35|| [Olimpya]

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Il venerdì del 1 settembre arrivò in fretta

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Il venerdì del 1 settembre arrivò in fretta.

Dannatamente troppo in fretta.

Taehyung si guardava nervosamente allo specchio della sua nuova casa, girando su sé stesso ancora e ancora per vedere se l'outfit scelto andasse bene o meno.

[Smettila di farti tutte queste paranoie. L'ho scelto io, no? Quindi è per forza una meraviglia!]

Taehyung guardò il robottino dal riflesso dello specchio, Jimin gli aveva procurato uno dei polipetti viola di Cupido, visto che non poteva lasciargli l'orologio ogni volta che aveva bisogno di una consulenza di moda.

Anche quella sera, Hoseok aveva scelto con cura ogni capo d'abbigliamento. Accostando una camicia in lino di un delicato rosa perla con decorazioni floreali di un rosa più scuro ad un paio di pantaloni neri e ben stretti sulle cosce. Il tutto accompagnato a degli stivaletti alti fino alla caviglia di un lucido nero.

Aveva legato un foulard al collo, rosa come la maglia e dalle punte traslucide. Un lieve tocco di trucco agli occhi e i capelli sistemati con cura, stavolta addirittura piastrati.

Ma quello che più preoccupava Taehyung, in realtà, era quello che c'era sotto gli abiti.

La sua passione per l'intimo femminile infatti, si era ampliata, portandolo a riempire interi cassetti di mutandine in pizzo e reggiseni in tessuto trasparente che aveva preso a mettere regolarmente.

Jungkook non ne sapeva nulla, Taehyung non aveva avuto il coraggio di dirgli che quella passione stava diventando sempre più presente nella sua quotidianità... o che passava intere giornate ad abbinare mutandine e reggiseno prima di uscire con lui.

Quella sera non era stato diverso. Ne aveva scelto un completo in pizzo trasparente nero, delle roselline rosa ne decoravano le congiunzioni, dando un aspetto armonioso alle sue forme magre e un po' spigolose. Il reggi calze era la parte che gradiva di più, gli stringeva la vita allacciandosi ad un paio di calze a rete nere lunghe fino a metà coscia.

Forse era troppo Sexy e più volte Hoseok gli aveva chiesto come mai ci si fosse impegnato tanto se, comunque, non era intenzionato a sfruttarlo per sedurre Jungkook.

Taehyung avrebbe voluto rispondergli che non sempre le cose si fanno per piacere alla persona con cui si sta. Ma la verità era che per quel completo aveva speso più di quanto fosse necessario e Taehyung era abbastanza sicuro che il suo inconscio avesse un secondo fine.

Il suono del citofono lo riscosse dai suoi pensieri. Deglutendo sonoramente, si allisciò la camicia sul petto, cercando di appurare un'ultima volta se le roselline non si vedessero troppo oltre il tessuto leggero. Quando il citofono suonò una seconda volta, si decise a rassegnarsi e andò alla porta.

«Sto arrivando, aspettami sotto» avvertì all'apparecchio, prima di correre a prendere la borsa nera e una giacca lunga rubata a Seokjin un paio di giorni prima. Era rosa come la camicia e aveva dovuto pregare il dio della bellezza un bel po' per convincerlo a prestargliela.

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