34 || [Risveglio]

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Era un party come tanti, in una sera di inizio anno come tante

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Era un party come tanti, in una sera di inizio anno come tante.

Jungkook e Jimin avevano raggiunto la festa universitaria più tardi, dopo il turno al bar dove il corvino aveva da poco iniziato a lavorare.

«Primo anno? Tieni, a voi il bracciale color rosso» la ragazza alle porte gli aveva dato un bracciate in plastica fluorescente rosso e a Jimin, che era già un anno avanti, uno color blu.

«Questa cosa mi è nuova, nell'università dove andavo prima non erano così creativi» aveva sorriso a Jimin che aveva sollevato le sopracciglia con fare sapiente «Te lo avevo detto di segnarti direttamente qui! Invece no, sei voluto andare in Cina!»

«Jimin, non posso rimanere in Corea per troppo tempo! Cosa spiego ai vicini?»

«Sei così paranoico...» gli occhi del biondo si alzarono al cielo «ormai gli umani sono così presi dalla tecnologia che non si accorgono più neanche di quante dita hanno le loro mani»

Jungkook rise e Jimin gli prese la mano «Su, andiamo al bar. Stasera ti conviene farmi trovare qualcuno da portare a casa, se non vuoi che mi infili nel tuo letto tutta la notte»

«A me non importa» sbuffò Jungkook facendo spallucce «Ma non hai un Cupido da andare a sedurre?» 

Jimin lo fulminò con lo sguardo, facendogli capire che non voleva affrontare l'argomento, poi si sporse sul bancone del bar, ordinando due shottini alla vodka.

Jungkook approfittò dell'attesa per guardarsi intorno, c'era gente che ballava e si strusciava un po' ovunque. I coreani erano pudici solo a porte aperte, una volta chiuse, sembravano trasformarsi in belve. Era un'atmosfera caotica, ma non spiacevole, anche per qualcuno come lui.

I suoi occhi scuri caddero su una figura poco più in là sul bancone, un ragazzo dai capelli scompigliati con davanti parecchi bicchierini vuoti.

Aveva un bel profilo, il collo lungo, il naso grande ma ben disegnato e le labbra carnose ripiegate in una smorfia. Sembrava aver passato davvero una brutta serata.

Il barista, intanto, gli aveva versato lo shottino. Lui lo prese e, ignorando le domande del suo migliore amico, si diresse dritto verso quel ragazzo.

Quando Jimin lo vide affiancare quel castano scompigliato si fece scappare un risolino divertito, lo conosceva per fama di essere un succhiasangue che si trasferiva a casa delle sue fidanzate appena poteva, chissà se avrebbe ceduto alle avance di un uomo.

«Brutta serata?» Jungkook poggiò il bicchierino accanto al ragazzo, sedendosi poi sullo sgabello, il suo gomito toccava quello dello sconosciuto.

Questo si voltò a guardarlo, seguendo la linea dei tatuaggi che aveva sul braccio scoperto fino al volto, la frangia lunga e scompigliata gli copriva gli occhi, ma quello che Jungkook vedeva del suo viso gli sembrava simile alla perfezione.

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