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Taehyung venne spinto via con forza da Efesto

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Taehyung venne spinto via con forza da Efesto. Barcollò all'indietro, intanto che osservava Namjoon stringere possessivamente Afrodite.

Poi, pulendosi la bocca bagnata, si voltò verso Jungkook. Sul volto aveva un'espressione di trionfo, convinto di essersi preso almeno una piccola rivincita in quella che sembrava esser diventata una gara.
Ma quell'espressione tronfia, scomparve presto, quando scorse il bel volto della Freccia corvina.

Jungkook lo guardava immobile, quasi pietrificato. Gli occhi privi di qualsivoglia luminescenza.
Taehyung aveva vinto, lo aveva ferito. Lo vedeva chiaramente. Eppure, quella vittoria non gli procurava alcun piacere.

La vista tornò ad annebbiarsi per via delle lacrime, intanto che l'ennesimo carico di pianto lo attaccava a tradimento, avvolgendolo nello sconforto.
«Non- ngh- è giusto!» mugugnò portando il volto a nascondersi nella parte interna del gomito «Non è giusto, non puoi guardarmi in quel modo! Non hai diritto di farlo!» serrò gli occhi, portando il busto in avanti, intanto che la sua voce alterata veniva affievolita dal braccio che gli copriva la bocca.

Jungkook, a quel punto, scattò in avanti passando una mano sul retro del suo collo per avvicinarlo a sé e stringerlo in un abbraccio.
Anche lui, adesso, piangeva silenzioso.
«Perdonami, davvero... Scusami, scusami...» sussurrò piano al suo orecchio. Voleva stringerlo di più, voleva toccarlo di più, ma il senso di colpa gli impediva di stringerlo forte come voleva. Gli impediva di avvolgerlo tra le sue braccia e abbandonarsi alla sua essenza.

Taehyung non riuscì a spingerlo via, a imporsi di allontanarlo, di rimanere fermo sul suo punto.
Era stanco, esausto, sopraffatto.

L'unica cosa che riusciva a fare era piangere e singhiozzare sotto quel tocco leggero e timoroso che Jungkook gli donava.

E, di nuovo, il tempo parve congelarsi, isolandoli dal qualsiasi altra cosa che non comprendesse Taehyung e Jungkook.

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Namjoon, intanto, guardava la coppia ancora furente. Finalmente si decise a prendere un gran respiro, strinse la presa attorno al braccio di Seokjin, portandolo in direzione della porta «Ok, noi leviamo le tende. Prima che la situazione peggiori e ti levi direttamente le mutande»

Mentre lo seguiva, Seokjin vedeva solo la sua schiena, che per qualche ragione sembrava più grande del solito.
Una volta chiusasi la porta alle loro spalle, Namjoon lo trascinò sino all'ascensore, premendo compulsivamente il tasto per richiamarlo.

«S-Sai che così non arriverà prima, vero?» Afrodite lo guardava con gli occhi grandi e l'aria colpevole.
«Sta zitto. Non voglio parlarti adesso»

Seokjin abbassò il capo, per la prima volta, poteva dire di non centrarci nulla, ma anche così non significava mica che Namjoon non ce l'avesse con lui.
Forse, aveva sbagliato ancora una volta.
Forse, quando si trattava di lui, era semplicemente impossibile non accadesse qualche guaio.

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