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Il mondo andava a rilento da due giorni tant'è che erano state le quarantotto ore più lente della storia quelle che avevano spaziato tra venerdì sera e domenica pomeriggio.

«Ecco, tieni.» Jacopo gli porge tra le mani una loro foto. «Così se ci rimani un pochino nella casa a Gasgol ti ricordi di me.»

«Jaco si dice Glasgow.» lo correggere per poi prenderlo sulle gambe. «Io non sono arrabbiato con te, assolutamente non lo sono. Ti chiamerò tutti i giorni e voglio anche che mi mandi le foto della partita di giovedì, capito?»

«Mh.» annuisce non troppo convinto. «E allora perché vai via?»

Perché ho ceduto il cuore alla persona sbagliata: ecco cosa avrebbe voluto rispondere, se solo avesse avuto le forze di dirlo, senza scoppiare in un possibile pianto.

«Io lo so come mai ... hai discusso con Manu, vero? Me l'ha detto la mamma che sei molto triste.»

«La tristezza passa .. sono cose che accadono queste, anche mamma e papà litigano ogni tanto eppure stanno ancora assieme.»

«Quindi poi fai la pace con Manu?»

Scuote il capo e «no, io e -Manuel non possiamo fare pace.» confessa tra un sospiro e l'altro.

«Mh.» non pare troppo convinto neanche adesso infatti si alza e raccatta tre foto, voltate all'incontrario, posate sul comodino. Le gira e scova tre immagini ritraenti Simone e Manuel. «E se non ti piace più perché non le accartocci le foto?» chiede curioso mentre ritorna sulle gambe del maggiore.

«Perché -è complicato Jaco ... sono cose da grandi.»

«Quindi ancora ti piace Manuel.» lo guarda negli occhi. «Posso fare una domanda?»

«Tutte quelle che vuoi.»

«Se ancora ti piace perché non può essere il tuo fidanzato? Come mamma e papà che anche se bisticciano po-» il discorso del bambino viene interrotto da Floriana che, con in mano una serie di vestiti, entra in camera depositandoli nella valigia.

«Vieni con me, -tende la mano a Jacopo- lasciamo un pochino riposare Simo che poi dobbiamo partire, ti va?»

«Si, ok.» sorride e torna nuovamente in piedi. «Però esci un attimo, gli devo dire una cosa.»

«E non posso sentirla io?»

«No, poi tu la dici a papà, a nonna e tutti quanti.» fa l'elenco con la mano. «É un segreto tra me e Simo.» aggiunge poi un gesto di mano per invitarla ad andare.

Al che la donna ride, lascia un bacio sulla testa di entrambi e fa come detto: esce dalla stanza e chiude la porta.

«La terza regola.»

No, non quella legge sacrosanta, non con Manuel e non adesso. No, no, no - pensa Simone.

«Io anche se ti do ragione a te, -mette le mani avanti- posso ancora essere amico di Manu? Perché gli volevo davvero bene, giocava anche con me.»

Jacopo é andato giustappunto a toccare quel tassello dolente, sé stesso, al quale Simone non riesce mai a dire di no - si sentirebbe in torto a sottrarre alla felicità di un bambino la propria.

«Come vuoi tu -é tuo amico ... non posso scegliere al posto tuo.»

«Ok.» sorride. «E comunque se non volevi non ero più suo amico eh, -lo abbraccia- io ti voglio bene Simo, quando torni da Gasgol non piangi più vero?»

«Ci provo ..» gli lascia un buffetto sulla guancia e lo stringe di più a sé. «Sei sicuro che non vuoi che rimaniamo io e la mam-» viene stoppato, con tanto di gesto, dal minore che, pimpante, esclama «Negativo, mo vai con la mamma che io e papà già abbiamo deciso che fare -sorride soddisfatto- allora stasera andiamo a mangiare la pizza e domani mi viene a prendere Chicca a scuola. Top

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