Simone dorme beato tra le bianche lenzuola di quel letto matrimoniale di un hotel, situato nel centro di Londra.
Manuel lo guarda e quasi non riesce a credere alla visione che si presta davanti ai suoi occhi.
È steso a pancia all'ingiù, con le mani piegate sotto il capo, girato verso il lato dove dorme il maggiore dei due. La pelle nivea si mescola al lenzuolo che lo copre fino al bacino, i capelli scuri e ricciolini gli modellano i morbidi tratti che si ritrova come collegamento tra occhi, nasco, bocca e mento.
Sembra un piccolo dipinto, quello, tant'è che farne un racconto non renderebbe giustizia della bellezza marmorea di Simone.
Manuel, nelle sue narici, ancora è inebriato dal profumo altrui per tutte le volte che è stato a contatto con la sua pelle la notte precedente.
Sono tornati tardi dopo il concerto dei Coldplay perché hanno fatto un giro per la città, calata nel dolce sonno notturno, che lasciava spazio solo a baci e i segreti che avevano la necessità di scambiarsi.
Era stata magia pura, quella stessa di cui tanto Jacopo aveva parlato ad entrambi.
Ancora gli sembrava di essere al centro di quel campo, circondato da milioni persone ma accanto all'unica che sempre avrebbe voluto di fianco a sé.
Simone non gli aveva lasciato la mano nemmeno per un secondo, così gli aveva chiesto Manuel, anzi durante alcune canzoni l'aveva stretta un po' di più.
Il solo pensiero di quanto le cose fossero cambiate in poco tempo gli metteva i brividi sulla pelle, letteralmente, cominciava un po' a tremare e non si fermava più.
Solo Simone riusciva a farlo, con un bacio sulla spalla, sul naso o sulle labbra, bastava che gli fosse vicino per far tornare tutto ok.
Dalla porzione di letto accanto a sé provengono i primi movimenti, lenti e scoordinati, che portano il minore ad aprire entrambi gli occhi, concentrandosi subito sul suo soggetto preferito.
Al che Manuel scivola un po' di più sotto il lenzuolo e si stende completamente accanto a Simone. «Pensavo dormissi tutto il pomeriggio.»
«Buongiorno -tutto il pomeriggio?» borbotta con la voce impastata dal sonno. «Che ore sono?»
«Le due e mezzo.» ride. «Mo sarebbe molto gradito se ti vestissi così possiamo andare a mangiare, -gli ruba un bacio- comunque buongiorno anche a te.»
«Seriamente?» quasi ride mentre si stropiccia il viso. «Tu pretendi che io mi alzi da qui, adesso?»
Manuel scuote il capo e, con la mano, indica un vassoio colmo di roba poggiato sulla piccola scrivania che fa angolo con la porta del bagno. «Era uno scherzo, -lo sbeffeggia- ho chiamato per avere la colazione in camera, me potresti pure dare 'n bacio per questo, così giusto per.»
«Uno e basta? Sei pure poco esigente Manuel Ferro.» così dicendo allunga una mano verso la sua guancia e lo attira verso di sé.
Lascia un bacio, poi un altro e un altro ancora. «Va bene così?»
«Mh, si, va decisamente meglio.» gli posa un bacio sulla spalla nuda. «Come stai? Intendo è -è tutto ok dop-» Simone lo zittisce e «è tutto ok, sto bene, stai tranquillo.» lo rassicura.
Simone, sornione, nasconde la testa nel cuscino finché non sente la mano di Manuel insinuarsi tra i suoi riccioli, nel mentre si fa forza sulle braccia e si tira un po' su, sovrastando l'altro.
«C'hai dei ripensamenti ve'? Cioè, non che ti biasimi, in fin dei conti sono stato io a fare quella sc-»
«Manu.» lo stoppa. «Mi puoi ascoltare due minuti?» domanda con voce cauta.
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Fanfic- Y𝗈𝗎 𝗀𝗈𝗍 𝗍𝗁𝖺𝗍 𝖩𝖺𝗆𝖾𝗌 𝖣𝖾𝖺𝗇 𝖽𝖺𝗒𝖽𝗋𝖾𝖺𝗆 𝗅𝗈𝗈𝗄 𝗂𝗇 𝗒𝗈𝗎𝗋 𝖾𝗒𝖾 𝖠𝗇𝖽 𝖨 𝗀𝗈𝗍 𝗍𝗁𝖺𝗍 𝗋𝖾𝖽 𝗅𝗂𝗉 𝖼𝗅𝖺𝗌𝗌𝗂𝖼 𝗍𝗁𝗂𝗇𝗀 𝗍𝗁𝖺𝗍 𝗒𝗈𝗎 𝗅𝗂𝗄𝖾 𝖠𝗇𝖽 𝗐𝗁𝖾𝗇 𝗐𝖾 𝗀𝗈 𝖼𝗋𝖺𝗌𝗁𝗂𝗇𝗀 𝖽𝗈𝗐𝗇, 𝗐𝖾 𝖼𝗈𝗆𝖾...