21- Indovino

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Nico

Dopo tutti i mostri che mi volevano morto, fantasmi vendicativi e profezie terribili, ormai ero abituato a vivere con la costante ansia di poter morire da un momento all'altro. Quindi quando quel vecchietto stralunato mi disse che saremmo morti tutti se me ne fossi andato la mia risposta fu solo «Sì, ok. Ma tu chi sei?»
Avevo ancora la lama della spada puntata verso il suo collo e non avevo intenzione di spostarla.
«Diffidente il ragazzo, eh?» ridacchiò, scoprendo ancora di più i suoi denti verdi.
«Non hai idea quanto» dissi avvicinando ancora di più la lama alla sua testa, minaccioso.
Volevo che mi rispondesse e che mi dicesse che cosa sapeva di Aliissa e di quella pazza impresa che volevano compiere.
Il vecchio abbassò lo sguardo sul suo bastone e ritornò a dare fastidio ai due serpenti che si erano calmati, facendoli infuriare di nuovo.
«Io sono uomo» disse colpendo uno dei due rettili che sibilò alterato «prima ero donna. Ho conosciuto tutto dei due corpi così opposti e avrei voluto non farlo. Hera mi ha punito togliendomi la vista e Zeus mi ha donato l'arte del vedere al di là del velo che separa il presente dal futuro. Io sono Tiresia, indovino di Sparta.»
La sua voce era rauca e graffiante, sembrava provenire da molto lontano.
Lo fissai, sforzandomi di non immaginarlo come una donna. Non ci tenevo proprio a quella visione.
Mi ricordavo però il mito che mi aveva raccontato una volta Hazel, quando stavo male.
«Che cosa vuoi da me?»
Il vecchio rimase col bastone in aria e mi guardò aggrottando le sopracciglia, assumendo un'aria sorpresa. O meglio, puntò il suo viso nella direzione del mio.
«Non lo hai capito? Voglio farti tornare sulla via giusta»
«Via giusta? In che senso?»
Sospirò irritato dalla mia incomprensione ed io mi passai le mani tra i capelli sempre più nervoso. «Nel senso che non vai bene, ragazzo. Ho provato tutti i piaceri che un uomo e una donna possono avere, ma i tuoi gusti e i piaceri che tu hai provato sono strani
Quando finalmente capii il senso delle sue parole sentii il mio viso andare in fiamme. E non c'era cosa che più odiavo dell' avvampare dalla vergogna.
Quando ero più piccolo, la mia paura era sempre stata quella di essere messo da parte dagli altri, a causa di questa mia differenza e, quelle parole, seppur dette da un vecchietto uscito di testa, erano comunque un forte colpo al cuore.
Rimasi in silenzio, non sapendo bene cosa rispondergli. Col tempo avevo capito che era inutile mettersi a discutere si questa cosa con le persone che ne erano contrarie. Era solo una perdita di tempo.
Alla fine mi staccai da lui e feci qualche passo indietro.
«Come lei pensa, ma io non cambio orientamento sessuale da un giorno all'altro, né voglio» risposi alla fine, prima di riporre la spada nel fodero attaccato alla cintura dei miei jeans.
Tiresia rimase interdetto un attimo ma di riprese subito e si eresse in tutto il suo metro e trenta.
«Come vuoi ragazzo. Ma il tuo non è un fatto di cambiare, ma di accettare. O meglio, di superare la paura che ti porti dentro,come un demone che ti attanaglia l'anima.»
Lo guardai irritato. Non volevo più sentire la sua predica.
Mi voltai, pronto a svanire nell'ombra ma la sua voce mi bloccò ancora una volta.
«Vattene, e la perderai per sempre. Questa volta definitivamente.»
A quelle parole riprovai quel senso di vuoto nel cuore che mi aveva perseguitato negli ultimi quattro anni. Corsero una dopo l'altra, nella mia testa, le immagini delle notti passate insonni a combattere il dolore della perdita, cercando di non pensare a quella ragazza che sapeva sconvolgere tutto di me.
Fissai il buco spaziotemporale scuro davanti a me. La mia via di fuga.
E se fosse tutto sbagliato? Se siamo noi sbagliati? Io lo stavo facendo per il suo bene, lo giuro. Più stiamo lontani meglio è per noi. Ma se fosse sbagliato stare così distanti? E se fosse sbagliato stare così vicini? Non voglio più fare del male a nessuno. Non voglio più indurla al suicidio per me. Non so cosa fare.
Il buco si fece più grande. Dovevo prendere una decisione ma non avevo idea di quale.
Poi la sentii, dentro la mia testa. La sua presenza come un vento caldo che mi attraversava la mente.
Nico..
Disse solo il mio nome. Era in attesa del mio passo.
E in quel momento capii che non potevamo più scegliere di stare lontani o sarebbe stata la fine per entrambi. Ciò non significava che dovevamo per forza amarci, ma oramai eravamo diventati facce della stessa medaglia. Dove era lei dovevo esserci anche io.
Ormai i fati stavano imboccando la via.
Feci uno scatto col polso e l'ombra si diradò fino a scomparire.
Sentii il suo sollievo come fosse il mio, e una piccola parte di me fu felice di aver preso la decisione giusta. Quella più grande era ancora terrorizzata dall'impresa che dovevamo affrontare.
Mi voltai e guardai il vecchietto che sorrideva compiaciuto. Non possedeva la vista, ma intuii che poteva comunque capire cosa gli succedeva intorno. O forse lo sapeva di già.
Aveva l'arte profetica infondo.
«Cosa dobbiamo fare?» chiesi.
Il sorriso del vecchietto si ampliò.
«Cercate la Sirena Bianca nella sua tomba di pietra. Se riuscirete a convincerla a cantare per voi, raccogliete il suo canto qui dentro» mi porse una piccola ampolla di vetro. La presi senza fare domande e me la infilai in tasca, tra le barrette di ambrosia spiaccicate e le dracme d'argento.
«Poi?»
Il suo sguardo era difficile da capire, non potendo guardarlo negli occhi, ma notai che sembrava si stesse trattenendo dal ridere.
«Poi vi raggiungerò e vi dirò cosa farne. Intanto cercate di convincere la Sirena»
«Dove si trova?»
Tiresia si girò, dandomi le spalle, e riprese a torturare i serpenti, segno che non voleva darmi una risposta. Ero sicuro, però, che la conoscesse.
Picchiò forte la testa di uno dei due serpenti e il suo corpo minuto iniziò a mutare.
Mi alzai e me ne andai, sapendo cosa gli stesse succedendo e non ci tenevo a vedere una vecchietta fuori di testa. Mi era già bastato la sua parte maschile.
Raggiunsi l'accampamento e notai che era stato tutto smontato. Per un attimo ebbi il timore che se ne fossero andati tutti, poi vidi Aliissa che mi veniva incontro a grandi falcate, seguita da Matthew.
Quando mi raggiunsero, notai le loro mani intrecciate e sentii uno spillo di invidia nel cuore, ma lo nascosi.
«Credevo che te ne fossi andato»
Aliissa invece non riusciva proprio a nascondere il sorriso di gioia che gli illuminava pure gli occhi.
Solo in quel momento realizzai veramente che lei aveva sentito tutti i miei pensieri, e non potei fare a meno di sorriderle a mia volta.
«Non è vero, non mentire»
Ci guardammo negli occhi felici di esserci ritrovati. Anche se in nessuna maniera in cui noi due avevamo sperato.
«Di cosa state parlando?»
Matthew ci lanciò un'occhiata di fuoco e allora distolsi lo sguardo da quello di Aliissa.
«Niente.»
Aliissa si voltò verso il suo migliore amico e gli strinse più forte la mano. «Chiama gli altri. Ho la sensazione che Nico sappia dove dobbiamo andare»
Matthew sbuffò irritato ma non replicò.
«Va bene»
Si chinò su di lei e le diede un bacio sulla guancia, le sussurrò qualcosa velocemente all'orecchio e se ne andò. «Sembra arrabbiato » commentai guardandolo allontanarsi.
Aliissa scrollò le spalle e rimase in silenzio per un po'.
Quando notammo che Matthew stava tornando con il resto dei ragazzi, parlò a bassa voce.
«Mi dispiace di essere scappata senza dirti niente, non volevo trascinarti un tutto questo. Non volevo trascinare nessuno in tutto questo»
Aprii la bocca per risponderle ma lei corse via e si lanciò incontro a Matthew che la strinse forte a sé. Non sapevo se tra loro era scattato qualcosa, ma sapevo che la mia occasione l'avevo avuta e l'avevo persa.
Mi ripetevo nella mente che così era meglio per tutti. Soprattutto per lei.
Ma la cosa mi stava logorando dentro, anche se non l'avrei mai ammesso.
Forse, in fondo, Tiresia aveva ragione. Forse dovevo solo accettare che quella ragazza sapeva darmi emozioni che nessun'altra ragazza era mai riuscita a farmi provare. Ma accettarlo mi avrebbe solo distrutto ancora di più.



//Hola chicos!
Innanzitutto mi scuso per il ritardo ma negli ultimi giorni sono stata via tutti i giorni tra lavoro e amici
Chiedo perdonoo
Seconda cosa...... 5,25K VISUALIZZAZIONI LA PRIMA STORIA E QUESTA QUASI 5K!
..boh, crepo bene
Asdfghjkl vi ringrazio tantissimo ragazzuoli miei, VI AMOOO *-* ❤
Ok, basta.
Terza cosa... No non c'è una terza cosa hahah
Spero che il capitolo vi piaccia e grazie ancoraa *-* ❤❤
Vi adoro troppoo

La Figlia Dell' Olimpo - L'ultima Discendente [Percy Jackson]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora