Jungkook guardò la figura addormentata nel suo letto ancora una volta, prima di chiudere la porta scorrevole che dava sul soggiorno.
Per prepararsi all'appuntamento, Taehyung aveva creato il panico un po' ovunque, mettendo in giro roba su roba per tutto l'appartamento.Quindi, visto che ancora se ne stava nel mondo dei sogni nonostante fossero quasi le dieci di mattina, aveva deciso di mettere lui in ordine al suo posto.
In un altro momento, probabilmente, se ne sarebbe lamentato. Ma quella mattina, aveva davvero bisogno di stare solo...
Di pensare e schiarirsi le idee e quella era un'ottima scusa.La sera precedente, dopo essersi scambiati quel lungo bacio su quel muretto, Jungkook aveva preso Taehyung per mano portandolo sino alla riva del lago dove sapeva che la nascita delle ninfe sarebbe avvenuta.
Visto che Taehyung aveva rovesciato il cestino che aveva comperato, i due si erano limitati a sedersi sul prato. In mano un panino preso per strada, e avevano atteso, parlottando e giocherellando come due bambini.
Era una cosa che facevano già di norma, in realtà. Dopotutto, la complicità era sempre stata parte fondamentale nel loro rapporto.
Solo che, la notte precedente, il tutto aveva assunto un sapore diverso. Più dolce, più avvolgente.E lì, mentre le ninfe neonate scendevano dal grande albero al centro del fiume per danzare tra i fili d'erba e i fiori colorati, Jungkook si ritrovò a perdersi di nuovo nelle mille espressioni di meraviglia di Taehyung.
Poi, si era perso anche nei loro sorrisi, nelle loro mani intrecciate, nei sussurri che si erano scambiati.Ed era stato tutto...Dio, era stato tutto così perfetto. Così giusto... che Jungkook si era sentito schiacciare.
Più ci pensava, infatti, e più la sensazione di essere circondato da una forza invisibile aumentava, opprimendogli il petto.
Era un controsenso. Lo era per l'ennesima volta.Come poteva sentirsi tanto felice e, al contempo, così terrificato?
Forse era proprio quella felicità a confonderlo.
Perché, in qualche modo, quella felicità, non la percepiva solo come una cosa sua.
Non si trattava solo di lui, si trattava di Jungkook e Taehyung.Stava oltrepassando un confine.
Anzi, c'era solo un piede a tenerlo fuori da quello che percepiva come un vortice simile a quelli dei buchi neri in grado di ingoiare intere galassie.Adesso c'era una sola cosa da fare; decidere.
Tirarsi indietro, e cercare di far tornare tutto come un tempo. Cercare di fingere che non fosse successo nulla.Oppure, lasciare che il vortice lo inglobasse.
Lasciare che Taehyung lo prendesse e gli stravolgesse la vita per poi... lasciarlo andare.
Lasciare che amasse qualcun altro. Per davvero stavolta.A quel pensiero uno stretto nodo gli si formò attorno alla carotide, impedendo al sangue di scorrere correttamente all'interno del suo corpo.
Si strofinò il viso con una mano, intanto che sistemava sul tavolo della cucina un paio di pantaloni appena ripiegato.
I suoi occhi scuri caddero sul suo telefono poggiato poco più in là, che si era appena illuminato per via di una serie di messaggi.
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|Love Is Not Fair ||Tk
Fanfiction"L'indice di Jungkook premette il grilletto e il primo proiettile colpì la donna dai lunghi capelli rossi dritto al centro della fronte. Con uno scatto veloce, Jungkook, mirò all'uomo. Colpendo anche lui. Sta volta sul retro del capo. [Bingo!] esc...