33|| [Confronto]

1.4K 179 54
                                    

Una settimana

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Una settimana.

Era passata una settimana da quando Taehyung se ne era andato da Seul ed era tornato a Deugu.

­L'aria lì, era molto più pulita e calda rispetto a quella fredda a cui si era abituato negli ultimi anni di università. E, un tempo, aveva adorato la differenza.

L'aria pulita, il calore estivo più accentuato, i campi di coltivazioni tutti intorno alla casa della sua famiglia, il grande lago attorno alla quale si costruiva l'intero paesaggio.

Quell'adorazione, però, era venuta meno con la morte di sua nonna, lasciando posto soltanto ad una grande malinconia che lo aggrediva ogni qualvolta tornava a casa a trovare i suoi genitori.

Ma quello, se proprio doveva esser sincero, non era mai stato l'unico motivo per la quale non tornava spesso a casa.

A Seul, dopotutto, c'era Jungkook. Il suo piccolo monolocale che per anni aveva diviso con lui ogni qualvolta qualcuna delle sue fidanzate lo sfrattava.

Sollevò lo sguardo verso l'azzurro, se non fosse stato per la parte opposta del lago, l'acqua si sarebbe confusa perfettamente con il cielo, annullando qualsiasi parvenza di terreno. E, ne era sicuro, a lui sarebbe parso di volare, proprio come quelle volte in cui Jungkook lo aveva stretto a sé e aveva spiccato il volo.

I brividi lo avvolsero a quel pensiero, mentre tornava a guardare davanti a sé.

Jungkook... non c'era giorno in cui il suo pensiero non tornasse a lui, non tornasse a quella sera al Lotte World, a quegli occhi bagnati che lo pregavano di rimanere.

Non poteva rimanere, non sapendo che per Jungkook sarebbe stato sempre la seconda scelta. Non sapendo che, in futuro, nel caso fosse stato richiamato all'ordine, la Freccia avrebbe scelto tutti gli altri a lui, a loro.

Sollevò le gambe dall'acqua fredda del lago, portandosele alle ginocchia e ignorando l'umidità che bagnava i suoi bermuda di Jeans. Nascose il capo nelle ginocchia, chiudendo con forza gli occhi per ricacciare indietro gli ennesimi lacrimoni salati.

Non poteva piangere ancora, i suoi genitori avrebbero iniziato a preoccuparsi davvero. Uno dei lati della sua bocca si sollevò lievemente, ma chi voleva prendere in giro? Sapeva che era già tardi per quello.

Dopotutto, passava le sue intere giornate in un mutismo selettivo, uscendo appena poteva per venire in quel luogo a perdersi nella nullità che regnava sovrana nella sua mente. I pasti li passava toccando poco e niente, e la notte, solo sotto le coperte del suo misero letto, ricominciava a piangere, cercando di non fare rumore.

Ma lo sapeva, sapeva che i suoi genitori lo sentivano. E se non lo sentivano, allora semplicemente, lo conoscevano talmente tanto bene che bastava un solo suo respiro a farglielo capire.

Sua mamma, Ahyleen, aveva provato a porgli qualche domanda, cercando di tastare il terreno con cautela, come avesse paura che franasse tutto quanto. E quando aveva capito che Taehyung era già ad un passo dal precipizio, aveva ritenuto più saggio restare in silenzio. Aiutarlo, sì, ma solo con i piccoli gesti, le piccole accortezze che solo una mamma dolce come lei avrebbe potuto mettere in atto.

|Love Is Not Fair ||TkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora