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«Fate attenzione, al Tartaro piace mutare il tempo

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«Fate attenzione, al Tartaro piace mutare il tempo... quindi, sicuramente ne perderemo la concezione» aveva avvertito Cupido, intanto che si immergevano nell'oblio del Tartaro.

Jimin aveva sentito l'angoscia e la disperazione di quel buio avvolgergli le caviglie, ma la sensazione sgradevole era presto stata sostituita dal piacere della tranquillità, intanto che fluttuava senza gravità.

Si guardava intorno silenzioso e curioso.

Quello era il posto ove Cupido e Caos avevano costruito il loro tempio d'amore anni prima?

Sfere di luce bianca vagavano lungo l'oscurità, accompagnandoli nella loro camminata. Danzavano leggiadre, fluttuando intorno a loro, formando piccoli cerchi attorno al capo della Freccia, che si perdeva a guardarle.

Quando una, più grande delle altre, si portò proprio dinnanzi a lui, fermandone l'avanzata, Jimin inclinò il capo scrutandone la forma. Emanava calore, quella luce, come fosse viva. E Jimin ebbe l'impressione che lo studiasse, che stesse cercando qualcosa, forse proprio dentro di lui.  

Ma era mai possibile?

D'istinto, quasi come si fosse sentito richiamare da una forza magnetica, sollevò lo sguardo dalla sfera, portandolo a Cupido, ora immobile a qualche passo più in là.

Gli occhietti felini e scuri, puntati sulla sfera, appena incontrarono quelli di Jimin, tornarono a guardare il nulla, lasciando la Freccia interdetta.

E quello, che sguardo era?

Sospirò, stringendosi nelle spalle, intanto che la sfera tornava ad allontanarsi per fluttuare nell'oscurità. Leggiadra si congiunse alle altre sfere che si fecero sempre più compatte l'una contro l'altra. Presto presero a muoversi come uno stormo di uccelli prima di una tempesta. Creavano forme e disegni tanto complessi, che i tre ci misero un po' a capire che, intanto, l'oscurità che li circondava aveva preso a mutare forma.

«Che succede?» chiese Seokjin, allarmato dall'improvviso cambiamento.

«Yoon?» Jimin raggiunse Cupido, che continuava a scrutare il tutto in silenzio. «Ha smesso di studiarci» lo sentì dire la Freccia, intanto che lo affiancava «Adesso vuole giocare» continuò, indicando il nuovo scenario che gli si stava presentando dinnanzi.

Una riva, Jimin non sapeva dire se fosse di un lago o del mare, prese forma sotto di loro. Contornava un buio e calmissimo specchio d'acqua, lungo la quale fluttuavano leggiadri dei ciottoli in pietra scura, posti uno davanti l'altro, intenti a formare una via per i tre ospiti.

Yoongi si ritrovò a serrare la mascella. C'era un tempo in cui avrebbe trovato divertente quel lato giocoso di Caos. Ma adesso, causa anche tutto il rancore che le aveva riservato per secoli e secoli, non riusciva più a vederli con gli stessi occhi.

Sospirò «Non sono qui per giocare Caos... Ho bisogno di chiederti qualcosa»

Le sfere di luce sciolsero il fitto stormo, propagandosi lungo tutto lo specchio d'acqua. In un certo senso, sembravano delle lanterne poste a decorare il meraviglioso sfondo che Caos aveva scelto per loro.

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