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«Che ci fai qui?» la voce è fredda, distaccata perché non può mostrare cosa c'è dentro al suo petto in quel momento.

Non deve mostrargli la lacerazione che ha.

Nemmeno la distruzione che gli ha creato, no, perché sarebbe come farlo vincere una seconda volta e lui non vuole.

Simone sorpassa la madre, impugna la maniglia e si chiude la porta alle spalle. Ora ci sono solo lui e Manuel.

«T'ho chiesto perché sei qui. Mi vuoi rispondere o no?»

«Necessitavo di vederti.» inizia. «C'ho pensato su e-»

«A cosa devi pensare Manuel, a cosa?» quasi urla. «Non sarai tu a decidere, non dopo quello che m'hai fatto. Ti avevo chiesto di lasciarmi in pace e invece sei venuto fino a qua.»

«Per vederti.»

Sospira perché si rende conto che, in qualche modo, quelle siano una sorta di scuse sincere ma il suo cuore non le accetta: sta troppo male per accettare quel piccolo cerotto riparatore.

«Te ne devi andare.»

«Eh?»

«Hai capito bene, hai sbagliato a venire fino a qua.» pigola arrabbiato. «Io -chi ti ha detto che ero qui? Sono venuto per starti lontano, per scordarmi di te e tu piombi in casa mia. Assurdo.»

«Per -per scordarti di .. me?» la voce gli freme.

«Si.» risponde sicuro. «Me lo devo, non posso pensare sempre e solo agli altri, anche perché, ho avuto la conferma che non avrai mai niente gratuitamente dagli altri. Tu lo sai bene, o mi sbaglio?»

Manuel si avvicina. Posa le sue mani sulle spalle di Simone ma viene rigettato via immediatamente.

«Non devi toccarmi. Fai finta che non esista più su questa Terra o mi costringerai a non tornarci più a Roma.» alza la voce, incurante che gli altri possano sentirlo. «Non ti chiedi mai come sto Manuel? Non ti interessa sapere quanto male mi hai fatto stare.» ora si lascia andare e crolla sulle proprie ginocchia, strisciando con la schiena al muro.

«Io mi ero fidato, mi -mi sono aperto con te. Ti ho raccontato un sacco di cose che nessuno sa, le mie aspettative e anche ciò che vorrei diventare in futuro. Hai avuto la mia fiducia ... è questo quello che mi manda in bestia. Tu non ci stai male nemmeno un po' mentre io accuso ogni singolo colpo. È una settimana che, ogni volta che provo a chiudere gli occhi, mi tornano in mente le parole di Chicca.»

Ora non ce la fa più e, contro ogni premessa fatta, si libera in un pianto silenzioso.

Al che Manuel prende posto accanto a lui e gli pone tra le mani una bustina.

«Sono venuto per darti questa. Una persona speciale voleva che le avessi.» lo guarda sottecchi. «Ho sbagliato tutto con te e questo sarà il rimpianto più grande della mia vita.»

Simone non risponde, prende l'oggetto chiaro tra le mani e lo rigira un po'. «Cosa c'è?»

«Fotografie.»

«Capisco.» sospira e, finalmente, lo guarda. «Ora puoi andartene, per cortesia? Può riportarti mia mamma all'aeroporto o ovunque tu voglia andare. Basta che sparisci dalla mia vista.»

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