28- Sirena

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Il cuore iniziò a battere talmente forte e mi sembrò tutto talmente troppo irreale, che per una buona manciata di secondi, tutto intorno a me rallentò e si ammutolì. Non riuscivo a pensare a niente. Le mie gambe si erano paralizzate dall'orrore e tutto ciò che riuscivo a fare era fissare il punto in cui Di Angelo ero scomparso. Trascinato giù dalla Sirena Bianca.
Spostai lo sguardo sulla scia di sangue che aveva lasciato la sua ferita, e la realtà mi crollò addosso come un muro di mattoni. Tornai a sentire le imprecazioni di Rheim, e le urla di Hazel. E in quel momento seppi cosa dovevo fare. Anche se non sapevo se era stato l'istinto o il cervello a dirmelo.
Mi sfilai velocemente le scarpe, presi la rincorsa. Sentii qualcuno sfiorarmi il braccio nel tentativo di afferrarmi, ma chiunque fosse non mi bloccò, e mi tuffai nell'acqua gelida.
L'impatto fu micidiale. Sentii il fiato mancarmi e annaspai, guardandomi intorno cercando di scorgere Nico da qualche parte.
Alla fine lo vidi. O meglio, vidi il suo corpo esanime sul fondo del mare. I capelli neri gli ballavano intorno al viso, mossi dalla corrente, e il sangue continuava a uscirgli dalla ferita. Ebbi il terrore di conoscere quanto profonda fosse.
Nuotai nella sua direzione ma qualcosa mi afferrò la spalla e mi tirò indietro. La Sirena Bianca mi si parò davanti, con il viso a pochi centimetri dal mio. I suoi occhi neri come le tenebre mi scrutavano attentamente. Sarebbe stata bella, se non fosse stata così inquietante.
Chi sei?
La sua voce risuonò nella mia mente. Era cristallina e non era per niente come me la ero immaginata.
Credevo che non sapessi più parlare.
Infatti.
Mi guardò irritata ed io mi sentii a disagio. Poteva uccidermi in un secondo, alla minima parola sbagliata. E poteva uccidere Nico. Non sapevo cosa dire per cercare di non farle salire l'istinto omicida.
Mi chiamo Aliissa.
Io sono Leucosia, rispose lei.
Feci un piccolo sorriso cercando di farle capire che non volevo farle del male, ma il suo sguardo si indurì.
Tu vuoi farmi del male.
I polmoni iniziarono a bruciare e il poco ossigeno che avevo preso prima di tuffarmi non bastava più.
Non è vero, tentai. Senti, abbiamo fatto un lungo viaggio per..
Lo so, mi ammutolì lei. So tutto. Ma io non posso darti il mio canto. Avete fatto tutta questa strada inutilmente.
La guardai, sapendo di avere la faccia più disperata che avessi mai indossato.
Lei mi guardò, intransigente.
Iniziavo ad avere il bisogno immediato di ossigeno. A quel punto, rassegnata, scossi il capo e nuotai per avvicinarmi a Nico e riportarlo in superficie prima che potesse essere troppo tardi. Il sangue che continuava a macchiare l'acqua non mi piaceva per niente.
Ma Leucosia mi fermò ancora una volta, parandomi il braccio bianco e squamoso davanti.
Una possibilità c'è.
Spostò lo sguardo lentamente su Nico. Chiamiamolo uno scambio.
Sentii il mio cuore fermarsi, per poi ripartire subito dopo alla velocità della luce.
Non ti darò Di Angelo. Preferisco rimanere a mani vuote.
Spostai il suo braccio con forza e mi avvicinai a Nico. Lo presi sotto le ascelle e iniziai a trascinarlo verso la superficie.
Tieni tanto a lui?
Lanciai un'occhiata alla Sirena Bianca, che stava immobile a fissarmi. Non capivo il senso della sua domanda, né cosa potesse entrarci Nico in tutto quello, né perché non mi stesse fermando. Non capivo parecchie cose, e mille domande mi si stavano affollando nella mente.
Ma c'era qualcosa dietro ai suoi occhi scrutatori, dietro ai suoi portamenti rigidi e freddi. Qualcosa che non seppi decifrare.
No, dissi mentre continuavo a spingere Nico sempre più su.
Non mentire, mi ammonì lei.
Roteai gli occhi al cielo, stanca e col petto in fiamme. Volevo solamente uscire da lì, ma Di Angelo pesava troppo per le mie forze esili.
Se non menti ti potrei anche aiutare.
La guardai male, ma mi stava girando la testa da impazzire, così mi arresi.
Sì, tengo a lui, anche se a volte è uno stupido. Ora mi aiuti?
Lei si avvicinò ma non fece niente. Alzai gli occhi al cielo e tornai a sbattere i piedi per arrivare a respirare di nuovo.
Quando tornai in superficie, spalancai la bocca, prendendo tutto l'ossigeno che potevano contenere i miei polmoni. Nuotai, cercando di mantenere il viso di Nico sopra il pelo dell'acqua e mi avvicinai agli scogli. Gli altri, tra le grida di gioia e orrore, mi aiutarono a issarlo sulla terraferma.
Alexa mi guardò, carica di speranza. «Allora? Ce l'hai?»
Si voltarono a guardarmi tutti, ma scossi la testa desolata. «No.»
Hazel sospirò sconsolata. «Almeno hai recuperato Nico.»
«Già». Fissai il suo petto immobile.
Lo scambio può essere ancora fatto, sentii la sua voce nella mia testa. Fissai di nuovo Nico e poi Alexa, che guardava Rheim con uno sguardo pieno di terrore. Rheim la abbracciò e cercò di consolarla, ma Alexa aveva già iniziato a piangere.
Ti posso dare qualcos'altro, invece che Nico?
Ovviamente.
Cosa?
Quello che io non ho più.
Fissai un punto indefinito tra gli scogli, cercando di riprendere fiato. Avevo il petto che mi bruciava e tutti i muscoli delle braccia indolenziti. Cosa avrei dovuto fare?
«..OK?» Matt mi toccò la spalla e inchiodò i suoi occhi azzurri nei miei turchesi.
Mi riscossi dall'incanto e mi strinsi le braccia intorno al corpo, sentendo improvvisamente freddo.
«Aliissa? Tutto OK?» Matt mi guardava preoccupato ed io in tutta risposta annuii. Strofinò le mani sulle mie spalle bagnate. «Sei gelata. » disse con una smorfia.
Scossi la testa. «Non importa.»
«Cosa facciamo ora?» Talia si stava guardando intorno preoccupata. «Dobbiamo andare avanti come se niente fosse successo ed arrivare ad Epiro o...»
«No!» sbraitò Rheim. Alexa era ancora tra le sue braccia.
La posò delicatamente a terra e poi si rivolse a noi con una luce assassina negli occhi. Il suo braccialetto si trasformò, proprio come faceva la mia collana, e divenne un archibugio. Ci puntò la canna contro ed sembrava avesse tutte le intenzioni di premere il grilletto.
«A noi serve quel canto!» urlò, con gli occhi fuori dalle orbite.
Nessuno si mosse, congelati dallo sguardo omicida del ragazzo.
Inspirai intensamente e feci un piccolo passo avanti. «Lo so Rheim, ma..» parlai con calma, cercando di farlo ragionare.
«Ma niente!» spostò l'arma, e la sentii premere contro il petto. «Se mia figlia muore è colpa tua!»
Mi si mozzò il fiato in gola e sentii le sue parole nella mia mente che risuonavano come un eco.
«Cosa?» dissi con voce strozzata.
«Hai sentito bene.» sibilò a denti stretti avvicinando di più il dito al grilletto.
Abbassai gli occhi su Alexa, che aveva uno sguardo assente, rivolto verso il mare. In quel momento, la sua immagine si distorse, come era accaduto quella notte, e una nebbiolina bianca si dissolse intorno a lei. Foschia.
Aveva usato la Foschia per nascondere l'enorme pancia che in quel momento accarezzava, lentamente e distrattamente. In quella pancia c'era un bambino.
Mi sentii soppressa sotto il senso di colpa che mi saltò addosso. La loro figlia sarebbe morta a causa mia.
Mi ricordai ciò che mi aveva detto Alexa. Era malata.
«C'è ancora una possibilità.» quasi urlai, cercando di sopprimere il crescente panico dentro di me.
Alexa si voltò a guardarmi, gli occhi velati di lacrime. «Dici sul serio?»
Annuii e guardai Rheim, aspettando che abbassasse l'arma. Mi lanciò un'occhiata di fuoco, ma alla fine ritirò l'archibugio.
«Aliissa non fare niente che possa causarti del male.» Matt mi afferrò il braccio e mi guardò supplichevole.
Mi voltai verso di lui e risi a quell'affermazione. «E quando mai lo faccio?»
Feci scorrere lo sguardo dai suoi occhi, a dietro le sue spalle, dove Nico era ancora steso immobile.
«Fate in modo che quando ritorni, sia di nuovo sveglio.»
Guardai Hazel china su di lui, intenta a fargli la respirazione bocca a bocca ed Hedge, che gli trotterellava intorno suonando il suo flauto.
Spostati lo sguardo su Rheim e Alexa, loro mi fissarono di rimando e annuirono.
Era un patto.
Si chinarono entrambi anche loro sul corpo di Nico e iniziarono ad aiutarlo come meglio potevano.
Inspirai intensamente e mi tuffai nuovamente in acqua.
L'impatto questa volta fu meno micidiale, e mi abituai subito all'acqua salata negli occhi.
Iniziai a nuotare e in poco tempo la rividi, nello stesso punto in cui l'avevo lasciata. Mi fissò fino a quando non mi fui davanti a lei.
Vuoi fare lo scambio?
Annuii.
Allungò il braccio verso di me e sentii i suoi polpastrelli intorno al mio collo. Per un attimo temetti che mi stesse per uccidere,però poi la sirena prese la mia mano e se la portò alla gola.
Le sue iridi si sbiancarono di colpo e il suo tocco divenne bruciante. Il dolore e il panico mi assalirono, ma prima che potessi fare qualcosa, gli occhi della sirena tornarono del loro colore e mi mollò. Mi toccai la gola, ma non sentii niente di diverso.
La Sirena sorrise, un sorriso vero, per la prima volta.
E poi parlò.
«Credo che questo ora sia tuo.»
Fu talmente tanto strano sentire la mia voce uscire dalla sua bocca che in quel momento non mi accorsi nemmeno che si era sfilata il ciondolo e me lo stava porgendo.
La fissai terrorizzata.
«E credo che sia l'ora della verità. » sospirò.
Alle mie orecchie giunse nuovamente strano quel suono.
«È stato mio padre a togliermi l'uso della parola» disse « come punizione per essermi innamorata di un umano e di averlo lasciato vivere, invece di ucciderlo.» mi lanciò un'occhiata carica di sofferenza. E capii cosa si nascondeva dietro la sua freddezza e rigidità, una profonda tristezza. Tristezza per aver perso la persona che amava e che questo l'avesse condannata ad una vita da muta. «L'unica cosa che mi era rimasta era l'ultimo canto che avevo donato al mio amato. Così tornai sulla terraferma e lo rubai.»
Guardò il suo ciondolo tra le mie mani, che brillava ancora intensamente.
«Quel canto è importante. Devi farne buon uso. Ha il potere curare qualunque malattia o spezzare qualunque incantesimo. L'unica cosa che non può fare è aggiustare le tue corde vocali. Però potresti tornare ad avere la memoria o potresti aiutare la tua amica.»
Strinsi la piccola ampolla di vetro tra le mani.
Non dissi niente, non ce n'era bisogno, e la Sirena capì che l'unica cosa che volevo fare in quel momento era tornarmene dai miei compagni.
«Grazie.» disse. E notai qualcosa sul suo volto. Una piccola linea frastagliata le attraversava lo zigomo.
Mi toccai la guancia destra e sentii la pelle liscia. La mia cicatrice era scomparsa. 
Leucosia si limitò a scuotere il capo. Poi si voltò e nuotò via velocemente.
Ognuno porta le proprie cicatrici come meglio può, pensai e notai che almeno la voce dei miei pensieri era rimasta la stessa.
Tornai in superficie, e per la seconda volta mi issai sugli scogli. Mi stesi a terra e presi grosse boccate d'aria, incurante del freddo che mi gelava i vestiti. Gli altri furono su di me in meno di un secondo ed io gli feci cenno con la mano di aspettare. Quando il mio respiro tornò normale mi misi a sedere e passai l'ampolla a Rheim. Lui fece un piccolo sorriso imbarazzato che io però, non ricambiai.
«Ci racconti cosa è successo?» Talia spostò il peso da un piede all'altro. «Come hai fatto a convincerla?»
Guardai la Cacciatrice, cercando di trovare un modo per dire ai ragazzi ciò che era accaduto, terrorizzata da quello che avrebbero pensato dopo. Ma un gemito catturò l'attenzione di tutti. Hazel, Hedge e Alexa esultarono e il corpo di Nico fu percorso da un brivido. Poi la sua schiena si chinò in avanti e lui iniziò a boccheggiare per prendere ossigeno. Aveva gli occhi aperti e sembravano spiritati.
Il suo sguardo si posò su di me, che ero a sedere di fronte a lui, e mi sorrise a tutti denti, come se fosse contento di vedermi sana e salva.
«Cosa mi sono perso?» chiese senza staccare gli occhi dai miei.
«Stiamo aspettando che Aliissa ce lo racconti.» sbuffò Talia, spazientita.
Scossi la testa e mi avvicinai a Nico gattonando, tanto le mie gambe stavano ancora tremando violentemente.
Mi devi fare un favore, sussurrai nella sua mente.
Lui chinò la testa sospettoso. Dipende, rispose.
Devi fare da mediatore per me.
Il suo sguardo divenne ancora più perplesso. «Cosa significa Aliissa?»
Non si era accorto che aveva parlato ad alta voce, e la cosa mi ferì, in un certo modo.
Lo guardai, esitante. La paura mi stava uccidendo dentro, ma alla fine mi convinsi a dirglielo.
Non ho più la voce. E non la avrò mai più.

La Figlia Dell' Olimpo - L'ultima Discendente [Percy Jackson]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora