William era stato portato di peso alla locanda dove i due McFadden avevano acceso il camino buttando dentro quanta più legna possibile per creare una fiamma bella grande e viva.
Avevano anche preso delle spesse coperte di lana e gli avevano portato latte caldo da bere un sorso alla volta."Riesci a muovere le mani?" Fergus si era chinato ad esaminare la pelle intorpidita dal freddo, ma non congelata.
"Si, riesco a muovermi" il fabbro buttò giù un sorso dalla scodella per riscaldarsi anche da dentro. "Però mi sento debolissimo. Come se avessi trascinato un carro pesante su per una montagna"
Seduti in un angolo fuori dall'edificio, Safie e Artica stavano consolando Bakhur, ancora piangente sia per lo shock, sia perché aveva quasi perso l'uomo che gli aveva dato la possibilità di rifarsi una vita e riconosciuto il suo talento per la lavorazione dei metalli preziosi. Lo aveva preso come apprendista e aiutante, non come schiavo.
La porta si aprì ed entrò Padre Aidan con le Banshee per controllare che stesse bene e che il maleficio non si fosse trasmesso in qualche modo.
Non vi era alcuna venatura nera sulla pelle, solo un colore che stava tendendo al blu, come una qualsiasi persona rimasta al gelo per parecchio tempo. Tuttavia, il prete-druido volle dare il suo contributo tracciando con un carboncino delle rune sulle mani dell'amico."Vi chiedo il permesso per aiutarlo a scaldarsi" si rivolse alle tre sorelle, le quali annuirono e gli posarono le mani sulle spalle e sul capo mentre Aidan pregava in gaelico affinché quell'incantesimo riuscisse.
I simboli sulle mani si dissolsero in polvere, ma la pelle di William riprese colore e questo sospirò di sollievo.
"Stai meglio?"
"Si Padre, si..." Mosse le dita lentamente e poi tirò su la testa. "Bakhur sta bene?"
"Sono qui!"
Bakhur entrò dalla porta e si mise davanti a lui "Mi dispiace... Non dovevo stare fermo. Dovevo fare qualcosa!"
"Ragazzo..." Il fabbro lo guardò con gratitudine mista a preoccupazione "Mi volevi salvare la vita, di questo ti sono grato. Ma stavi per morire, e non me lo sarei perdonato"
"Ana 'asf, William"
"Non devi scusarti di niente. Sei un ragazzo che ha passato le pene dell'inferno; eppure, questo mondo non ti ha reso bastardo come loro"
Ci fu un abbraccio tra loro due, Bakhur piangeva e William gli diceva che era tutto a posto e sarebbe guarito presto.
Gli altri osservavano quel momento. Gli altri tre giovani erano commossi, gli adulti, invece, pensierosi. Specialmente Fergus.
Il locandiere si era messo con le braccia incrociate contro un muro e i suoi occhi si spostavano continuamente da Bakhur ad Artica finché non mugugnò qualcosa tra i denti e fece uno sbuffo."Aidan..." chiamò a bassa voce "Dobbiamo parlare, andiamo fuori"
Il prete e l'oste uscirono dalla Pernice Bianca e camminarono fino alla piazza principale. Il primo incrociò le braccia, non gli piaceva l'espressione dell'altro uomo.
"Non voglio passare per lo stronzo di turno" Iniziò Fergus "Ma cosa avevo detto?"
"Fergus..."
"Cosa. Avevo. Detto?!" Ripeté con voce più alta.
Aidan corrugò la fronte, arrabbiato quanto lui "E cosa dovevamo fare? Lasciarlo al suo destino? Aveva bisogno di questo! Di trovare delle persone decenti a cui aggrapparsi!"
"Sono venuti per lui, ti rendi conto?! Ed erano camuffati da mercanti!" Fergus si sentì poi chiamare da poco distante: Brendan stava marciando verso di lui con gli occhi dilatati e adirati.
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Children Of Myths, Atto Primo: Scozia
Fantasy(IN NUOVA REVISIONE) Nel diciottesimo secolo, Artica Neivers, una mezza Fata Scozzese, scopre che una terribile stregoneria sta affliggendo la sua terra e ovunque la Magia sia stata indebolita dalle mani dell'umanità. Con un'ascia in mano e una Piet...