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Chicca girovaga per casa mentre aspetta che arrivino i suoi amici, Giulio in realtà è già arrivato e Monica non sarà presente quindi, in pratica, manca solo Simone.

Brando è in compagnia del suo fedele amico, lo stesso che la ragazza non riesce proprio a digerire, Niccolò. Stanno facendo un baccano immane quindi sarebbe tentata di andare di là e cantargliene quattro ma, con certe persone, non vale la pena di sprecare fiato prezioso.

Quindi evita e si appresta a finire di sfornare la torta che ha preparato così che Simone possa portarla a Jacopo.

Adesso le voci si intensificano e, tra uno sghignazzo e l'altro, giungono vicine a dove sono loro.

«Du giorni e poi glielo diciamo. Anzi, -si corregge- glielo dici tu che sei più amico de Manuel.»

«E te voi basà su cosa ha visto Chiara al parco?»

«Basta che rimetti insieme i pezzi.» risponde secco. «A noi poi che ce frega se ce s'è messo insieme, dobbiamo solo fargli fare la penitenza, o te stai a tira indietro?»

«No, no.» borbotta. «Però —si, cioè-»

«Cioè niente Bra. Manuel ha perso 'a scommessa e mo deve dirlo a Simone che doveva solo portarlo a letto.»

Chicca sbianca non appena sente sulle parole. Stringe i pugni sul bancone e guarda Giulio senza fiatare.

«Calma.» gli mima con le labbra e annette anche un gesto di mano.

«Calma? Calma un cazzo.» sbotta. A grandi falcate si dirige poi verso la porta che unisce quella stanza al corridoio che stavano percorrendo gli altri due. «Ma come ve viene 'n mente dico io, ma che avete al posto del cervello?» gli urla contro.

«Mo te metti pure ad origliare?» Niccolò la sbeffeggia.

«Nun te conoscessi, come minimo 'o sapevate che ce stavo io e l'avete fatto di proposito, ve?»

«Ao è astuta tu sorella Bra.»

«Io nun so sorella sua e voi siete degli stronzi. Voi e pure l'amico vostro.»

Giulio si alza, dopo aver racimolato una quantità industriale di pazienza (perché quando si parla di Simone lui diventa irriconoscibile) e raggiunge l'amica. Le poggia entrambe le mani sulle spalle e la trattiene. Si intromette poi nel discorso perché non si sentirebbe bene con sé stesso tacendo in quella situazione dove, invece, c'è dentro con tutte le scarpe, dato il soggetto tirato in ballo.

«Ora voi ci fate due risate per questo vostro gioco esilarante.» inizia mettendo a tacere il vociare degli altri tre. «Sapete, Simone ci starà come un cane, sarebbe inevitabile dato il suo essere sensibile ... vi passa per la testa di sapere come ci possa stare il vostro d'amico? No, ovviamente. Probabilmente nemmeno sapete che Manuel si comporta in maniera diversa quando è con voi, forse la mela cambia davvero se s'allontana dall'albero marcio.»

Brando fa per interromperlo ma viene ammutolito dallo stesso ragazzo che stava parlando.

«No, ora mi fai finire a me, di idiozie ne ho sentite abbastanza in dieci minuti. Ripeto: Simone ci starà male ma si farà le ossa, capendo che, purtroppo, a questo mondo c'è anche gente che campa nel veder star male gli altri. Sfigati di prima categoria, se me lo chiedete. Voi però, se posso permettermi di chiedere, cosa ci guadagnate? Ve lo dico io, assolutamente niente.» tace un secondo. «Ritenetevi fortunati di aver un buon cognome sulle vostre spalla altrimenti sareste stati lo zimbello di tutti. Andiamo Chicca, un muro darebbe più considerazione di loro.»

Il campanello suona in quell'istante preciso e il sangue dei due ragazzi più piccoli si raggela.

«Levatevi di qui, -Chicca li spinge via- se ve azzardate a di qualcosa voi a Simone ve spezzo 'e gambe. Non fatemi incazzare di più de quanto già lo sia.»

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