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Il tragitto per raggiungere l'università non era mai sembrato tanto corto

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Il tragitto per raggiungere l'università non era mai sembrato tanto corto. Ma, per lo meno, Taehyung se lo era goduto tutto.
Era da diverso tempo, infatti, che lui e Jungkook non andavano in sede insieme e il castano non si era mai reso conto di quanto gli fosse mancato farlo.

Prima che succedesse quel casino, in effetti, lo facevano spesso, anche se non per gli stessi orari di lezione. Semplicemente Taehyung accompagnava Jungkook o viceversa, magari usando la scusa di dover andare a comperare qualcosa.

Ma da quando era stato punto, le discussioni erano state talmente tante che nessuno dei due era più riuscito a farlo.
Sospirando, l'umano lasciò che il suo sguardo scivolasse di sottecchi lungo la figura della Freccia accanto a lui. Assaporandone, per l'ennesima volta da quando aveva scoperto di essere gay, ogni spigolo e rotondità.

Non poteva ancora credere di averlo visto nudo...
Di averlo visto piegato su di sé mentre gli faceva un pompino, né tantomeno che lo avesse trattato come un bambolotto, lasciandosi  scopare in quel modo.

Avvampò ricordando le posizioni e gli ansiti osceni che il suo povero corpo aveva riprodotto. Tanto che i suoi occhi andarono dritti sul marciapiede lungo la quale camminavano per via della vergogna.
«Perché sei tutto rosso adesso?» la voce del corvino gli arrivò un po' pungente, come a schernirlo del suo imbarazzo.

Jungkook, che proprio come lui non riusciva a concentrarsi su nient'altro, aveva colto ogni sfumatura di quel rossore. Si accostò a lui e continuò con un sorrisetto dispettoso sulle belle labbra «Non vedo particolari motivi per arrossire qui intorno a noi...» Quando Taehyung lo guardò colpevole, il suo sorriso si ampliò «A cosa stavi pensando?»
«A niente!» mentì inutilmente, visto che la risposta gli si leggeva chiaramente in viso.
«Oh! Quindi non stavi pensando a nulla di perverso...?» la sua mano scivolò dalla fascia dello zaino che aveva in spalla alla schiena di Taehyung, protetto solamente da una maglietta bianca. La mano tatuata attraversò delicata tutto il suo tratto di pelle, fino ad arrivare al fondo schiena.

Taehyung rabbrividì al gesto. Non ce lo vedeva Jungkook a palpargli il sedere o a toccarlo in maniera tanto maliziosa durante il giorno in una strada affollata come quella.
Eppure, si ritrovò a mordersi le labbra, aspettando paziente che quelle sue dita affusolate raggiungessero il suo sedere e (Dio, magari!) lo palpassero.

Non fece neanche in tempo a realizzare quanto fosse un pervertito, che sentì un forte schiaffone trapassargli il jeans e infuocargli la carne di una delle natiche.
Guaì, portandosi una mano alla bocca per nascondere l'ennesimo suono osceno delle sue labbra.
«J-Jungkook!» lo rimproverò, avvampando nel sentirsi fissare dagli sconosciuti lì intorno.
La Freccia scoppiò a ridere alla sua reazione e, passando un braccio attorno alla sua spalla lo avvicinò a sé «Devo annotarmi mentalmente che ti piace essere sculacciato Taehyungie... potrebbe venirmi molto utile per farti godere nelle prossime occasioni» sussurrò al suo orecchio in modo malizioso.

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