13- Appuntamento

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Raccontai a Nico il colloquio con mia nonna e la codardia di mio padre mentre scendevamo al piano terra dell'Empire State Building con l'ascensore. Avevo smesso di piangere e mi vergognavo come non mai per essere crollata in quel modo solo per delusione.
E c'era ancora Chandelier che risuonava dagli altoparlanti. Non mi era mai piaciuta quella canzone.
«Non rimproverare tuo padre. È sotto stretta sorveglianza di Zeus. L'ultima volta che gli ha disubbidito si è ritrovato intrappolato a Delfi senza poteri. Di conseguenza ha dovuto annullare tutti i poteri degli Oracoli» mi spiegò Nico.
Lo guardai scettica «Che bel caratterino Zeus. Ad un certo punto ho persino pensato che stesse per uccidermi, nonostante avessi le mani a favore. » «Potrebbe farlo. Ucciderti intendo. Ma poi dovrebbe sorbirsi l'ira degli dèi. E soprattutto di sua moglie Era. E fidati, meglio non farla arrabbiare» fece il suo sorrisetto sghembo, facendomi capire che lui ci era passato sotto l'ira di Era.
Le porte dell'ascensore si aprirono con un ding, ed io mi ritrovai di nuovo nella reception.
«Perché ce l'avevi con tuo padre?» gli chiesi, fermandomi dietro di lui.
Si voltò e scosse la testa. «Lui è davvero un codardo»
Lo guardai curiosa e lui sospirò irritato «Mi aveva dato un indirizzo e mi aveva detto che lì risiedeva un morto che doveva tornare nel mondo dell'oltretomba» iniziò a spiegarmi «mi diede Ms O'Leary e mi disse di riprendere quest'anima. Ma quando sono arrivato lì non ho trovato uno spirito, un'Ombra o qualcuno di trapassato. Ho trovato te, viva e vegeta e mi hai lasciato disorientato e persino incazzato nero. Eri viva e non mi avevi detto nulla. All'inizio ho pensato che fosse tutto un trucco dell'empuse che vivevano lì, poi ho viaggiato nella mente di tua cugina e ho capito e me ne sono andato »
«E tuo padre..»
«Mio padre ha instito con la storia che tu non dovevi essere viva e continuava a dirmi che ti dovevo portare da lui. Ma dopo la prima notte ho capito che era tutta un'idea della mia matrigna.Ti vuole morta per una cazzata e mio padre nonostante sappia cosa provo per te, quanto ho patito per te, la asseconda.» mi guardò mentre rielaboravo tutte quelle informazioni. Vedendo che non parlavo mi prese la mano. «Andiamo»
Ogni volta che mi sfiorava, un brivido freddo mi attraversava la schiena. Non capivo cosa provavo per lui, ma non era un innocente voler bene. Solo che avevo paura, lo conoscevo davvero poco.
«Sei venuto in moto?» gli chiesi guardando al di là della porta a vetri della hall che dava sulla strada. Notai con sorpresa che era il crepuscolo. Quanto tempo avevo passato sull'Olimpo? A me era sembrato solo qualche ora, ma doveva essere passato un giorno intero.
«No, ho usato un metodo più veloce.» mi lanciò un'occhiata «anche se ora dobbiamo usare un taxi»
«Come sei arrivato qui?»
«Viaggiando nell'Ombra. Ma per te è pericoloso con la mia matrigna pronta a farti fuori da un momento all'altro » scrollò le spalle e uscì nell'aria gelida di gennaio. Solo in quel momento realizzai una cosa.
«È ancora il tuo compleanno»
Mi parevano passati secoli da quando Nico mi aveva portato su quella spiaggia e mi aveva baciato ma in realtà era successo solo quella mattina.
«Già. Te l'avevo detto stamattina che mi servivano cinque minuti si tranquillità» ridacchiò. Riconobbi una punta di amarezza nella sua ironia.
Mi sentii male. Gli avevo rovinato il compleanno.
«Cosa succede se torniamo al campo?» chiesi iniziando a trafficare nella borsa.
Mi guardò incuriosito cercando si capire cosa cercassi. «Beh è ora di cena. Dioniso ti presenterebbe al resto dei ragazzi del campo, anche se sanno già chi sei e poi ci sarebbe il falò con i marshmellow e le canzoni, ma molto probabilmente Chirone ti porterebbe alla Casa Grande e vorrebbe i dettagli di ciò che ti è successo, anche se probabilmente li sa già da Dioniso, ma lui vuole sempre la tua versione. »
Ed io starei con te, non con gli altri a divertirmi, per sostenerti, fu quello che sentii io. E capii che non potevo lasciare che mi riportasse al campo.
«Va bene. Taxi!» urlai quando si avvicinò una delle solite macchie gialle, straordinariamente vuota.
Il taxi inchiodò davanti a noi ed io spinsi Nico dentro.
«Ehi, ma che fai?» chiese mentre chiudevo lo sportello dietro di me. Indicai la via al tassista che partì subito.
Poi guardai Nico «Andiamo a festeggiare il tuo compleanno» sorrisi divertita.

La Figlia Dell' Olimpo - L'ultima Discendente [Percy Jackson]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora