Il racconto degli Innocenti

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Davanti alle tre ragazze sbalordite e preoccupate vi erano circa sei bambini, sia maschi che femmine, raggomitolati in quel buio carro l'uno contro l'altro come dei pulcini innanzi una faina. Il più grande tra di loro poteva avere massimo dieci anni e il più piccolo quattro. Non erano feriti e nemmeno denutriti, solo parecchio terrorizzati.

"Mamma? Papà?" Chiesero vocine tremanti mentre alle due Fate e l'Elfa si stava gelando il sangue nelle vene e stringeva il cuore. Saraide non perse tempo e ordinò venissero portati immediatamente cibo e acqua per quelle povere creature. Nel mentre, Artica andò a sfondare le porte di tutti i carri, rivelando altri bambini all'interno. In tutto erano circa trenta bambini e tre neonati addirittura.

"Non sono la mamma, tesoro. Ma sono un'amica" si avvicinò piano, sorridendo e mettendo giù l'arma, invitando poi i bambini a scendere.
Tuttavia, questi erano talmente spaventati che non osavano muovere un muscolo. Dovettero pensarci le Sidhe di Brigid, di Cernunnos e i Grim a smuovere la situazione.

"Siamo quelle che voi chiamate Fate" dichiararono quelle in parte farfalla, creando sia fiammelle che fiori per convincere i bimbi che non erano tra nemici, tutt'altro.

"... Cagnetto!" Una bimba si sporse verso un Church Grim, che aveva abbandonato ogni ferocia per uggiolare scodinzolante e leccare il nasino alla piccola.

Piano piano, vennero convinti a scendere dal carro, non prima che i membri della corte di Brigid usassero le piante per trascinare sottoterra i cadaveri, sia per non traumatizzare ancora di più quei poveri piccoli sia perché almeno quei disgraziati sarebbero serviti a qualcosa. Infine, le Sidhe animalesche e i Grim si sdraiarono per terra in modo da scaldare i molto probabili orfani col corpo.

"Prendete delle coperte e del latte per i neonati, presto!" Al diavolo le provviste. Avevano tra loro gente capace di mutare in lupi ed orsi, potevano cacciare se necessario, raccogliere frutta e avrebbero bevuto acqua dalle sorgenti o fiumi. L'importante era sfamare decentemente quei bambini, non solo a pane, acqua e qualche mela.

Artica e altri si adoperarono a preparare loro un pasto caldo, altri ancora presero la legna per accendere un fuoco e c'era chi copriva i bambini e si prendeva cura dei neonati che smisero di piangere appena venne dato loro del latte poco per volta tramite del tessuto per simulare un seno materno.
Finalmente poterono sfamarsi e tranquillizzarsi dopo l'intenso shock, ma sia Artica che Saraide avevano fin troppe domande.

"Ve la sentite di raccontarci che è successo?" Si sedette a terra davanti ad un bambino di circa undici anni, ancora leggermente restìo a parlare.

"Non vi faremo del male, promesso. Quella gente cattiva ha fatto del male a tutti noi, siamo amici" lo rassicurò con un sorriso caldo e dolce. Fu abbastanza convincente, tanto che il ragazzino si mise seduto.

"Circa cinque giorni fa erano venuti i soldati a dirci che dovevamo andare via di casa, siamo saliti sui carri e siamo partiti"

"Avevano detto ci avrebbero portati in un luogo sicuro" Aggiunse una bambina abbracciata ad un Sidhe Cervo "Ci siamo fermati dopo molte ore per abbeverare i cavalli e poi..." Prese a singhiozzare, subito consolata dalla creatura magica.

"Sono arrivati quegli uomini in nero" riprese il primo bambino, anch'esso con le lacrime agli occhi "Papà e Mamma si sono messi in mezzo ma uno di loro li ha feriti e non si muovevano più"

"Anche mio nonno" Aggiunse un'altra ragazzina "Sembrava una statua, era tutto freddo"

Artica ascoltava il terrificante racconto con i pugni chiusi, denti stretti e il respiro lento ma molto più pesante, alla stregua di un toro furioso pronto a caricare qualcuno.

"Ci hanno presi e trascinati su quei carri con qualcosa da mangiare e poi ci hanno tenuti dentro fino ad ora" riprese il primo.

"E per mangiare?" Riannon si sporse per accarezzargli i capelli.

Children Of Myths, Atto Primo: ScoziaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora