verità delle cose.

«Se diventato sordo. -esordisce Chicca entrando nella camera dell'amico- È venuto ad aprire Jacopino da camera sua.»

«Non ho sentito. -borbotta- Sono sovrappensiero.»
«Mh. E a che pensi?»

Scuote le spalle. «Bho.»

«Sei sovrappensiero ma non sai a che pensi? -ride- Posso dirti che nun le sai di 'e bugie?»

«Non è vero.»
«Tanto lo so a che pensi.»
«Spara.»

«Però voglio che me dici la verità poi.»
«Va bene. -annuisce- Giuro.»

«A Manuel.»

Simone sgrana gli occhi e manca poco si strozza semplicemente con l'aria che stava inalando. Annaspa con le mani e si tira su a sedere dato che, fin'ora, era disteso sul proprio letto.

«No.»
«Avevamo detto 'a verità.»
«Te la sto dicendo.»

«Sei diventato rosso, hai gesticolato, nemmeno riuscivi a respirare. Devo continua?»

«Ok, ok. Forse hai un pochino di ragione.»
«Togli il pochino.»

Al che la ragazza con la frangetta colorata attraversa la stanza e si siede accanto a lui - ha anche chiuso la porta così da concedergli la privacy che merita.

Poggia la testa sulla spalla di Simone e, con una mano, gli massaggia la schiena.

«Simo.»
«Mh.»

«Ch'è successo pe esse rimasto così estasiato?»

«Niente. Non sono estasiato ... è solo che-che per la prima volta mi è sembrato che qualcuno che, si insomma, possa essere di mio interesse, mi abbia rivolto delle attenzioni. E lo so che sono solo ripetizioni e niente più però è stato gentile.»

Chicca lo sente il tono di Simone, è sincero e spensierato. Per lui. Lei sa anche di che pasta sono fatti quelli come Manuel, loro non fanno mai nulla per un niente di fatto in cambio.

«E perché non provi ad uscire con qualcuno allora? Lascialo sta quello, te porterà solo guai.»

«Ma non mi interessa Chi, era solo una riflessione e niente più. Davvero. -la guarda- Per uscire con qualcuno dovrei, dovrei dirlo ai miei.»

«Mica escono con te.»
«Non riesco a tenere un segreto con mia mamma, lo sai. E, se lo sa lei, conseguentemente anche mio padre lo viene a sapere.»

Sospira ancora. «E poi figurati Jacopo.»

La porta si apre di scatto e rivela la figura del bambino. «Io che cosa?»

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