Il dolore che la Artica stava provando era niente paragonato alle volte precedenti, non era come avere il corpo trafitto da una moltitudine di lame, quanto essere punzecchiati da una serie di aghi.
Faceva male, ma non era un'agonia continua. Inoltre, la sua magia aveva raggiunto il nucleo del pilastro molto più velocemente e liberato ancora una volta l'energia selvaggia, ma come al Ben Arthur, anche stavolta riuscì ad udire echi del passato legati alla Strega e a Crom Cruach."Ho pregato per giorni ma non è venuto nessuno, perché i Vicini non sono intervenuti?" la voce femminile era un continuo singhiozzare di angoscia e rabbia. Poi la voce sibilante riprese a parlare, sempre con lo stesso tono preoccupato.
"Perché hanno paura, piccola. Temono l'Uomo, come temevano me. Per questo mi hanno cavato gli occhi e distrutto il mio corpo originale" La voce di Crom sbuffò "Ovviamente, l'occhio che poteva essere utile lo custodiscono nel loro reame, questo invece è stato abbandonato qui da più di mille anni"
Dopo un po' di silenzio, Crom riprese "Ascolta, bambina. Non ho un corpo, ma il mio spirito vive nei miei occhi... Ti do il permesso di usare questo che hai davanti"
"Che cosa può fare?"
"Renderti più forte, longeva, capace di rubare vita e magia. Dovrai fare pratica, ma ti permetterà di vendicarti e di scacciare quei miserabili parassiti..."
Non si possono udire le immagini, ma Artica giurò di aver potuto percepire il sogghigno astuto del serpente marino che faceva leva sulla rabbia e disperazione della ragazzina.
"In cambio ti chiedo una cosa..."
Artica sibilò degli insulti, ma ancora non era finita: la Pietra stava reagendo con quel flusso di magia e stavolta ebbe un'effettiva visione del passato, come le immagini dei suoi genitori: una figura parecchio alta che la ragazza riconobbe subito, una donna anziana dalla pelle bluastra, con un solo occhio funzionante.
Quel ricordo non apparteneva alla Strega, né a Cruach, ma a Beira."Maestà! Maestà, venga, presto!"
"Che accade?" Domandò Beira al proprietario della voce, un uomo con ali da falena blu un collare di pelliccia candida attorno al collo, dotato di antenne pelose e i piedi che sembravano zampette da insetto: un Sidhe dell'Inverno, come lei e sua madre.
"Mia Regina, la barriera che protegge questo villaggio sta..." Esitò, cercando di trovare le parole "Sta marcendo!"
"Come?" La regina scese dalla collina verso un piccolo agglomerato di case e capanne costruite su possenti alberi. Attorno a lei, altri Sidhe si erano radunati, brandendo spade, coltelli, balestre e mettendo al sicuro i bambini nelle case.
Quella che chiamavano barriera era un intricato e altissimo muro di rovi che stava pian piano appassendo, come se la vita venisse risucchiata dalla pianta finché questa non si sbriciolò, completamente secca e morta.
"Beira Cailleach..." Una voce femminile chiamò dall'altra parte del polverone che si era alzato dal crollo della pianta, proveniente da una figura che stava lentamente avanzando verso il gruppo di creature tra l'umano e l'insetto.
"Chi entra nel villaggio dei miei figli senza permesso e ne distrugge le difese?"
Dalla polvere emerse una donna giovane con capelli neri dai ciuffi grigi e occhi con delle venature nere sulla cornea.
"Colei che ti sfida per il titolo di Regina dell'Inverno, Beira" Rispose la donna con voce fredda tanto quanto il suo sguardo. Dietro di lei c'era altra gente, armata sia di spade che armi da fuoco, pronti ad attaccare ad un minimo ordine.
STAI LEGGENDO
Children Of Myths, Atto Primo: Scozia
Fantasy(IN NUOVA REVISIONE) Nel diciottesimo secolo, Artica Neivers, una mezza Fata Scozzese, scopre che una terribile stregoneria sta affliggendo la sua terra e ovunque la Magia sia stata indebolita dalle mani dell'umanità. Con un'ascia in mano e una Piet...