La Profetessa

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La battaglia mentale non aveva esaurito solo Artica, ma anche la Strega.

La donna dal mantello nero era stata sbalzata via da quel piano di esistenza e aveva sbattuto la testa sulla superficie ghiacciata del santuario che visitava quotidianamente per osservare alla crescita dei pilastri e l'operato dei suoi seguaci.
Dopo la temporanea perdita di coscienza fu prontamente portata nei suoi alloggi da alcune guardie, le avevano tolto la maschera con l'insegna di Crom e adagiata sul letto.

"Si sta svegliando..." mormorò una delle sue ancelle dopo mezz'ora, facendo cenno alle altre di fare un passo indietro e farle riprendere conoscenza.

La Profetessa aprì gli occhi, l'uso costante dell'Occhio Portatore di Morte combinato con il bastone di Beira le aveva fatto perdere la vista, proprio come i suoi seguaci che sacrificavano la vita per nutrire la sua magia, i suoi occhi erano diventati neri come il carbone.

Tuttavia, poteva ancora vedere il flusso di magia nell'ambiente e connettersi con i pilastri o i talismani attorno al collo dei suoi adepti.

"Mia Signora, come si sente?"

"Ho... Ho sete"

La serva le porse un bicchiere in modo che potesse bere e poi lei si mise seduta, massaggiandosi la testa. Realizzò poco dopo quanto successo poco prima: una singola Fata, una bastarda, per giunta, era riuscita a purificare e distruggere un pilastro.

Non poteva essere vero. Le erano bastate davvero poche settimane per contrastarla o aveva trovato un modo diverso?
No, non era così forte, se non fosse stato per lo spirito di Beira, sarebbe stata imprigionata come tutti gli altri della sua corte.
Purtroppo, era impossibile uccidere un Sovrano delle Fate definitivamente, non finché il simbolo del suo potere, e quindi il bastone, non sarebbe stato distrutto.
Ma non poteva distruggerlo, ne aveva bisogno...

"E... E i nostri fratelli e sorelle?" Cercò di distrarsi.

I volti delle ancelle si rabbuiarono "Morti..." disse una delle più giovani, di circa sedici anni. Questa singhiozzò, sinceramente triste per la loro perdita.
La donna prese la mano della ragazzina e l'accarezzò, cercando di esserle di qualche conforto "Mi dispiace, bambina. È stato un mio errore..."

La ragazza abbracciò la Strega tra le lacrime "Per favore, per favore, la prego... li vendichi".

"Lo faremo, piccola" Le baciò la fronte "Il loro sacrificio non sarà stato vano."

I suoi seguaci la lasciarono riposare dopo che questa si sdraiò a fissare prima il soffitto, poi il bastone con quel cristallo nero legato sopra.
Doveva trovare una soluzione per togliersi di mezzo la ragazzina. Poco importava fosse in parte umana, non poteva rischiare di perdere altri pilastri.

Dopo circa trenta minuti, si alzò, afferrò lo scettro e tornò nel suo santuario per riorganizzare le idee ed osservare lo stato degli altri pilastri, quelli già sviluppati e quelli piantati più recentemente.
Ora che la ragazza aveva trovato un modo per distruggerli, chissà dove sarebbe potuta andare dopo, tutto ciò che poteva fare era rinforzare le difese e cercare di accelerare il processo in modo da poter aprire una breccia in Tìr na nÒg e ottenere l'altro Occhio.

"Te l'ha proprio fatta, vero?"

La donna sussultò quando sentì una voce profonda echeggiarle nella testa, sibilante, viscida beffarda e chiaramente divertita.

"La fermerò" rispose freddamente "Devo. O tutto ciò per cui ho lavorato sarà stato tutto per niente"

"Mi godrò lo spettacolo, non che possa fare altro" ridacchiò la voce nella sua mente "Per quanto mi piaccia pensare ai Sidhe rintanati nel loro regno come ratti, le cose finalmente si sono fatte interessanti."

Children Of Myths, Atto Primo: ScoziaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora