«Quindi Percy è figlio di Poseidone e tu sei figlio di Ade, due dei Tre Pezzi Grossi, Michael è un satiro, mezzo ragazzo mezzo capra, e Will..» mi vennero degli strani brividi dietro il collo «Will figlio di Apollo»
Nico annuì. Era stato serio per tutto il tempo della lezione di storia degli Olimpi. Di come gli Dèi greci vivessero ancora essendo immortali e si spostassero a seconda di dove bruciasse più intensamente la fiamma della cultura mondiale.
«Ok, possiamo partire ora?» esordii sempre più impaziente.
Non solo tutta quella zolfa mi pareva di conoscerla già ma c'era anche il desiderio di scoprire chi fossi io.
Quando lo avevo chiesto a Nico mi aveva risposto «Non lo sappiamo precisamente. Per questo devi venire con me»
Non volevo sapere dove voleva portarmi, mi fidavo di lui. Diceva che era la casa di quelli come noi, ma a me non mi importava. Per me l'importante era che ci fosse lui.
Iniziavo a preoccuparmi dei sentimenti sempre più forti che si manifestavano in me anche solo con un suo semplice sguardo.
Sorrise e tirò fuori le chiavi. «Bene, possiamo partire»Molto probabilmente la moto era truccata, perché ci mettemmo solo un'ora e mezzo ad arrivare sulla baia di Long Island, a Manatthan.
Non so cosa ci dovesse essere di preciso lì, ma non vedevo nessuna cosa.. olimpica. C'era solo una spiaggia e l'Oceano Atlantico che infuriava lentamente, preparandosi a una tempesta.
«Dovrei concentrarmi per vedere attraverso la Foschia? » domandai mentre camminavo lungo il bagnasciuga.
«No, non ci siamo neancora. Il Campo è lassù»
Seguii la direzione del suo dito con gli occhi e vidi un gazebo lontano con un braciere acceso.
«Campo?»
«Campo Mezzosangue. È un campo estivo principalmente ma se non hai una casa in cui passare l'inverno puoi restare lì» scrollò le spalle e spinse giù il cavalletto della moto.
Lo guardai mentre si avvicinava e il vento iniziò a spirare.
«E tu? Ce l'hai una casa dove passare l'inverno?»
«Si, ma fidati, sto meglio al campo che lì sotto»
Guardai le onde che si infrangevano sulla riva e mi allontanati dall'acqua che mi si avvicinò rapidamente.
«Perchè ci siamo fermati qui? È vietato portare le moto su per la collina?»
Fece il suo sorrisetto sghembo e mi fissò. Io continuavo a guardare l'oceano, con una strana sensazione nel cuore.
«Vuoi la verità?» disse avvicinandosi troppo a me «Volevo farmi un piccolo regalo per il mio compleanno»
«Il tuo compleanno?!»
Feci l'errore di voltarmi. Mi ritrovai il viso di Nico a pochi centimetri dal mio.
«Sì. Volevo almeno cinque minuti di tranquillità»
Parlava normalmente ma sentivo il suo cuore battere all'impazzata come se fosse stato il mio.
Si chinò su di me.
Avrei dovuto allontanarmi o allontanarlo, ma tutto in me mi spingeva a non farlo. Persino il cervello mi diceva che era da stupidi respingerlo dopo tutto ciò che era successo. Ma avevo paura che i miei sentimenti fossero diversi dai suoi.
Ecco perché rimasi ferma come un palo mentre sentivo il suo corpo sempre più vicino.
E poi successe l'impensabile.
Quando le nostre labbra si sfiorarono la paura si fece sopraffare da qualcos'altro.
La passione folle, il desiderio.
Sentii un improvviso bisogno di lui. Come se fossi uno sperduto nel deserto e lui la mia fonte d'acqua. Come una falena con una lampadina accesa. Era qualcosa di più potente di me.
Nico mi strinse le braccia quasi percepisse ciò che mi stava montando dentro e volesse trattenermi. Le nostre labbra si sfioravano e basta, e sembrava che a lui andasse bene così mentre io invece avevo una lotta interna per volerne di più.
Quando si staccò e si allontanò provai un dolore quasi fisico. Come se mi stessero portando via il braccio con cui scrivevo o la mia gamba portante. Mi mancò il fiato e per un attimo vidi tutti nero.
Barcollai in avanti e Nico mi prese subito, sorreggendomi per la vita.
«Grazie per il regalo» sussurrò al mio orecchio.
Rabbrividii e mi scostai da lui. «Andiamo al campo?»
La mia voce era ridotta a un sussurro e mi sentivo le gambe di piombo ma feci finta di nulla. Con un solo contatto fisico avevo perso il controllo di me stessa. Mi vergognavo di me stessa ma soprattutto ero terrorizzata, forse per la prima volta, da lui.
E Nico dovette accorgersene, perché la sua espressione si incupì leggermente.
Risalimmo sulla moto in silenzio ed io mi limitai a mettergli le mani sui fianchi.
«Non cascare» borbottò.
Fece partire la moto e ci allontanammo dalla spiaggia, mentre riprendevo a respirare normalmente.**
Avevamo fatto il giro della collina che dava sull'oceano ed ora eravamo ai suoi piedi che scrutavamo la cima, dove vi era appostato un enorme pino verde.
«Chi sono?» chiesi notando una decina di ragazzi vicino al pino. Sembravano aspettarci.
«Te li presento quando arriviamo in cima. Andiamo, non abbiamo tutto il giorno»
Nico era diventato nel giro di pochi minuti distante e freddo. Come se si fosse pentito. Ed io questo non riuscivo a sopportarlo.
Gli preso il braccio e lo obbligai a voltarsi verso di me.
«Non trattarmi così» risposi guardandolo dura. «Come se ora fossi solo un peso che devi mollare da qualche parte»
Spuntò il suo mezzo sorrisetto. Ma questa volta era pieno di amarezza.
«Sono solo impaziente di tornare da mia sorella. È da due mesi che non la vedo»
Gli strinsi più forte il braccio. «Quel bacio..»
Voltò lo sguardo da un'altra parte «Dimenticalo.»
Una fucilata in testa avrebbe fatto meno male.
Lo avevo sempre saputo però, non ero io la ex di cui era innamorato. Io ero solo un'altra impresa che gli era stata assegnata.
Ma mi aveva baciata lui!
La rabbia iniziò a montarmi dentro e gli stritolai più forte il braccio. Testa di cazzo.
Stavo per sbraitargli contro quando scostò il braccio e riuscì a liberarsi dalla mia presa.
«Andiamo o facciamo tardi»
Iniziò a incamminarsi su per la collina ed io lo seguii in silenzio.
Rischiai di inciampare parecchie volte, ma rifiutai sempre la sua mano tesa.
Quando arrivammo in cima provai una senso di disorientamento disarmante. Guardando quel gruppo di ragazzi ebbi di nuovo la stordente sensazione di déjà vu.
Un flashback mi inondò la mente e li vidi, su una nave, in mezzo a un giardino enorme e con sfondo il Colosseo.
Barcollai impercettibilmente e strinsi la mano di Nico, per aggrapparmi alla realtà.
Di Angelo mi guardò ma gli feci cenno di non preoccuparsi. Sorrise mesto e si voltò verso i ragazzi che mi fissavano tutti con un sorriso a tutti denti. Tranne tre ragazzi. Non mi sorprendeva che Will Solace e Percy Jackson si trovassero lì e che non mi stessero sorridendo. Ma anche una ragazza che teneva per mano Percy mi guardava grave coi suoi occhi grigi tempesta.
Nico mi strinse più forte la mano e iniziò a presentarmi i ragazzi.
«Loro sono Leo Valdez, la sua ragazza Calypso, Piper McLean e il suo ragazzo Jason Grace, Frank Zhang e la sua fidanzata nonché mia sorella Hazel Lavesque, Percy e Will che conosci di già e lei è Annabeth Chase» concluse indicandomi la ragazza che non mi sorrideva.
Cosa strana per me, allungai la mano verso di lei. Non facevo mai il primo passo, io. Annabeth Chase mi guardò e me la strinse. «Piacere» mi disse senza staccare gli occhi dai miei.
La sua stretta era forte e salda e i muscoli delle braccia risaltavano sotto le maniche della sua maglia. Notai che tutti i ragazzi, ragazze incluse, erano muscolosi.
«Bene» Nico aveva uno strano sorriso eccitato «Andiamo»
«Aspetta ma io non mi sono presentata»
Guardai i ragazzi e mi chiesi cosa avrei dovuto dire per non fare la figura della stupida, ma Nico smorzò le mie indecisioni.
«Sanno anche meglio di te chi sei, su andiamo»
Mi tirò via e insieme ci voltammo a guardare oltre il pino. Mi si mozzò il fiato in gola. Il panorama era bellissimo.
«Alla faccia del campo» sussurrai a bocca aperta.
Di Angelo mi guardò con gli occhi che gli brillavano di una strana euforia. «Benvenuta a casa»
Era un posto splendido e molto suggestivo ma avevo un peso sul cuore.
Non mi sentivo affatto a casa.//Scusate per le foto dei capitoli che a volte non caricano ma wattpad ha deciso di fare il simpatico e fare ciò che vuole.
Io e la tecnologia non andiamo molto d'accordo.
Chiedo umilmente perdono~
Bye byeP.s. Ai lov iu lettori cari ❤
#momentidolci
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La Figlia Dell' Olimpo - L'ultima Discendente [Percy Jackson]
Fanfiction"I Fati Troveranno La Via" Aliissa Earthborn è una sedicenne che crede di avere una vita normale. Fino a quando non incontra il suo primo amore del quale non ricorda nemmeno l'esistenza, Nico di Angelo. Scoprirà di aver fatto scelte che neanche c...