Prologo

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Le piogge forti erano eventi abbastanza comuni in Scozia, ma non qualcuno che bussava forte alla porta di notte durante un temporale. Suddetta porta apparteneva ad una casa di una piccola cittadina della campagna scozzese.

"Chi è che bussa a quest'ora di notte?"

Il proprietario dell'abitazione, un uomo dai capelli e barba rossi, scese le scale con in mano una candela, brontolando con voce ancora impastata dal sonno. Non appena aprì la porta, tuttavia, cambiò immediatamente espressione da seccata a sorpresa: davanti a lui stavano due figure, un uomo che gli somigliava molto avvolto in una spessa mantella e una donna più alta con un mantello di pelliccia bianca che raggiungeva il suolo, la testa coperta da uno scialle, e in braccio un fagotto tremante.

"Albert? Glycen? Ma siete impazziti?" Il primo uomo si fece da parte per far entrare la coppia in casa ed accese altre candele per fare più luce nella stanza.

"Scusa per l'ora, Brendan." Il secondo si levò il cappuccio e la donna si scoprì il viso: pallido, decorato da chiazze blu sulle guance e sul collo, non aveva orecchie ma c'erano due soffici antenne che spuntavano dai lisci capelli corvini. Dalla coperta che teneva tra le braccia spuntò una testolina appartenente ad una bambina di tre anni con i capelli rossi da cui spuntavano due piccole antennine pelose e bianche, guance e nasino coperti di lentiggini rosse e bluastre.

"Va tutto bene, mia cara" Glycen chiuse la porta, in modo che il rumore dei tuoni risultasse più ovattato e non la spaventasse "Siamo a casa dello zio ora"

Nel mentre, Brendan aveva ravvivato la fiamma del camino con della nuova legna e preso delle coperte di lana.

"Sedetevi al tavolo, vi scaldo del latte" Riempì una pentola che appoggiò vicino al fuoco, poi ci mise del miele dentro appena il liquido divenne abbastanza caldo e lo distribuì in tre ciotole.

Si sentirono altri passi provenire dalle scale, appartenevano una donna piuttosto robusta con le lentiggini sul viso e capelli di un rosso più chiaro.

"Santo cielo!"

"Zia Arianna!" La bambina tirò su la testina dalla ciotola e salutò la donna. Questa le ripulì le labbra dal latte, le diede un bacetto in fronte e poi fulminò i genitori con lo sguardo.

"Volete che la bambina si prenda un malanno?!"

"Se siamo venuti qui è proprio per il suo bene" Albert si appoggiò alla moglie.

"Puoi portarla di sopra?" Glycen mise la tazza sulla tavola "Noi quattro dobbiamo parlare, e non voglio si spaventi"

Si rivolse alla figlia "Artica, ora la mamma di lascia un attimo con la zia, va bene?"

"Si mamma"

Appena la bimba finì il latte, Arianna la prese in braccio "Vieni, tua cugina sarà contenta di vederti"

La donna salì le scale dove si trovavano le stanze ed entrò in quella più piccola, dove un'altra bambina, di circa cinque anni, si era alzata dal lettino.

"Mamma? Che succede?"

"Safie, guarda chi c'è" Arianna mostrò la nipotina sorridente.

"Artica!" Safie abbracciò la cugina più piccola e la fece sedere sul letto, Arianna si chinò ad accarezzare le loro teste con un sorriso.

"Ora, piccole mie, scendo a parlare con Albert e Glycen, voi due mettetevi a letto e state vicine, o Artica si prenderà un raffreddore"

Le bambine obbedirono e si addormentarono abbastanza in fretta, nonostante la pioggia che picchiava sul vetro della finestra.
Non passò molto tempo prima che Artica si svegliasse per il cigolio della porta, vide i suoi genitori avvicinarsi.

Children Of Myths, Atto Primo: ScoziaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora